ANNO DELLA VITA CONSACRATA

Con l’inizio dell’Avvento 2014, domenica 30 novembre, per la Chiesa universale ha preso il via anche l’Anno della vita consacrata, che si protrarrà fino al 2 febbraio 2016 (festa della Presentazione al tempio del Signore e Giornata mondiale per la vita consacrata).
Il vescovo Antonio Mattiazzo in occasione della festa di san Prosdocimo, patrono della Diocesi di Padova e primo vescovo (7 novembre), ha scritto un messaggio alla chiesa diocesana in cui ricorda che «la realtà della vita consacrata, nella varietà delle sue forme e presenze» è «un “bene” del tutto singolare e prezioso. Un “bene” che a volte corriamo il rischio di non vedere o di non apprezzare a sufficienza; o che talora scopriamo soltanto nel momento in cui viene a mancare. E questo succede, per es., quando un Istituto religioso chiude un’opera o è costretto a ritirare le suore da una comunità parrocchiale. Affinché la Chiesa e le comunità cristiane abbiano a ravvivare stima e a impegnarsi a promuovere e a pregare per questo “bene”, il papa Francesco ha indetto un Anno dedicato proprio alla vita consacrata».
 
Nel suo messaggio il vescovo Antonio invita «ad accogliere con gioia e operoso impegno questa importante e salutare iniziativa» che si propone «di ringraziare il Signore per questo grande dono che, pur attraversando un momento di difficoltà, soprattutto numerica, nel contesto di povertà spirituale e di conformismo della società contemporanea, è tuttora presente e vivo attraverso uomini e donne che sanno vivere la bellezza della sequela radicale di Cristo ed essere seminatori di speranza. Dobbiamo credere ed essere fiduciosi che il Signore non farà mai mancare questo segno profetico alla sua Chiesa, magari in forme diverse, aprendo nuove stagioni di grazia; ma anche di ringraziare la moltitudine di fratelli e sorelle che, o nel silenzio orante di un eremo e monastero, o nell’umile e nascosto servizio di assistenza ai malati e agli ultimi, anche tra noi e nella nostra Chiesa diocesana, costruiscono il Regno di Dio e ne tengono viva la tensione gioiosa».
 
L’anno dedicato alla vita consacrata sarà per i consacrati «un tempo opportuno per riflettere sulla propria chiamata e per cercare insieme di capire, in questo particolare momento della storia, ciò che il Signore chiede oggi alla vita consacrata per una fedeltà creativa e coraggiosa, in grado di mostrare al mondo un volto contemplativo e innamorato del Signore».
Ai fedeli e alle comunità cristiane il vescovo ricorda che «Compito di tutti noi sarà quello, anzitutto di scorgere quanto di vita consacrata c’è ancora in mezzo a noi e poi di far crescere la stima, nelle nostre comunità e nelle famiglie, per questa forma esigente ma bella di vita cristiana. Compito nostro soprattutto sarà quello di pregare di più perché siano molti a rispondere alla chiamata del Signore e perché tutti i consacrati vivano con perseverante e gioiosa fedeltà il dono ricevuto».
 
Per quanto riguarda la Diocesi di Padova c’è l’attenzione a seguire le proposte nazionale e della regione ecclesiastica Triveneto, inoltre ci sono alcune iniziative diocesane volte soprattutto all’informazione (attraverso delle uscite periodiche sul settimanale diocesano La Difesa del popolo), incontri di formazione per i consacrati e le consacrate, la celebrazione della giornata della vita consacrata il 2 febbraio 2015 (e successivamente quella conclusiva dell’anno della vita consacrata, del 2016) e la veglia diocesana di preghiera in programma il 23 aprile 2015.
 
Il panorama della vita consacrata in Diocesi di Padova è molto variegata. I dati più aggiornati, relativi al 2010, registrano circa 200 comunità femminili per un totale di circa 2000 religiose di cui un centinaio di età avanzata, mentre le comunità maschili sono 26 per un totale di circa 356 religiosi, a questi si aggiungono le tre comunità monastiche maschili di Santa Giustina, Praglia e Monte Rua, per un totale di 65 monaci e le sette comunità femminili per un totale di 77 monache (Vergini eremite francescane di Padova, Visitandine ora a Casa Madre Teresa di Calcutta di Sarmeola, Carmelitane di Monselice, Benedettine di San Daniele, Clarisse di Montagnana, Cistercensi di Montegalda, monache della Resurrezione di Cogollo del Cengio).
Si aggiungono poi le realtà delle Collaboratrici apostoliche diocesane, gli eremiti diocesani (tre uomini e quattro donne) e le Società di vita apostolica, che non prevedono l’obbligo di vita comune.
 
Consacrato è colui che professa i consigli evangelici (voti) di povertà, carità e obbedienza all’interno di forme riconosciute dall’autorità ecclesiastica di vita comunitaria, monastica o eremitica, o nelle società di vita apostolica. Il Codice di diritto canonico si occupa di queste forme di vita ai canoni 573-607.


CS 271/2014
Padova, 29 novembre 2014

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