cs 128/22 In riferimento alla comunicazione social di don Luca Favarin si precisa che:

La Diocesi di Padova è ricca di esperienze di carità e di attività sociali di attenzione alle persone, alle diverse fragilità e ai loro bisogni. Gli esempi sono davvero molti e con le diverse realtà si opera con uno stile e un metodo: condivisione con gli organismi diocesani e con chi in diocesi segue la pastorale della carità, rapporto tra i vari enti, precise scelte di gestione e criteri di trasparenza, priorità…

Pur riconoscendo lo spirito umanitario e solidale che anima l’operato di don Luca Favarin, da parte sua non si è trovata condivisione di metodo. Pertanto la Diocesi, non può essere coinvolta nelle sue attività, che vengono ad assumere carattere imprenditoriale (il diritto canonico prevede che i chierici non possano esercitare attività commerciale se non con licenza della legittima autorità ecclesiastica [cfr. canone 286]*).

Don Luca Favarin, rimanendo sulle sue posizioni e su una gestione personale del suo operato anche in campo sociale, è arrivato alla conclusione di proseguire la sua attività come privato cittadino. Di questo la Diocesi prende atto.

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*canone 286: è proibito ai chierici di esercitare, personalmente o tramite altri, l’attività affaristica e commerciale, sia per il proprio interesse sia per quello degli altri se non con la licenza della legittima autorità ecclesiastica.

 

cs 128/2022

Padova, 14 dicembre 2022