Il lavoro come tema e come valore è da sempre sul tavolo delle attenzioni primarie della Chiesa universale. Papa Francesco non perde occasione per sollecitare il riconoscimento della dignità del lavoro e della persona; per richiamare l’attenzione al Creato e all’ambiente di vita e lavoro; per ricordare che il lavoro è al centro di ogni patto sociale. Lo ha scritto più volte nei documenti magisteriali, lo ha ricordato nelle sue visite a situazioni emblematiche: un anno fa (il 27 maggio 2017) all’Ilva di Genova papa Francesco sottolineò: «Il lavoro è travaglio: sono doglie per poter generare poi gioia per quello che si è generato insieme. Senza ritrovare una cultura che stima la fatica e il sudore, non ritroveremo un nuovo rapporto col lavoro e continueremo a sognare il consumo di puro piacere. Il lavoro è il centro di ogni patto sociale: non è un mezzo per poter consumare, no. È il centro di ogni patto sociale».
Con queste stesse parole la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, la custodia del creato della CEI, inizia il messaggio per la Giornata del Lavoro del 1° maggio 2018, in cui poco oltre sottolinea che: «La quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigente del lavoro».
Di fronte alle numerose situazioni di precarietà, di povertà e di sfruttamento che sempre più si profilano i vescovi aggiungono: «è innanzitutto necessario innovare il nostro metodo di azione. Farsi prossimo agli ultimi, comprendere e condividere le loro urgenze non è solo un compito pastorale ma diventa un’esigenza fondamentale per l’intera società in tutte le sue componenti (art. 2 della Costituzione) e un compito ineludibile per la classe politica».
E segnalano tre “urgenze fondamentali”: a) «rimuovere gli ostacoli per chi il lavoro lo crea»; b) «avere istituzioni formative all’altezza delle sfide presenti»; c) la necessità di «una rete di protezione per i soggetti più deboli, uno strumento efficace di reinserimento e di recupero della dignità perduta per gli scartati, gli emarginati che desiderano reinserirsi nel circuito dei diritti e doveri della società».
Lo stesso impegno di attenzione e sensibilizzazione lo porta avanti anche la Chiesa di Padova che attraverso l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro sta lavorando quest’anno sui quattro aggettivi che qualificano il lavoro che vogliamo – Libero, creativo, partecipativo, solidale – così come enunciati da papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (EG 192), che hanno caratterizzato Openfield 2017 e sono la traccia per la Veglia diocesana per il lavoro del prossimo 2 maggio. Ma la Chiesa di Padova attraverso i suoi Uffici sta anche cercando percorsi formativi e di sostegno per i giovani (Progetto Policoro); rimane attenta alle problematiche delle fasce più disagiate che faticano a rientrare nella dinamiche lavorative (Fondo Straordinario di Solidarietà per il lavoro); sostiene l’esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro (proprio in queste settimane, grazie all’impegno dell’Ufficio per l’Educazione e la Scuola è stato firmato un protocollo d’Intesa tra Diocesi di Padova e Ufficio Scolastico Territoriale di Padova e Rovigo); è attenta e solidale con la situazione di molti lavoratori che rischiano di perdere il posto o che vivono situazioni in cui la dignità del lavoro e anche la qualità stessa del lavoro vengono messe a repentaglio.
Ci sono poi alcuni appuntamenti che caratterizzano e sostengono questi impegni.
A ridosso della Giornata del Lavoro del 1° maggio la Diocesi di Padova attraverso l’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro propone un momento di riflessione e preghiera, con la VEGLIA DIOCESANA PER IL LAVORO che quest’anno presenta alcune novità di significato e di contesto.
La Veglia diocesana per il Lavoro, presieduta dal vescovo Claudio, si terrà infatti mercoledì 2 maggio con inizio alle ore 18.30 (accesso dalle ore 18 per questioni logistiche) e per la prima volta sarà ospitata non in un luogo liturgico, bensì in un’azienda del territorio che si è resa disponibile.
Saranno le Officine Facco & C. Spa a Marsango di Campo San Martino (Pd) il contesto in cui si pregherà per un lavoro libero, creativo, partecipativo, solidale.
Non un luogo liturgico quindi, ma un luogo di vita e di lavoro: «È il segno di una Chiesa che va, che è presente là dove le persone lavorano, operano, producono, mettono a disposizione per sé e per gli altri le proprie capacità e competenze – sottolinea sr Francesca Fiorese, direttrice dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro – Andare nel luogo di lavoro, è andare in quel luogo sacro del nostro quotidiano. È la chiesa in uscita, è cercare di raccogliere le esperienze del territorio, delle vicende della vita, del contesto sociale e culturale in cui viviamo».
Officine Facco Spa di Campo San Martino è leader internazionale nella fabbricazione di impianti avicoli integrati per la produzione di uova e carne, occupa ora 900 addetti, di cui 600 dipendenti diretti che rappresentano 27 nazionalità differenti e 300 collaboratori a contratto, senza contare gli oltre 500 occupati nell’indotto, dove Facco coinvolge da anni circa 30 aziende venete in rapporti di fornitura e lavorazioni. Due anni fa ha subìto ingenti danni per un incendio che ha portato l’azienda a ripensare e realizzare nuovi spazi produttivi e direzionali, per dare il massimo benessere a chi dentro ci “vive” e non solo ci lavora, e per accogliere la più grande ricchezza dell’azienda: la persona.
Una seconda novità significativa è la partecipazione e la condivisione di questo momento con i sindacati, le associazioni di categoria e le aggregazioni cooperative. Partecipano alla Veglia: Acli, Anmil, Confcommercio-Ascom Padova, Cisl Padova e Rovigo, Confcooperative Padova, Confartigianato Padova, Confindustria Padova, Enaip Veneto, Cgil Padova, Uil, Coldiretti Padova, Legacoop, Ucid Padova.
Terzo elemento che caratterizza la Veglia di quest’anno è la presenza accanto al vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, di mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, oltre a essere il vescovo che si è speso per le vicende con conseguenze ambientali dell’Ilva di Taranto.
Dopo la Veglia, alle ore 21, mons. Filippo Santoro sarà a Padova, in sala Cardinal Callegari (via Curtatone e Montanara 4 – zona San Giuseppe) per un incontro di dialogo sul tema Felici di lavorare, organizzato da Associazione culturale Rosmini e Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro di Padova. Un appuntamento particolarmente rivolto ai giovani per ragionare e interrogarsi sul senso del lavoro che «risponde al bisogno della persona, alle sue esigenze fondamentali che sono di pane, di realizzazione, di significato, di giustizia, di felicità, di infinito» (cit. mons. Filippo Santoro).
CS 121/2018
Padova, 27 aprile 2018