cs 92/2024 Messaggio congiuto per la festa di San Benedetto copatrono d’Europa

L’autenticità del Vangelo: costruire comunione

MESSAGGIO CONGIUNTO PER LA FESTA DI SAN BENEDETTO

COPATRONO D’EUROPA

 

Anche quest’anno il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, gli abati di Santa Giustina (dom Giulio Pagnoni) e Praglia (dom Stefano Visintin) e l’abbadessa di San Daniele (madre Maria Chiara Paggiaro) hanno firmato un messaggio per la festa di San Benedetto, abate, Copatrono d’Europa, la cui festa ricorre l’11 luglio.

Di seguito il testo integrale del messaggio.

 

L’autenticità del Vangelo: costruire comunione

MESSAGGIO CONGIUNTO

11 luglio 2024

 

Stiamo vivendo in un contesto storico segnato da conflitti, migrazioni, grandi trasformazioni e cambiamenti climatici, il tutto accompagnato da una generale e sempre più diffusa indifferenza dei cittadini, come si è visto nelle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo.

L’Europa è in costante ricerca della propria identità e desidera creare un’unità nuova e duratura e per questo sono sicuramente importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma non sono sufficienti. Infatti, la costruzione di un’identità non può prescindere da un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del continente. Senza questa prospettiva, c’è il pericolo sempre più concreto di cedere all’antica tentazione autoreferenziale che nega l’Altro e che cerca di salvarsi da sé; utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato un drammatico regresso nella storia dell’umanità.

In questo contesto internazionale, nel giorno in cui ricorre la Festa di San Benedetto da Norcia, copatrono d’Europa – 11 luglio – ricordiamo il ruolo che il fondatore del monachesimo in Occidente ha avuto nella nascita di un mondo nuovo, in un’epoca (V-VI sec. d.C.) di profonda crisi e che, per certi versi, è molto simile alla nostra. Questa memoria può aiutarci innanzitutto a ricercare il fondamento dell’esistenza, ossia Dio. Benedetto realizzò un’opera religiosa e spirituale capace di innestare un modello di esistenza sociale e comunitaria teso alla valorizzazione e allo sviluppo di ogni persona, a prescindere dalle differenze sociali, culturali, etniche o nazionali. In questo modo egli evidenziava ciò che unisce gli esseri umani, ciò che lega gli uni agli altri e li rende tutti fratelli e sorelle; li rende una società.

Il messaggio evangelico che ancora oggi vive nel monachesimo Occidentale ci sprona alla costruzione di una fraternità universale e può aiutarci a rielaborare un modo nuovo di guardarci e quindi di porci in relazione tra di noi e con gli altri Paesi. L’idea d’identità nazionale propria dell’Italia e di tante le altre nazioni europee si fonda su una concezione etnica dell’appartenenza nazionale. L’enfasi viene infatti posta sull’omogeneità: unità di lingua, di cultura, di storia, di religione, di discendenza. La rappresentazione di un Paese con una forte impronta nazionalistica può quindi rendere difficile il dialogo e la collaborazione tra Stati. Proprio qui può inserirsi la profezia cristiana: accompagnare la società contemporanea europea a ragionare sulla ricchezza delle differenze.

La prima motivazione che ha guidato Benedetto non era civilizzatrice, né culturale, ma religiosa e spirituale. Una spiritualità in cui scorre la linfa evangelica, che condensa saggezza ed esperienza umana con l’intuito dei bisogni dei tempi. Una spiritualità incarnata, che permette anche a noi oggi di riscoprirci persone e popoli uniti nelle diversità. San Benedetto, senza negare la complessità delle differenze, ci insegna come considerarle una ricchezza e non un elemento di scontro, ponendo al primo posto la pari dignità e il pari valore di tutti gli esseri umani.

In un’Europa già multiculturale, multietnica e multireligiosa, il recupero dei suoi valori fondanti le permette, come ha ricordato Papa Francesco, di «interpretare il ruolo che le corrisponde: quello di unire i distanti, di accogliere al suo interno i popoli e di non lasciare nessuno per sempre nemico. È dunque essenziale ritrovare l’anima europea: l’entusiasmo e il sogno dei padri fondatori, statisti che hanno saputo guardare oltre il proprio tempo, oltre i confini nazionali e i bisogni immediati, generando diplomazie capaci di ricucire l’unità, non di allargare gli strappi» (Discorso a Budapest, 28 aprile 2023).

Nel giorno della Festa di San Benedetto da Norcia, copatrono d’Europa, facciamo nostro il suo esempio nella ricerca di Dio presente e operante in noi e nel mondo, edificando un’efficace comunione tra i popoli, ravvivando un’operosa solidarietà e adoperandoci instancabilmente per la pace.

 

+ Claudio Cipolla, Vescovo di Padova

Madre Maria Chiara Paggiaro, Abbadessa di San Daniele

+ Dom Stefano Visintin, Abate di Praglia

+ Dom Giulio Pagnoni, Abate di Santa Giustina

 

Padova, 10 luglio 2024

CS 92/2024