L'Ufficio scuola e l'Istituto superiore di Scienze religiose della Diocesi di Padova organizzano per sabato 8 maggio un convegno dedicato all'enciclica di papa Benedetto XVI Caritas in Veritate, dal titolo Carità e Verità anche in educazione. Riflessioni pedagogiche in margine all'enciclica di Benedetto XVI.
L'incontro si terrà dalle 9 alle 12.30 in Facoltà Teologica del Triveneto (via del Seminario 29 a Padova) e vede l'introduzione alla mattinata di don Gaudenzio Zambon, direttore dell'Issr di Padova, e il saluto del vicario generale della Diocesi di Padova, mons. Paolo Doni. Quindi i lavori inizieranno con la relazione Gratuità e dono per lo sviluppo integrale della persona di Carla Xodo, ordinaria di pedagogia generale all'Università di Padova.
A seguire gli interventi di Franco Venturella, dirigente scolastico provinciale di Padova (Percorsi e progetti, risorse educative e istanze delle scuole, oggi); Luciano Munaretto, imprenditore vicepresidente Ucid, esperto di economia ed energie rinnovabili (Aspetti etici ed educativi nell'impresa e nel consumo per uno sviluppo economico sostenibile); Adriano Sella, coordinatore della Commissione diocesana per i nuovi stili di vita (Nuovi stili di vita: una sfida trasversale a tutti gli ambiti per l'educazione al bene comune); Mirca Benetton, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Padova che presenterà i risultati di un'indagine sui giovani e i valori. Conclude i lavori mons. Franco Costa, vicario episcopale per la catechesi e direttore dell'Ufficio scuola diocesano.
A seguire gli interventi di Franco Venturella, dirigente scolastico provinciale di Padova (Percorsi e progetti, risorse educative e istanze delle scuole, oggi); Luciano Munaretto, imprenditore vicepresidente Ucid, esperto di economia ed energie rinnovabili (Aspetti etici ed educativi nell'impresa e nel consumo per uno sviluppo economico sostenibile); Adriano Sella, coordinatore della Commissione diocesana per i nuovi stili di vita (Nuovi stili di vita: una sfida trasversale a tutti gli ambiti per l'educazione al bene comune); Mirca Benetton, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Padova che presenterà i risultati di un'indagine sui giovani e i valori. Conclude i lavori mons. Franco Costa, vicario episcopale per la catechesi e direttore dell'Ufficio scuola diocesano.
Per informazioni e adesioni: Ufficio scuola: tel. 049-8226111, email ufficioscuola@diocesipadova.it
Ma che cosa dice l'ultima enciclica di papa Benedetto XVI in merito all'educazione e quali scenari apre? Ne abbiamo parlato con mons. Franco Costa, vicario episcopale per la catechesi e direttore dell'Ufficio scuola della Diocesi di Padova.
Mons. Costa: come mai un convegno che mette insieme i termini Carità e Verità dell'ultima enciclica di papa Benedetto XVI e il tema dell'educazione che rappresenta l'elemento su cui si muoverà la chiesa italiana nei prossimi anni?
L'enciclica sociale di Benedetto XVI è ' a detta di molti ' destinata ad essere una pietra miliare. Riprende il magistero della Populorum progressio (1968) di Paolo VI, per affrontare il problema dello sviluppo e del bene comune nell'orizzonte planetario del nostro tempo. A partire dalla globalizzazione e nel contesto della crisi attuale, l'enciclica si apre su vari scenari: i movimenti migratori epocali, lo sfruttamento delle risorse del creato con le crescenti disastrose disparità oggi a carico di popoli e gruppi umani e domani a carico delle generazioni che verranno, le minacce alla vita umana provenienti dall'ingegneria genetica e dalla tecnologia medicale, come pure dai poteri della politica e dei grandi e nuovi mezzi della comunicazione sociale... Il Papa non detta regole né formule tecniche, ma dà un orientamento chiave sul piano culturale, sociale ed educativo, perché 'oggi la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica, nel senso che essa implica il modo stesso non solo di concepire , ma anche di manipolare la vita, sempre più posta dalle biotecnologie nelle mani dell'uomo' (n. 75). È dunque fondamentale per chi insegna ed educa, seguire il percorso argomentativo del documento papale per riconoscere che l'uomo è fatto per il dono e non può essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società (n. 34). Anche a scuola, chi insegna deve domandarsi chi è l'uomo, quale crescita dell'uomo si vorrebbe servire, quale considerazione si deve alimentare circa la dignità della vita umana, la sua libertà, le dimensioni della sua trascendenza.
L'enciclica sociale di Benedetto XVI è ' a detta di molti ' destinata ad essere una pietra miliare. Riprende il magistero della Populorum progressio (1968) di Paolo VI, per affrontare il problema dello sviluppo e del bene comune nell'orizzonte planetario del nostro tempo. A partire dalla globalizzazione e nel contesto della crisi attuale, l'enciclica si apre su vari scenari: i movimenti migratori epocali, lo sfruttamento delle risorse del creato con le crescenti disastrose disparità oggi a carico di popoli e gruppi umani e domani a carico delle generazioni che verranno, le minacce alla vita umana provenienti dall'ingegneria genetica e dalla tecnologia medicale, come pure dai poteri della politica e dei grandi e nuovi mezzi della comunicazione sociale... Il Papa non detta regole né formule tecniche, ma dà un orientamento chiave sul piano culturale, sociale ed educativo, perché 'oggi la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica, nel senso che essa implica il modo stesso non solo di concepire , ma anche di manipolare la vita, sempre più posta dalle biotecnologie nelle mani dell'uomo' (n. 75). È dunque fondamentale per chi insegna ed educa, seguire il percorso argomentativo del documento papale per riconoscere che l'uomo è fatto per il dono e non può essere il solo autore di se stesso, della sua vita e della società (n. 34). Anche a scuola, chi insegna deve domandarsi chi è l'uomo, quale crescita dell'uomo si vorrebbe servire, quale considerazione si deve alimentare circa la dignità della vita umana, la sua libertà, le dimensioni della sua trascendenza.
