Da Gallio alla Città del Vaticano. È questo il “percorso” che ha già iniziato a compiere il Presepe ideato a Natale 2020 dal Gruppo giovani della parrocchia di San Bartolomeo di Gallio.
Allestito a grandezza naturale in una cornice scenica ispirata a un tipico rustico adibito a ricovero animali – chiamato nel dialetto locale “stalotto” – ha suscitato particolare apprezzamento tra i parrocchiani e i molti turisti presenti nell’Altopiano di Asiago per il periodo natalizio. I giovani hanno così pensato di proporsi, scrivendo al Governatorato della Città del Vaticano, per allestire il Presepe – su progetto dell’ing. Michele Paganin – nell’aula Paolo VI. Ai primi di agosto è giunta la comunicazione, firmata Segretario Generale mons. Fernando Vérgez, di accoglienza del progetto.
«È stata una grande emozione per tutti i giovani del gruppo – commenta il parroco, don Federico Zago – Presi i primi contatti con il Governatorato, il 7 settembre siamo scesi a Roma per un primo sopralluogo. Ora ci siamo messi al lavoro per cominciare ad allestire l’opera nei locali della parrocchia; sarà poi smontata e portata ai primi di dicembre in Vaticano in Aula Paolo VI».
«L’idea di proporci per allestire il Presepe – commentano i giovani – è nata dopo aver vissuto, come Gruppo parrocchiale, due importanti esperienze di “periferia”: il servizio per una settimana alla mensa della Caritas di Roma “Giovanni Paolo II” a Colle Oppio nell’estate 2018 e una settimana assieme alle persone con disabilità accolte all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio a Sarmeola di Rubano (Padova) nell’estate 2019, realtà che rappresenta il cuore pulsante della carità della nostra Diocesi di Padova. In entrambe le esperienze pensavamo di metterci noi a servizio degli altri, invece ci siamo accorti di essere stati noi oggetto dell’amore delle persone incontrate. Abbiamo così intuito come ancora una volta il Signore giunga a noi in modo inaspettato e soprattutto attraverso l’incontro con quelle persone che vivono situazioni di fragilità».
Per questo motivo i giovani hanno voluto costruire la capanna, grazie alla segheria Omizzolo di Foza, utilizzando il legno raccolto dopo la tempesta Vaia che a fine ottobre 2018 ha devastato parte dei boschi dell’Altopiano di Asiago. «Utilizzare questo legno per noi significa far entrare Gesù Cristo nella povertà della nostro essere creature. Lui che, come ci ricorda l’apostolo Paolo nella sua lettera ai Filippesi (2,5b-7), “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini”».
I giovani di Gallio desiderano che ciascuna persona, accostandosi alla loro rappresentazione della Natività, nella sua semplicità, «possa ritrovare in quel rustico la sua casa e credere che ogni casa è luogo di Salvezza. Ci sentiamo, così, di “donare” a Papa Francesco non solo un semplice Presepe, ma anche la nostra giovinezza, la nostra intraprendenza, la nostra voglia di non farci rubare la speranza, il nostro desiderio di giocarci la vita per gli altri – nessuno escluso – ritrovando negli occhi di chi ci sta vicino lo sguardo del Signore che ancora una volta si posa su di noi e ci dona il suo amore misericordioso».
Per realizzare questa impresa i giovani presepisti hanno ricevuto sostegno da: Anaci Padova, A.F Energia, Fondazione Banca Popolare di Marostica – Volksbank, Caseificio Pennar, il negozio “Presbiterio” di Padova (nel ricordo del proprietario Lorenzo Stefanelli mancato prematuramente pochi mesi fa), la Cooperativa sociale Galfo, Magnet, Telemar e numerosi parrocchiani.
«Ora – concludono i giovani – non ci resta che attendere la mattina del 10 dicembre quando consegneremo ufficialmente il Presepe, assieme al nostro vescovo Claudio Cipolla, a Papa Francesco in Aula Paolo VI».
cs 118/2021
Padova, 28 ottobre 2021