cs 167 Editoriale comune di nove settimanali diocesani: le istituzioni e l’Europa, un patrimonio da difendere

Nel numero in uscita della Difesa del popolo

«Di fronte a un tale scenario è decisivo tornare all’essenziale ovvero al rispetto delle regole costituzionali e con esse delle istituzioni. C’è una palese e pericolosa spinta a violare le regole basilari della democrazia, spinta nascosta dietro la goffa (ma diffusa) narrazione secondo la quale Mattarella si sarebbe sottomesso ai poteri forti europei. Chi punta a guidare un Paese deve (anche) mostrare il “senso del limite” a garanzia propria e degli altri. Le forzature sono dannose perché si scaricano sulle istituzioni che sono a servizio dei cittadini. I governi passano, le istituzioni rimangono».

È uno dei passaggi più significativi dell’editoriale comune pubblicato da nove testate diocesane del Triveneto a firma dei direttori nel numero in uscita – Vincenzo Tosello (Nuova Scintilla, Chioggia), Diego Andreatta (Vita Trentina, Trento), Carlo Arrigoni (L’amico del popolo, Belluno-Feltre), Bruno Cappato (La Settimana, Adria-Rovigo), Guglielmo Frezza (La Difesa del popolo – Padova), Giorgio Malavasi (Gente veneta – Venezia), Jurij Paljk (Novi Glas – Gorizia), Lauro Paoletto (La Voce dei Berici – Vicenza), Simonetta Venturin (Il popolo, Concordia-Pordenone) – dal titolo “Le Istituzioni e l’Europa, un patrimonio da difendere”.

«Era dunque possibile – prosegue l’editoriale – per il presidente della repubblica mettere in discussione uno dei ministri proposti da chi gode della maggioranza in parlamento? La risposta è sì, così come è possibile per la Corte costituzionale rigettare una legge votata dal parlamento. Ed è sì, perché c’è, appunto, qualcosa che va oltre il volere della maggioranza: è la cornice legislativa e di valori su cui si basa il nostro essere comunità civile. Rinunciarvi, in nome di un generico appello alla volontà popolare rischia di portarci, passo dopo passo, sull’orlo del baratro».

Nell’editoriale anche un insistito richiamo all’orizzonte europeo del nostro Paese: «Se oggi la Gran Bretagna sta iniziando a comprendere il costo della Brexit, almeno lì un referendum si è tenuto. In Italia un voto simile non c’è stato ancora. Ed è per questo che l’insistito richiamo del presidente al valore dell’Unione europea, al ruolo che l’Italia vi ha svolto, all’importanza dell’euro segna in questo momento un netto e inedito discrimine».

 

CS 167/2018

Padova, 30 maggio 2018