Don Stefano Ferraretto, don Nicola De Guio, Elisabetta Corà sono loro i tre fidei donum che avvieranno la nuova missione diocesana in terra africana, e più precisamente in Etiopia. Partiti ieri sera da Venezia e atterrati stamane, venerdì 11 gennaio, ad Addis Abeba, accompagnati dal direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Missione, don Raffaele Gobbi. Ad Addis Abeba rimarranno alcuni mesi per imparare i primi rudimenti della lingua oromo. Successivamente si trasferiranno nella prefettura di Robe, dove opera già il vescovo emerito di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, per dare vita alla nuova missione diocesana in terra africana. Con loro sale a 22 il numero di missionari fidei donum (19 preti e 3 laici) inviati direttamente dalla Chiesa di Padova nelle proprie missioni diocesane in Brasile, Kenya, Ecuador, Thailandia e ora Etiopia.
La missione diocesana in Etiopia era stata annunciata ufficialmente lo scorso giugno dal vescovo Claudio Cipolla a ridosso della Festa della Missione. I tre missionari fidei donum hanno poi trascorso un periodo di formazione al Centro unitario missionario di Verona e alcune settimane in Inghilterra per impratichirsi con la lingua inglese e ora sono pronti per iniziare questa nuova esperienza di chiesa nascente in Etiopia, terra di prima evangelizzazione, dove la presenza cattolica si aggira intorno allo 0,03% della popolazione. Durante il periodo delle feste natalizie hanno incontrato il vescovo Claudio per un momento di saluto e augurio prima della partenza.
I missionari partiti sono due preti e una laica: don Stefano Ferraretto, originario di Ponso (Pd), classe 1983, prete dal 2008, prima della partenza assistente in Seminario Maggiore; don Nicola De Guio, originario di Mezzaselva di Roana, sull’Altopiano di Asiago (Vi), classe 1970, già missionario in Ecuador dal 2002 al 2013 e successivamente parroco moderatore dell’unità pastorale di Canove (Vi); Elisabetta Corà, una giovane 24enne di Asiago (Vi), laureata in teologia alla Facoltà teologica del Triveneto.
Dopo il periodo di formazione ad Addis Abeba i tre raggiungeranno Kokossa, capoluogo della provincia di West Arsi su un altopiano a 2.670 metri sul livello del mare, qui faranno base i due sacerdoti, mentre Elisabetta Corà proseguirà fino a Kofale, cittadina a una settantina di chilometri dal capoluogo, dove risiedono mons. Mattiazzo, dei frati cappuccini e alcune suore.
La missione in Etiopia è stata «una chiamata rivolta alla nostra diocesi» aveva dichiarato mons. Cipolla alla presentazione. Chiamata che la Chiesa di Padova ha accolto dopo un cammino di verifica e di condivisione. «Una chiamata che viene anche dalla Chiesa universale che ha indicato l’Etiopia come una delle realtà missionarie da privilegiare e che ci ha direttamente interpellati tramite il Prefetto del dicastero sull’evangelizzazione dei popoli, che ha visto nella storia missionaria della Chiesa di Padova, l’esperienza e la capacità generativa di nuovi frutti di vangelo, tra i poveri più poveri».
Essere aperti alla missione è elemento costituente dell’essere cristiano aveva sottolineato mons. Cipolla a giugno: «Ogni cristiano è missionario ed è incaricato di annunciare il Vangelo nei suoi ambiti di vita. Essere chiesa in missione oggi spiritualmente significa accettare di essere mandati da qualcun altro, per noi è il Signore».
E se è vero che ogni terra è terra di missione: «ci sentiamo responsabili dell’annuncio a tutti gli uomini del mondo e anche la nostra Chiesa locale si sente chiamata ad andare ovunque ci sia l’opportunità di parlare del Vangelo, soprattutto dove ci sono situazioni di povertà».
La Prefettura di Robe si trova nella grande regione dell’Oromia. La Prefettura comprende un territorio di 102.769 km2 con una popolazione complessiva di 3,3 milioni di abitanti. Le lingue fondamentali parlate sono l’oromo e il somalo. In quell’area una stima approssimativa indica di religione islamica il 97% della popolazione, mentre i fedeli ortodossi sono circa il 2,5%. La presenza della Chiesa cattolica è recente e si contano circa 1500 fedeli che rappresentano lo 0,05% della popolazione locale.
L’attività pastorale si orienta a prima evangelizzazione e dialogo interreligioso, pastorale rurale, promozione umana e attività di formazione e di istruzione scolastica (in quest’ultima prospettiva, l’Istituto Barbarigo, che sta vivendo l’anno del Centenario, ha avviato un progetto per sostenere la scuola di Dinsho, nei pressi del territorio della nuova missione diocesana).
«Se intraprendiamo questa missione è per dare testimonianza del dono che sentiamo di aver ricevuto quando siamo stati iniziati alla fede. Il nostro andare in missione è gratitudine e condivisione» ha commentato don Raffaele Gobbi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della missione, che sta accompagnando i tre fidei donum in questi primi giorni in Etiopia.
CS 05/2018
Padova, 11 gennaio 2019