Con la giornata di studi Antonio Bonazza e la scultura veneta del Settecento in programma venerdì 25 ottobre (ore 9.30-17) al Museo diocesano di Padova, si conclude idealmente il progetto L'anima nella pietra che la Diocesi di Padova, attraverso il Museo diocesano, ha ideato e realizzato tra la primavera e l'estate 2013, con la collaborazione dell'associazione Rossoprofili di Padova per celebrare i 250 anni dalla morte di Antonio Bonazza. Un'occasione per accompagnare il grande pubblico alla scoperta di questo scultore, figlio d'arte, che insieme al padre Giovanni e ai fratelli Francesco e Tommaso ha di fatto monopolizzato il panorama della scultura padovana per tutta la prima metà del Settecento. Quasi non c'è chiesa di Padova o del territorio che non conservi traccia dell'attività della famiglia Bonazza; e d'altra parte la mano della bottega si riconosce anche nei numerosi cicli di statue, a soggetto mitologico e profano, commissionate dalle nobili famiglie veneziane per decorare i giardini delle loro ville di campagna in diverse località del Veneto. Le opere di Antonio, però, si collocano spesso ben al di sopra del livello di quelle dei suoi contemporanei, e raggiungono esiti di eleganza e leggerezza tra i più alti della scultura veneta del Settecento.
A fronte di una serie di iniziative ' mini tour guidati nelle chiese della città, visite accompagnate ai siti più emblematici ' a carattere più divulgativo e conoscitivo di un patrimonio presente nel territorio, non poteva mancare anche l'approfondimento scientifico. Ecco allora la giornata di studi di venerdì 25 ottobre, organizzata dal Museo diocesano con la partecipazione della Fondazione Giorgio Cini onlus e dell'Università di Padova - Dipartimento dei Beni Culturali.
Sarà un convegno specialistico per fare il punto sugli studi, aggiornare il catalogo delle opere, sistemare problemi di datazione, colmare vuoti documentari attraverso nuove ricerche d'archivio, mettere a fuoco la personalità umana e artistica di Antonio Bonazza, delineare i caratteri del suo stile e comprenderne l'evoluzione, esplorare nuovi percorsi di ricerca nei rapporti tra la sua arte e quella dei suoi contemporanei.
Tutto ciò a distanza di più di mezzo secolo dalla monografia che Camillo Semenzato (1957) dedicò allo scultore padovano, uno studio ancora fondamentale che fu seguito solo da sporadici contributi, certamente validi, ma senza che si sia avvertita la necessità di ripensare in modo organico e complessivo all'attività di Antonio.
Al convegno, interverranno alcuni tra i maggiori esperti di scultura veneta del Settecento, che negli ultimi anni hanno contribuito con nuovi studi alla conoscenza dell'opera della famiglia Bonazza. Tra i progetti di ricerca più importanti attivati in anni recenti sono da segnalare l'Atlante della Statuaria Veneta da Giardino, promosso dall'Istituto Regionale Ville Venete e condotto dall'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione Giorgio Cini, ma anche la campagna di Inventariazione dei beni culturali ecclesiastici realizzata dalla Diocesi di Padova, che ha portato a termine una mappatura dettagliata della produzione scultorea nelle chiese di Padova e del territorio. È da queste esperienze, e dal confronto tra gli studiosi e gli operatori impegnati in questi progetti di catalogazione, che è nata l'idea della giornata di studi.
La presenza al convegno di studiosi delle Università di Lubiana e di Fiume, inoltre, consentirà di gettare uno sguardo alla produzione dei Bonazza nei territori al di là dell'Adriatico che, come è noto, erano all'epoca dominio della Serenissima, allargando la prospettiva anche al di fuori del Veneto e dell'Italia.
Infine, è importante ricordare gli interventi di restauro realizzati negli ultimi anni su alcune opere significative di Antonio e della famiglia, grazie anche al generoso sostegno di privati: per citare i più importanti solo a Padova, la facciata della chiesa di San Canziano (2003), l'apparato scultoreo della chiesa del Torresino (2003), il grande altare della Madonna nella chiesa dei Servi (2007), i due busti-ritratto di Benedetto XIV e Carlo Rezzonico della Cattedrale (2008). Questi interventi, realizzati con la direzione scientifica della Soprintendenza, oltre ad arrestare il degrado delle opere e a restituirne il perduto splendore, hanno il merito di aver offerto nuove informazioni relative ai materiali e alle tecniche impiegati dagli scultori, dati tecnici che saranno presentati al convegno e potranno essere incrociati con quelli offerti dalla ricerca storico-artistica.
La giornata di studi su Antonio Bonazza concluderà dunque un progetto articolato con il quale la Diocesi di Padova, attraverso il Museo Diocesano, ha cercato la sinergia con diverse istituzioni, operatori del settore, professionalità, al fine di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del proprio ricco patrimonio di arte e di fede.
Il programma prende inizio alle ore 9.30. Dopo i saluti della autorità il direttore del Museo diocesano, Andrea Nante presenterà la giornata di studi. Durante la mattinata, presieduta da Andrea Tomezzoli, sono previsti gli interventi di: Simone Guerriero, della Fondazione Giorgio Cini onlus (Giovanni e Antonio Bonazza, tra eredità e invenzione); Matej Klemencic, Università di Lubiana (Antonio Bonazza, Francesco Robba, Giovanni Maria Morlaiter: il tema degli Angeli adoranti); Damir Tulic, Università di Rijeka ' Croazia (Le opere dei Bonazza sulla sponda orientale dell'Adriatico); Paolo Goi, Museo diocesano di Concordia Pordenone (I Bonazza e il loro influsso in Friuli).
Dopo il dibattito e la pausa pranzo, i lavori riprenderanno alle ore 15 con una sessione presieduta da Paola Rossi, dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Interverranno: Monica De Vincenti, Fondazione Giorgio Cini onlus (La statuaria da giardino di Antonio Bonazza); Massimo Grassi dell'Università di Trieste (Tra antico e Cinquecento: fonti visive per Antonio Bonazza); Denis Ton, Università di Padova (I Bonazza e la pittura veneta: interazioni e scambi); mentre Monica Pregnolato, della Soprintendenza per i beni storico-artistici delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso insieme a Egidio Arlango, restauratore e conservatore di beni culturali parleranno dell'altare dell'Addolorata nella chiesa padovana dei Servi: dal cantiere di restauro la lettura tecnica e materica di una 'straordinaria invenzione'.
La partecipazione alla giornata di studi consente l'acquisizione di un credito formativo per gli studenti dei corsi di laurea in Storia e tutela dei beni artistici e musicali e in Progettazione e gestione del turismo culturale dell'Università degli Studi di Padova.
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