cs 92/2025 Il Canova mai visto. Ultimi giorni per visitare la mostra che in tre mesi ha registrato oltre 20 mila visitatori

IL CANOVA MAI VISTO: 

ultimi giorni per visitare la mostra che in tre mesi ha registrato oltre 20 mila visitatori 

Iniziative e visite guidate speciali nell’ultimo fine settimana (6-8 giugno 2025)

C’è tempo fino all’8 giugno per visitare la mostra

 Ultimi giorni per visitare la mostra “Il Canova mai visto. Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani”, allestita nelle sale del Museo diocesano di Padova. Aperta lo scorso 8 marzo, la mostra che ha al centro il monumento funebre di Louise Diede zum Fürstenstein von Callenberg, con lo straordinario e unico vaso cinerario realizzato da Antonio Canova, chiuderà il prossimo 8 giugno 2025. In tre mesi di apertura ha registrato oltre 20 mila visitatori e per l’ultimo fine settimana sono state programmate alcune iniziative speciali e l’apertura straordinaria fino alle ore 20 domenica 8 giugno.

Si inizia venerdì 6 giugno con due visite guidate in programma rispettivamente alle ore 17.00 con Vittorio Pajusco, curatore della mostra e l’altra alle ore 18.30 accompagnati da Andrea Nante, direttore del Museo diocesano e curatore della mostra.

Sabato 7 giugno viene invece proposta alle ore 10.00 una passeggiata canoviana guidata dallo storico dell’arte Giulio Pietrobelli, che prenderà il via dalla chiesa degli Eremitani (al cui esterno era collocato il monumento funebre) per arrivare al Museo diocesano dove si gusterà la mostra. Nel pomeriggio, invece, sarà il direttore del Museo diocesano Andrea Nante, alle ore 16.30 a condurre i visitatori alla scoperta di particolarità, aneddoti e curiosità che i pezzi proposti in mostra conservano e raccontano.

Infine, domenica 8 giugno, ultimo giorno di apertura della mostra, saranno due le visite guidate, una alle ore 18.00 con il direttore e curatore Andrea Nante e una alle ore 18.30Nell’ultimo giorno, inoltre il Museo diocesano rimarrà straordinariamente aperto al pubblico fino alle ore 20.00.

Per queste iniziative speciali è previsto solo il biglietto d’ingresso: 6 €, ma è necessario prenotarsi scrivendo a info@museodiocesanopadova.it

Info: www.museodiocesanopadova.it

I visitatori in questi giorni potranno comunque visitare la mostra negli orari consueti del Museo diocesano:

lunedì 13.30- 18.00 (ultimo ingresso ore 17.15)

martedì – domenica (e festivi, Pasqua esclusa) 10.00 – 13.00 (ultimo ingresso ore 12.15), 13.30 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.15)

La mostra

Al centro della mostra c’è il Vaso cinerario di Louise Diede zum Fürstenstein nata von Callenberg, ora patrimonio della Chiesa di Padova, originariamente collocato nel giardino esterno della chiesa degli Eremitani a Padova. L’opera in marmo, realizzata da Antonio Canova tra il 1803-1807, data per distrutta dai bombardamenti del marzo 1944, che ferirono la città e danneggiarono profondamente il complesso degli Eremitani, è stata ritrovata negli ambienti della parrocchia grazie a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici (beweb) per il volume della Regione Veneto dedicati allo scultore di Possagno.

L’opera ebbe una lunga e travagliata gestazione e solo alla fine dell’estate del 1807 giunse a Padova e venne collocata nello spazio verde dietro l’abside della chiesa degli Eremitani, dove venne piantato appositamente un cipresso che ancora oggi esiste.

Il raffinato vaso destinato a simboleggiare e rievocare le ceneri della nobildonna venne commissionato ad Antonio Canova. Era posto al centro di un monumento funebre ideato da due “firme” del tempo: l’architetto Giannantonio Selva e lo scultore Domenico Fadiga. Il vaso canoviano era sostenuto da un cippo, in corrispondenza di una stele e delimitato da sette candelabri. L’abate Stefano Antonio Morcelli venne incaricato di comporre l’epigrafe da porre sulla stele e l’amico Johann Wolfgang Goethe venne coinvolto per l’iscrizione dedicatoria sul cippo che reggeva l’urna.

Attorno a questo prestigioso ritrovamento si articola la mostra che propone al pubblico la ricomposizione dell’intero monumento funerario. Il tutto corredato da altre opere canoviane (tra cui la preziosa collezione di stampe Manfredini), mentre una sezione è interamente dedicata a una serie di documenti, lettere e scritti del fratello ed erede dell’artista di Possagno, mons. Giovanni Battista Sartori Canova (di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla nascita [1775-1858]), in gioventù alunno del Seminario vescovile di Padova. Documenti attestanti il legame del presule con il suo amato Seminario, che conserva un altrettanto pregiato medagliere (anch’esso in mostra) con una collezione di ben 3.600 monete dell’antica Roma in parte fornite dallo stesso Antonio Canova al fratello e utilizzate come elementi di riferimento iconografico per alcune sue sculture.

Non mancano tra gli oggetti esposti calchi, gessi, incisioni, stampe, dipinti, lettere, documenti che raccontano non solo la preziosità dell’opera di Antonio Canova, ma anche il suo rapporto con Padova e la ricca rete di relazioni con esponenti dell’aristocrazia europea.

Il percorso espositivo si articola lungo tutto il Museo diocesano, all’interno del Palazzo vescovile: dalla sala Barbarigo che ospita la parte di documentazione storica, il medagliere e alcune sculture in gesso, e che già nel suo allestimento permanente espone il busto di mons. Giovanni Battista Sartori Canova, al monumentale Salone dei vescovi che ospita la ricostruzione dell’interno monumento funebre della nobildonna von Callenberg, così come si presentava all’esterno della chiesa degli Eremitani, all’ombra di un famoso cipresso, tuttora esistente.

Il percorso racconta attraverso opere e documenti una storia avvincente, dai tratti romanzeschi, condita da qualche curiosità, che unisce personaggi illustri, artisti, aristocratici europei in un puzzle che si ricompone grazie alle storie che ogni pezzo in mostra conserva.

La mostra, curata da Andrea Nante, Elena Catra, Vittorio Pajusco, è organizzata dalla Diocesi di Padova (attraverso il Museo diocesano di Padova, il Servizio diocesano per l’Arte sacra e i Beni culturali ecclesiastici, la Biblioteca del Seminario vescovile e l’Archivio storico diocesano), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.

CS 92/2025
Padova, 4 giugno 2025

 

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