Gemme di carità e giustizia. Il racconto di una vita è il volume (edizione EDB) che verrà presentato mercoledì 13 dicembre, alle ore 15, a Padova in Sala San Gregorio Barbarigo (Museo diocesano), ingresso da piazza Duomo.
L’autore è Giovanni Nervo!
La Fondazione Zancan, invitata a scrivere una biografia di mons. Nervo, ha infatti scelto di realizzarla attraverso gli scritti stessi di don Giovanni.
Il volume, realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Emanuela Zancan, per le edizioni Dehoniane, è stato curato da Diego Cipriani (Caritas Italiana) e Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan). La presentazione “padovana”, vede gli interventi di: mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova (Don Giovanni nella Chiesa di Padova); Emanuele Rossi, docente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa (Le gemme di don Giovanni nello sviluppo del welfare italiano); don Luciano Bordignon, docente di teologia della carità (La carità come principio ispiratore della vita cristiana); Diego Cipriani e Tiziano Vecchiato, curatori del volume (Gemme di carità e giustizia. Guida alla lettura). Le conclusioni sono affida te a Cesare Dosi, presidente della Fondazione Emanuela Zancan. Al termine della presentazione, alle ore 17.30 per chi lo desidera, in Cattedrale sarà celebrata una messa in ricordo di don Giovanni Nervo.
«Il volume – si legge nella nota dei curatori – si articola in due parti: Luci dell’alba e Parole di una vita. È la sintesi di una vita raccontata da don Giovanni con le sue parole e con le gemme del suo pensiero […] Abbiamo pensato che l’unico modo per raccontare la sua vita fosse lasciarlo fare a lui. Scriveva tanto per dire l’essenziale; molti lo ascoltavano perché arrivava al cuore, credenti e non credenti, insieme attirati da come raccontava il vangelo, in dialogo con la Costituzione, e preoccupati che carità e giustizia facessero posto ai poveri».
La prima parte – Luci dell’alba – raccoglie gli “appunti autobiografici” redatti dallo stesso don Giovanni Nervo, attraverso i passaggi più importanti e le esperienze fondamentali che l’hanno preparato al compito più importante della sua vita: promuovere e organizzare la Caritas Italiana. «Cinque esperienza fondamentali della mia vita mi hanno preparato provvidenzialmente a questo compito – scrive Nervo – la resistenza (1943-1945) e l’assistenza agli ex internati della Germania (1945); il contatto diretto con il mondo operaio come assistente provinciale delle Acli (1945-1950) e come cappellano dell’Onarmo (1951-1965); il rapporto con i giovani come insegnante di religione (1946-1963); il rapporto con i servizio sociali attraverso la Scuola di servizio sociale (1951-1971) e la Fondazione Zancan (1964-1997); l’esperienza della parrocchia di Santa Sofia (1965-1969). Avendo queste esperienze forse non mi sono accorto che rispondevano a un progetto che il Signore aveva per la mia vita: la Caritas Italiana. Riflettendo ora su queste esperienze mi rendo conto che, nella provvidenza del Signore che con il suo paterno amore guidava la mia vita, ciascuna esperienza portava un contributo specifico al progetto globale».
La seconda parte – Parole di una vita – si soffermano su sette parole care a don Giovanni, ripercorse attraverso suoi scritti, interventi, articoli: Fraternità, Pace e solidarietà, il Bene, Vangelo e Costituzione, Responsabilità, Carità, Fede.
Nella Prefazione, mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova sottolinea: «Nella terra santa che è la Chiesa di Padova, dove c’è un fuoco che arde ma non si consuma, riconosco tra le lingue di fuoco anche il volto sorridente e l’apporto umile e portentoso di don Giovanni, mons. Nervo, che ha contribuito in maniera rilevante proprio con la normalità e semplicità dei suoi tratti, ma anche con il suo stare nella quotidianità e semplicità della vita della gente… nonostante le importanti responsabilità che gli erano state richieste! […] Ha presentato il volto bello della Chiesa, quello che sa parlare di vangelo anche a chi è lontano, che sa parlare di vangelo con la vita, che sa parlare di vangelo incarnandosi dentro la vita».
Nella Postfazione mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana, ricordando la “provvidenza” che tanto ricorre negli scritti di mons. Nervo, evidenzia che «Il progetto che il Signore aveva su di lui era quello della Caritas Italiana. Beninteso, non tanto quello di una struttura e di un’organizzazione, benché Nervo stesso fosse convinto che servissero entrambe. Quanto piuttosto del messaggio, semplice ma fondamentale, che attraverso la Caritas la Chiesa voleva e vuole dare alle nostre comunità: che cioè la carità non è un optional per un cristiano e che se un giorno saremo giudicati dall’amore che abbiamo riversato su questa terra, non potremo scusarci nel dire: “C’era la Caritas!”».
Leggere queste pagine, ossia tornare alla fonte – conclude il presidente di Caritas Italiana – «può aiutare a riscoprire il progetto iniziale».
Segreteria organizzativa: 049 663800, email fz@fondazionezancan.it
CS 191/2017
Padova, 11 dicembre 2017