Decreto del vescovo Antonio sulla gestione economica della Diocesi

 

Gestione economica della Diocesi è il titolo del decreto firmato ed emanato dal vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo in data 17 settembre 2013 e pubblicato in forma integrale sul sito della Diocesi all'indirizzo www.diocesipadova.it e sul settimanale La Difesa del popolo di domenica 22 settembre.

Il decreto sancisce l'avvio di un ripensamento e di un percorso di riforma della Diocesi dopo un primo periodo di analisi e di studio portata avanti da qualificati esperti esterni.

«L'esigenza di una revisione della struttura economica della Diocesi, nelle sua articolazioni già avvertita negli anni recenti, è divenuta più pressante di fronte alla grave crisi economica, che obbliga a ripensare l'uso delle risorse disponibili al fine di garantire nel tempo la sostenibilità dell'azione pastorale» scrive il vescovo Antonio. Da qui una prima fase di ricognizione della situazione esistente per arrivare a delineare un 'modello a tendere'.

Al termine dell'operazione di analisi e ricognizione che ha offerto delle linee guida per quanto riguarda gestione economica, governance e organizzazione, il vescovo ha decretato la nomina di un comitato guida presieduto dal vicario generale, mons. Paolo Doni, con «il compito di sovrintendere all'insieme della riforma e prendere decisioni sulle scelte programmatiche dei gruppi di lavoro, con il consenso del vescovo». Saranno infatti cinque i gruppi di lavoro incaricati di predisporre la riorganizzazione complessiva del 'sistema Diocesi': dall'informatizzazione alla gestione economica, dal regolamento all'organizzazione fino alla gestione del personale.

 

Una scelta impegnativa e nuova che intende - scrive il vescovo - «migliorare la gestione economica con una appropriata organizzazione e decisione strategica rendendola nel contempo sempre più trasparente e mettendola al servizio dell'azione pastorale della Chiesa», consapevole che in gioco c'è «la nostra responsabilità e il valore della nostra testimonianza».

 

Una riforma che parte dal centro ma che prevede una diffusione capillare nel territorio diocesano e nelle sue articolazioni, con una attenzione fondamentale e imprescindibile: «in tutto questo processo di revisione strutturale deve restare preminente la finalità pastorale, unitamente all'attenzione ad operare per il bene comune».

Il decreto del vescovo Antonio ' commenta sulla Difesa del popolo il vicario generale mons. Paolo Doni ' dà il via a una riforma soprattutto pastorale. «Siamo consapevoli che anche l'economia è a servizio della pastorale». Una riforma che nasce da un'esigenza manifestata da tempo dagli organismi di comunione, ribadita dai gruppi di lavoro del secondo Convegno ecclesiale triveneto di Aquileia (aprile 2012) e sollecitata anche da situazione oggettive di alcune realtà che fanno riferimento alla Diocesi.

«La riforma ' prosegue il vicario generale ' vuole collegare le parrocchie e gli enti ecclesiali del territorio con la Diocesi e viceversa. Perché ci sia un'unica progettualità di gestione». È un passo che esprime «la dinamica comunionale che caratterizza tutti gli aspetti e i soggetti della pastorale. Non è un'operazione ingegneristica, ma nasce da un'esigenza di comunione reale. Ci conforta l'esempio di papa Francesco, che ha messo in moto un lavoro analogo per intervenire sulla struttura economica-organizzativa della Santa Sede. Per Padova si tratta di passare a un'impostazione di comunione. Tutto ciò per ottenere trasparenza e funzionalità per la vita pastorale delle comunità cristiane».

 
CS 188/2013
Padova, 21 settembre 2013

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