L’inaugurazione segue una serie di lavori di ristrutturazione resi possibili grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando “Progetto Sociale 2012”.
A “tagliare” il nastro dei saluti sarà don Luca Facco, direttore di Caritas Padova, seguiranno gli interventi dell’assessore al sociale Alessandra Brunetti, di Matteo Segafredo, consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, del direttore sanitario Zabadneh Mohamad Riad, e la benedizione dei locali da parte del vicario generale della Diocesi di Padova, mons. Paolo Doni. La mattinata si concluderà con un momento conviviale preparato dalla parrocchia di San Carlo. Scheda.
Il Poliambulatorio nasce nel 1998 da un comune impegno maturato da Caritas Diocesana di Padova, Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) e Comune di Padova (che mette a disposizione gli spazi e un’erogazione annuale), con l’obiettivo di fornire cure mediche di base e specialistiche ai soggetti che non potevano accedere al Servizio Sanitario Nazionale, a partire dagli immigrati non regolarizzati presenti in città.
In particolare, nel poliambulatorio, è stato attivato un servizio ambulatoriale per patologie odontoiatriche, che non sono contemplate dal Testo Unico sull’immigrazione (DLgs. 286/98), che attribuisce un tesserino denominato STP (stranieri temporaneamente presenti) dando diritto solo a cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, nonché a interventi a salvaguardia della salute individuale e collettiva (come quelli per la tutela della gravidanza e della maternità, le vaccinazioni, la cura delle malattie infettive).
Caritas diocesana si fa carico di organizzare il servizio, dall’accoglienza e raccolta dei dati degli utenti alla creazione di un gruppo di medici e odontoiatri volontari, dalla logistica alla pulizia e manutenzione del Poliambulatorio, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Mimosa.
Obiettivi:
L’ambulatorio si prefigge due obiettivi fondamentali:
a) offrire una risposta, il più possibile mirata e professionale, ai bisogni sanitari dei soggetti non iscritti al SSN e in generale degli indigenti che vivono situazioni di emarginazione sociale;
b) promuovere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà verso gli stranieri immigrati.
Personale:
Il personale medico e dentistico opera a titolo gratuito e si turna nel servizio.
Una persona è addetta alla segreteria, alla prima accoglienza e all’assistenza ambulatoriale.
Precedentemente - dal 1999 al 2003 - hanno offerto il proprio contributo al funzionamento dell’ambulatorio molti giovani, obiettori di coscienza, impegnati nel servizio civile sostitutivo presso Caritas Diocesana; e dal 2004 sono subentrate dapprima le ragazze del servizio civile volontario (istituito in seguito alla sospensione della leva militare).
Come accedere:
Il servizio di accreditamento all’ambulatorio e il reperimento del personale volontario viene svolto al Centro di ascolto Caritas di via Bonporti 8, il venerdì mattina, grazie alla collaborazione con l’associazione Mimosa.
La procedura per accedere alle visite specialistiche e ai trattamenti sanitari prevede il rilascio di una tessera a uso interno, valida per sei mesi e rinnovabile, previo colloquio con un operatore del Centro di ascolto diocesano con cui si verificano lo stato di indigenza dell’utente e i problemi di salute. Questa procedura permette agli utenti di non subire tempi di attesa troppo lunghi e di instaurare da subito un rapporto di correttezza e fiducia reciproca con il personale dell’ambulatorio. Durante la prima visita viene poi compilata una scheda di anamnesi con i dati personali e clinici del paziente, protetti dalla normativa sulla privacy.
Tipologia del servizio:
Prime visite e cure odontoiatriche costituiscono l’80-90% degli interventi effettuati nel poliambulatorio di via Duprè, mentre solo un numero esiguo di soggetti richiede visite mediche di base, visite cardiologiche o di altro tipo. La struttura è dotata di tutto lo strumentario richiesto per interventi odontoiatrici, incluso un apparecchio per le radiografie, nonché di un efficiente sistema di sterilizzazione e di smaltimento dei rifiuti speciali. Quando si rende necessario qualche intervento non realizzabile all’interno del Poliambulatorio, diventa operativa la collaborazione con altre realtà di Padova come l’ambulatorio medico delle Cucine economiche popolari.
Fino al 2006 oltre la metà delle persone aiutate dai medici e dentisti volontari sono state donne, per lo più di età compresa tra i 20 e i 50 anni, provenienti da Romania e Moldavia, immigrate in Italia per lavorare come colf e assistenti di persone anziane o invalide (badanti), solitamente prive di un regolare contratto di lavoro e quindi del permesso di soggiorno. Altre donne assistite erano poi le giovani vittime del racket della prostituzione. Gli uomini, provenienti dall’Europa dell’Est e in misura minore da paesi dell’Africa, in quei primi anni non superavano quasi mai un terzo del totale delle persone assistite.
Dal 2007, con l’ingresso della Romania nell’Unione Europea (e quindi il riconoscimento dei rumeni come cittadini comunitari, con diritti e doveri diversi dagli altri immigrati), c’è stato un primo importante cambiamento: il numero totale di persone che affluivano all’ambulatorio è improvvisamente diminuito, e tra i diversi gruppi etnici è emerso quello moldavo, seguito però da una più consistente percentuale di marocchini, albanesi e altre nazionalità. La componente rumena non è comunque scomparsa, dato che in molti casi la precarietà occupazionale e la difficoltà ad accedere a cure odontoiatriche in altre strutture ha spinto un certo numero di rumeni a rivolgersi al poliambulatorio tramite la Caritas diocesana o su segnalazione dei Servizi sociali.
Tra il 2010 e il 2011 è emerso un numero crescente di nuovi utenti italiani, persone colpite dall’indigenza per gli effetti della crisi economica e per la perdita del lavoro ma anche persone senza fissa dimora. Questi nuovi poveri nel 2013 hanno costituito il gruppo più numeroso, pari al 24,1% del totale degli assistiti. Il secondo gruppo nazionale, con quasi il 23%, è ora quello degli immigrati dal Marocco; a seguire rumeni, e poi moldavi, tunisini, albanesi, nigeriani e altri, tutti al di sotto del 4%.
Si è passati dalle 668 prestazioni erogate nel primo anno di attività al picco delle 1231 del 2006, per poi scendere a una media di 743 interventi all’anno nel periodo 2007-2012.
Nel 2013 sono stati 948 gli interventi sanitari effettuati nei locali di via Duprè 26, e questo bel risultato è stato raggiunto nonostante un mese di chiusura forzata per manutenzione straordinaria.
Oggi, in locali rinnovati e più funzionali e con una consolidata rete di volontari, grazie anche alla preziosa collaborazione con il Comune di Padova, le Cucine economiche popolari, i centri di accoglienza del territorio e altre realtà del privato sociale, il poliambulatorio nato 15 anni fa a Padova può affrontare con fiducia le sfide del futuro e continuare a promuovere con la sua attività una cultura della inclusione sociale e del diritto alla salute che rimane un’assoluta priorità nell’Italia della crisi.
La ristrutturazione è stata possibile grazie a uno stanziamento di 13.600 euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del bando “Progetto Sociale 2012”, promosso con l’obiettivo di sostenere interventi sui temi dell’integrazione, della disabilità e della socializzazione. L’ambulatorio odontoiatrico rientra nel sostegno a quei progetti di integrazione tesi a migliorare il servizio di assistenza a persone in condizioni di disagio o a rischio emarginazione.
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