Che suggerimenti e spunti arrivano dall'enciclica per quanti lavorano nel mondo della scuola, soprattutto in questo tempo di grandi cambiamenti?
La scuola è la comunità che educa mediante l'insegnamento e l'apprendimento, ma ha ogni giorno di più il fiato corto misurandosi con la difficile collaborazione della famiglia, con la pervasività e il potere di altri mezzi e agenzie cui giovani e bambini attingono saperi e modelli di vita, con la pluralità di presenze in classe culturalmente distanti una dall'altra e alle quali dovrebbe fornire strumenti e modelli non di omologazione ma comunque di integrazione sociale e culturale.
L'enciclica offre uno sguardo a tutto tondo. Il problema della globalizzazione, per esempio, non è solo socioeconomico, ma più a fondo 'c'è la realtà di un'umanità che diventa sempre più interconnessa... costituita da persone e da popoli a cui quel processo deve essere di utilità e di sviluppo, grazie all'assunzione da parte tanto dei singoli quanto delle collettività delle rispettive responsabilità...'. La scuola ' non da sola, certamente ' può e deve concorrere ad orientare l'incontro e la reciproca accoglienza dei diversi 'in termini di relazionalità, di comunione e di condivisione' (n. 42). Ed ecco alcuni indirizzi elementari. Lo sviluppo domanda di educare alla condivisione dei doveri prima che alla rivendicazione dei diritti (n. 43). Il principio fondamentale cui educare è il principio della gratuità, senza il quale non è neppure legittimo parlare di etica. L'economia non è al di sopra delle esigenze etiche, viceversa anche l'economia ha bisogno dell'etica, ma non tutto ciò che si qualifica con l'aggettivo 'etico' lo è davvero. Fin dalla scuola, è importante riconoscere ed insegnare che non è la stretta logica del mercato (do ut des) o la logica del profitto che costruiscono sviluppo e progresso, che si misura invece nei valori di relazionalità, cittadinanza responsabile e solidarietà, e sul senso della 'inviolabile dignità della persona umana, come anche il trascendente valore delle norme morali naturali' (n. 45).
Similmente, per una corretta educazione del rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale, è possibile e importante educare agli stili di vita fin dalle prime età, muovendo da un accostamento alla natura quale 'espressione di un disegno di amore e di verità.(') un dono del Creatore' da custodire e coltivare.
La scuola è la comunità che educa mediante l'insegnamento e l'apprendimento, ma ha ogni giorno di più il fiato corto misurandosi con la difficile collaborazione della famiglia, con la pervasività e il potere di altri mezzi e agenzie cui giovani e bambini attingono saperi e modelli di vita, con la pluralità di presenze in classe culturalmente distanti una dall'altra e alle quali dovrebbe fornire strumenti e modelli non di omologazione ma comunque di integrazione sociale e culturale.
L'enciclica offre uno sguardo a tutto tondo. Il problema della globalizzazione, per esempio, non è solo socioeconomico, ma più a fondo 'c'è la realtà di un'umanità che diventa sempre più interconnessa... costituita da persone e da popoli a cui quel processo deve essere di utilità e di sviluppo, grazie all'assunzione da parte tanto dei singoli quanto delle collettività delle rispettive responsabilità...'. La scuola ' non da sola, certamente ' può e deve concorrere ad orientare l'incontro e la reciproca accoglienza dei diversi 'in termini di relazionalità, di comunione e di condivisione' (n. 42). Ed ecco alcuni indirizzi elementari. Lo sviluppo domanda di educare alla condivisione dei doveri prima che alla rivendicazione dei diritti (n. 43). Il principio fondamentale cui educare è il principio della gratuità, senza il quale non è neppure legittimo parlare di etica. L'economia non è al di sopra delle esigenze etiche, viceversa anche l'economia ha bisogno dell'etica, ma non tutto ciò che si qualifica con l'aggettivo 'etico' lo è davvero. Fin dalla scuola, è importante riconoscere ed insegnare che non è la stretta logica del mercato (do ut des) o la logica del profitto che costruiscono sviluppo e progresso, che si misura invece nei valori di relazionalità, cittadinanza responsabile e solidarietà, e sul senso della 'inviolabile dignità della persona umana, come anche il trascendente valore delle norme morali naturali' (n. 45).
Similmente, per una corretta educazione del rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale, è possibile e importante educare agli stili di vita fin dalle prime età, muovendo da un accostamento alla natura quale 'espressione di un disegno di amore e di verità.(') un dono del Creatore' da custodire e coltivare.
Il convegno si articola su vari livelli: pedagogico, lavorativo, etico, sostenibile.... come trovare sintesi tra questi piani?
Le competenze che nel convegno sono interpellate sono, anzitutto, quella pedagogica fondamentale, e inoltre le competenze economiche e d'impresa, etiche e sociali, ambientalistiche e psico-sociali. Ma emergeranno anche i contributi di quanti, sono invitati e attesi, insegnanti e dirigenti, con le loro competenze, frutto di esperienza diretta di gestione didattica e organizzativa di scuola.
comunicato stampa 108/2010
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Padova, 26 aprile 2010