Apprendo che un presbitero della Chiesa di Padova è stato condannato, oggi, in primo grado di giudizio in merito alle accuse che gli erano state mosse.
Questa notizia mi addolora profondamente e addolora l’intera Chiesa padovana. Sono vicino al minore e alla sua famiglia, a cui avevo già espresso con una lettera privata la sofferenza e il turbamento per questa vicenda, non essendo stato opportuno un incontro personale durante le fasi processuali.
Se come Chiesa ci siamo mossi tempestivamente, non appena informati dell’indagine e del procedimento a carico di questo sacerdote (sollevandolo prudenzialmente dall’incarico di parroco e attuando tutti i passi previsti sul piano canonico), ciò non ci toglie l’amarezza e il disagio che proviamo.
Dolore per la vittima e la sua famiglia, segnate da questa esperienza, a cui ribadiamo il forte dispiacere e la vicinanza.
Dolore per un presbitero che ha disatteso il suo ruolo, anche educativo e formativo, per la sua famiglia e per la comunità che guidava, che proprio recentemente ho incontrato in occasione della festa del santo patrono.
Dolore per il sospetto e il discredito che fatti di questa natura gettano, purtroppo e ingiustamente, anche su quanti operano quotidianamente in fedeltà al Vangelo.
CS 122/2017
Padova, 3 ottobre 2017