Domani, venerdì 13 marzo, alle ore 21, nella chiesa di San Pio X, in via Grassi 44 a Padova, celebrazione del mandato per l’avvio del Centro di ascolto delle povertà e delle risorse del vicariato di Torre. Con questo salgono a 21 i Centri di ascolto vicariali delle povertà e delle risorse CdAVx di Caritas nel territorio diocesano ed entro il mese di marzo saranno 26 su 38 vicariati. Il progetto è partito nel 2013 ed è portato avanti da Caritas diocesana in collaborazione con associazione Adam.
Ciascun Centro di ascolto vicariale viene preparato da a un periodo di formazione con percorsi specifici nei singoli territori e incontri di confronto con i volontari e i parroci delle zone, per definire obiettivi, finalità, dettagli e operatività condivise.
L’avvio del Centro di ascolto vede un momento “simbolico” con una cerimonia di assegnazione del “mandato”, alla presenza dei volontari e dei coordinatori che opereranno nel centro, dei presbiteri del vicariato e del direttore di Caritas Padova, don Luca Facco.
«Con l’avvio di altri centri di ascolto vicariale – spiega il direttore di Caritas Padova, don Luca Facco – prosegue il lavoro di Caritas nel territorio tramite i vicariati». L’impegno di Caritas diocesana è di valorizzare appieno le Caritas parrocchiali, chiamate ad accompagnare le famiglie e le persone in difficoltà – spiega il direttore – in quanto sono più vicine alle realtà in difficoltà e contemporaneamente possono attivare le risorse esistenti nel territorio, «ma quando intercettano un bisogno più complesso che necessita di maggiore attenzione ecco che le Caritas parrocchiali possono rivolgersi al centro di ascolto vicariale, che è un’ulteriore risorsa per il vicariato. Il Centro di ascolto vicariale è sussidiario alla Caritas parrocchiale».
Il Centro di ascolto vicariale dispone di tre strumenti in più rispetto alla dimensione parrocchiale: può attivare un ascolto più dettagliato, forte della norma privacy a cui si attiene; ha una mappatura delle risorse del vicariato tali da permettere uno sguardo allargato a più realtà – Ulss, Comuni, Regione ecc. – e quindi può avere a disposizione maggiori informazioni per affrontare i diversi casi; infine ha un conto corrente vicariale specifico che permette che le risorse economiche del territorio rimangano a disposizione delle povertà del vicariato stesso, senza passare per la Caritas diocesana.
CS 69/2015
Padova, 12 marzo 2015
Ciascun Centro di ascolto vicariale viene preparato da a un periodo di formazione con percorsi specifici nei singoli territori e incontri di confronto con i volontari e i parroci delle zone, per definire obiettivi, finalità, dettagli e operatività condivise.
L’avvio del Centro di ascolto vede un momento “simbolico” con una cerimonia di assegnazione del “mandato”, alla presenza dei volontari e dei coordinatori che opereranno nel centro, dei presbiteri del vicariato e del direttore di Caritas Padova, don Luca Facco.
«Con l’avvio di altri centri di ascolto vicariale – spiega il direttore di Caritas Padova, don Luca Facco – prosegue il lavoro di Caritas nel territorio tramite i vicariati». L’impegno di Caritas diocesana è di valorizzare appieno le Caritas parrocchiali, chiamate ad accompagnare le famiglie e le persone in difficoltà – spiega il direttore – in quanto sono più vicine alle realtà in difficoltà e contemporaneamente possono attivare le risorse esistenti nel territorio, «ma quando intercettano un bisogno più complesso che necessita di maggiore attenzione ecco che le Caritas parrocchiali possono rivolgersi al centro di ascolto vicariale, che è un’ulteriore risorsa per il vicariato. Il Centro di ascolto vicariale è sussidiario alla Caritas parrocchiale».
Il Centro di ascolto vicariale dispone di tre strumenti in più rispetto alla dimensione parrocchiale: può attivare un ascolto più dettagliato, forte della norma privacy a cui si attiene; ha una mappatura delle risorse del vicariato tali da permettere uno sguardo allargato a più realtà – Ulss, Comuni, Regione ecc. – e quindi può avere a disposizione maggiori informazioni per affrontare i diversi casi; infine ha un conto corrente vicariale specifico che permette che le risorse economiche del territorio rimangano a disposizione delle povertà del vicariato stesso, senza passare per la Caritas diocesana.
CS 69/2015
Padova, 12 marzo 2015
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