cs 50/20 Messa alla Cappella degli Scrovegni

 Messa alla Cappella degli Scrovegni: dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, parole di incoraggiamento, fiducia e l’invito a testimoniare l’amore di Dio nell’amore e nella vicinanza ai fratelli in questo difficile momento che stiamo vivendo

Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, stamane, mercoledì 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, ha celebrato a porte chiuse, la messa nella splendida cornice della Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto. Un capolavoro del Trecento, dedicato a Maria Annunciata, che venne consacrata il 25 marzo 1305. Da allora in questa data, per ricordare questo evento si celebrare la messa nella solennità dell’Annunciazione.

Un invito a celebrare che il vescovo Cipolla ha accolto subito, anche per la possibilità di celebrare in una cappella dedicata all’Annunciazione che in origine era titolata a Santa Maria della carità: «L’Annunciazione è il segno della carità di Dio, del suo amore – ha ricordato mons. Cipolla nell’omelia – Questo atteggiamento del Signore viene portato a Maria perché accolga in sé l’amore di Dio e i cristiani accolgono ancora oggi questo impegno di Dio ad amare continuamente tutta l’umanità».

«Siamo invitati a tradurre l’amore di Dio in gesti di amore, di carità» ha sottolineato il vescovo, anche quando, come ora, la pandemia mette insicurezza e ci porta a interpretare la preghiera come una pretesa.

«La celebrazione di oggi ci insegna ad avere l’atteggiamento di Maria quando dice: “Eccomi, sono la serva del Signore. E la preghiera ci deve portare ad avere in noi l’atteggiamento di Maria, non ci esonera da tutti i nostri impegni, ma rende il nostro cuore capace di amare, come il cuore di Dio» ha sottolineato il vescovo, che ha concluso con un invito e un incoraggiamento: «Celebrare la festa dell’Annunciazione in questo contesto significa per me invitare tutti ad avere tanta forza e tanto coraggio nel combattere qualsiasi male, anche quello del coronavirus, facendo tutto il possibile, come uomini e donne, mettendoci a disposizione gli uni degli altri, attivando con creatività tutti i gesti, le attenzioni, le parole che possono trasmettere quell’amore che noi riceviamo nella preghiera del Signore. Vorrei in questo modo essere di incoraggiamento, anche con questa testimonianza della festa dell’Annunciazione, per coloro che sono in difficoltà, per le famiglie che hanno qualche ammalato, per quelli che sono ricoverati negli ospedali, per quanti non possono essere ricoverati negli ospedali pur essendo positivi ai test: a tutti vorrei dire guardatevi attorno, ci sarà qualcuno tra noi cristiani disponibile a darvi un segno di questo amore, ad esservi accanto, ad essere vicino e vorrei invitare anche tutti noi cristiani, in forza di questo amore che riceviamo dal Signore, a saper essere generosi, nella prudenza necessaria, nel metterci a disposizione di chi è in difficoltà. Maria ci aiuti nell’accogliere, come ha fatto lei, l’amore del Signore e nel tradurlo in storia e in esperienze concrete della nostra umanità».

CS 50/2020

Padova, 25 marzo 2020

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