Gli incunaboli della Biblioteca del seminario vescovile di Padova

Martedì 28 aprile, alle ore 17, al Museo Diocesano, l'Istituto per la storia ecclesiastica padovana presenterà il volume Gli incunaboli della Biblioteca del seminario vescovile di Padova. Catalogo e studi. Il volume a cura di Pierantonio Gios e Federica Toniolo contiene i saggi di Lilian Armstrong, Piero Scapecchi e Federica Toniolo, con introduzione di Giordana Mariani Canova. Il volume è edito dall'Istituto per la Storia Ecclesiastica padovana, (Fonti e Ricerche di Storia Ecclesiastica padovana, XXXIII), 256 p., 55 tav. a colori, 134 fig. in bianco e nero; euro 60,00.

A presentare il volume saranno Marino Zorzi e Francesca Flores D'Arcais.

Successivamente, mercoledì 29 e giovedì 30 aprile, dalle ore 18 alle ore 19, sarà possibile visitare la Biblioteca antica del Seminario dove saranno esposti alcuni incunaboli (Visita su prenotazione telefonando al numero 049-2950811)


Il volume contiene il catalogo degli incunaboli della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova. Una collezione di grande prestigio il cui nucleo fondante risale all'acquisto della biblioteca di Alfonso Alvarotti, avvenuto nel 1720 ad opera del bibliotecario Francesco Canal, accresciuto, in seguito, da lasciti e acquisizioni, anche connessi alle soppressioni delle corporazioni religiose di epoca napoleonica e del Regno d'Italia.

La collezione, composta da 455 edizioni possedute per 483 esemplari (due stampati in pergamena), viene per la prima volta censita e catalogata da Piero Scapecchi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che, con lavoro lungo e impegnativo, ha proceduto nel riconoscimento delle edizioni e nell'individuazione degli esemplari nei due cataloghi manoscritti della biblioteca. Inoltre Scapecchi ha potuto stabilire i possessori e le provenienze rintracciando numerosi esemplari appartenuti a conventi e a monasteri padovani e del territorio veneto e friulano che offrono un interessante spaccato della storia della chiesa e della sua ricchezza culturale portando altresì nuova luce sulla conoscenza di antiche biblioteche ormai smembrate per sempre. Particolare attenzione è stata data ai libri del conte Alfonso Alvarotti, probabilmente riconoscibili da una antica segnatura. Su questa base i libri del conte ammonterebbero ad una cinquantina di esemplari. La figura del collezionista, nobile padovano nato nel 1687 e morto giovanissimo nel 1720, viene indagata nell'introduzione di Giordana Mariani Canova che evoca il clima fervido di studi filologici, in particolare incentrati sulla lingua latina, nell'ambiente padovano del primo quarto del XVIII secolo e, in particolare, al Seminario Vescovile dove dominava la figura di Iacopo Facciolati. La personalità di Alfonso Alvarotti viene vista anche all'interno dell'Accademia dei Ricovrati di cui egli fu membro assai apprezzato.
La collezione degli incunaboli Alvarotti viene considerata contestualmente a quella dei manoscritti pure conservati in Seminario. Le due raccolte costituiscono non solo uno straordinario esempio di cultura, ma anche di gusto, visto che la maggior parte degli esemplari risulta pregevolmente miniato, dando testimonianza di quella attenzione ai primitivi che caratterizzava già la cultura veneta di inizio Settecento.

Proprio questa ricchezza illustrativa ha indotto la scelta innovativa di corredare il volume con un saggio critico di Federica Toniolo sulle miniature e anche di una catalogazione specifica degli esemplari miniati. Agli incunaboli già noti, quali il Plinio miniato dal Maestro dei Putti, capolavoro della miniatura all'antica del Rinascimento veneto, viene ad aggiungersi un nuovo forte nucleo di esemplari veneti e ferraresi illustrati in chiave antiquaria, ad esempio dal Maestro di Pico, dal Maestro dell'Ovidio di Rimini e da Antonio Maria da Villafora e Benedetto Bordon. Non mancano incunaboli di pregio miniati in ambito toscano, come l'Iliade greca di Boccardino il Vecchio, e lombardi, ad esempio i due volumi con le Epistolae di San Girolamo illustrati dal Maestro delle Ore Birago.

La collezione è straordinariamente ricca di esemplari con xilografie giunti in biblioteca al tempo delle soppressioni e fino ad ora del tutto ignoti. Lilian Armstrong, grande studiosa dell'illustrazione libraria veneta del Rinascimento, li esamina in un saggio che risulta una vera e propria storia della xilografia veneta del Quattrocento, indagata dal punto di vista stilistico e nei suoi rapporti con la miniatura. Emergono così le figure dei miniatori-disegnatori come il padovano Benedetto Bordon e il veneziano Maestro di Pico.

Il volume è corredato da una serie straordinaria di immagini in gran parte a colori eseguite a cura del Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica dell'Università degli Studi di Padova che, nel loro insieme, costituiscono un corpus di eccezionale interesse.

 
 

COMUNICATO STAMPA 104/2009

Padova, 24 aprile 2009

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