Fu papa Giovanni XXIII prima a volere e poi a celebrare la canonizzazione del beato Gregorio Barbarigo il 26 maggio 1960. Esattamente cinquant'anni fa. E domani, mercoledì 26 maggio, alle ore 19, nella chiesa del seminario Maggiore a Padova, in via del Seminario 29, sarà mons. Danilo Serena a presiedere una celebrazione eucaristica per ricordare il santo, che del seminario diocesano fu il fondatore.
Gregorio Barbarigo fu vescovo di Padova dal 1664 al 1697 e molte sono le opere legate al suo ministero episcopale e altrettanto numerose le tracce della sua presenza. Nel 1670 il Barbarigo fondò la tipografia per stampare libri in latino, ma anche in italiano, greco, arabo e nei dialetti orientali; a lui si deve la traduzione in latino del Corano. Ma al vescovo Barbarigo si deve soprattutto l'edificazione del seminario diocesano e l'impostazione di un regolamento di studi severo che spaziava dalla teologia all'ascetica.
Mons. Claudio Bellinati, appassionato studioso e conoscitore del Barbarigo (porta la sua firma la biografia del santo redatta nel 1960 e ora ripubblicata ampliata e riveduta dalle edizioni Messaggero) così descrive il santo vescovo in un testo pubblicato nel periodico del seminario Cor Cordis: «È nota la sua devozione al Crocifisso e come passasse le ore intere, in preghiera, dinanzi all'immagine che possedeva nella sua cappellina, soprattutto prima delle ordinazioni sacerdotali. Il Barbarigo non si lasciava sopraffare dalle difficoltà di un apostolato 'moderno', nel quale il peggior pericolo non è tanto il soffrire, quanto il sottrarsi in vario modo alla sofferenza intrinseca all'apostolato stesso. Chi è dedito alla contemplazione, non si farà mai travolgere dall'azione, dall'agitazione; perché il silenzio, la preghiera, il colloquio dell'anima con Dio è l'antidoto sicuro contro ogni forma di recessione nell'impegno assunto con la sacra ordinazione. Ogni sacerdote ha la sua specificità, il proprio modo di attuare quel ministero di grazia, che è in ogni tempo la vocazione. Il 50° di canonizzazione di Gregorio Barbarigo, al quale deve molto la nostra diocesi, sia per noi preti motivo e stimolo per invocarlo nell'attuazione del nostro ministero; e soprattutto un esempio di grande dedizione a Dio e al servizio o diaconia verso ogni creatura umana».
Gregorio Barbarigo nacque nel 1625 a Venezia da una famiglia patrizia. Avviato alla carriera diplomatica, nel 1643 accompagna l'ambasciatore veneziano Alvise Contarini a Münster (Germania) per le negoziazioni in preparazione alla pace di Westfalia, che concluse la guerra dei trent'anni. In Germania Barbarigo conosce il nunzio Fabio Chigi, futuro papa Alessandro VII, la cui amicizia segnerà la sua vocazione alla vita religiosa sacerdotale. Il 21 dicembre 1655 Gregorio Barbarigo viene ordinato prete e il 29 luglio 1657 vescovo, destinato alla cattedra di Bergamo. Il 24 marzo 1664 entra in diocesi di Padova dove rimarrà fino alla morte il 18 giugno 1697, giorno in cui tutt'oggi la chiesa diocesana celebra l'assemblea del clero in sua memoria e a conclusione delle attività pastorali dell'anno.
Il processo di canonizzazione di Gregorio Barbarigo è molto lungo. Già due anni dopo la sua morte, nel 1699, venne avviata prima un'indagine preliminare e poi il processo ordinario per evidenziare gli elementi della sua vita, virtù e miracoli. Tra il 1699 e il 1716 vennero avviate otto indagini nei luoghi dove aveva operato: Padova, Bergamo, Venezia, Firenze, Roma, Benevento, Modena e Milano.
Nel 1723 fu avviato il processo apostolico a Roma. Dopo un momento di stasi, la causa venne ripresa dal cardinale Rezzonico intorno agli anni Quaranta del Settecento. Il 16 luglio 1761 Gregorio Barbarigo venne beatificato dallo stesso Rezzonico, divenuto papa Clemente XIII. Da qui in poi ci fu un lungo silenzio, fino a che il vescovo Girolamo Bortignon cercò di far riaprire la causa. Fu papa Giovanni XXIII il 26 maggio 1960 a proclamarlo santo.
Padova, 25 maggio 2010
comunicato stampa 130/2010