L’avvio di 47 Collaborazioni pastorali all’interno dei nuovi 16 vicariati

cs 99/2025 Come cambia la “geografia pastorale” della Diocesi di Padova

Mercoledì 18 giugno 2025

Attuazione del Sinodo diocesano

COME CAMBIA LA “GEOGRAFIA PASTORALE”

della Diocesi di Padova

L’avvio di 47 Collaborazioni pastorali all’interno dei nuovi 16 vicariati

 

Entra sempre più nel vivo l’attuazione del Sinodo diocesano conclusosi il 25 febbraio 2024. Tre erano le proposte emerse dai lavori sinodali sul futuro della Chiesa di Padova, sottoposte e successivamente approvate dal vescovo Claudio Cipolla, con la Lettera post-sinodale “Ripartire da Cana”: i ministeri battesimali (su cui il lavoro è iniziato già quest’anno e proseguirà per tutto il prossimo anno pastorale); le Collaborazioni pastorali (che ridisegnano la geografia pastorale della Diocesi, coinvolgendo tutte le parrocchie in un processo di collaborazione); i Piccoli gruppi della Parola (che saranno alimento per la vitalità delle comunità cristiane).

In occasione della festa di San Gregorio Barbarigo (18 giugno 2025), tradizionalmente festa per il clero diocesano in cui si ricordano i diversi anniversari di ordinazione, quest’anno il vescovo Claudio ha indetto un’ASSEMBLEA DIOCESANA che si terrà mercoledì 18 giugno, dalle 19.30 alle 21.00 in basilica Cattedrale e sarà l’occasione per presentare alla Diocesi la nuova “geografia pastorale” con la definizione e l’avvio ufficiale di 47 COLLABORAZIONI PASTORALI e 16 VICARIATI.

All’Assemblea diocesana sono invitati i preti diocesani, i diaconi, i vicepresidenti dei Consigli pastorali parrocchiali, i membri dell’Assemblea sinodale e della Consulta delle aggregazioni laicali, i rappresentanti di consacrati e consacrate; i nuovi vicari foranei e i coordinatori (presbiteri e laici) delle neonate Collaborazioni pastorali. Fatti salvi i suddetti invitati ogni parrocchia potrà partecipare con un massimo di altre cinque persone.

L’Assemblea diocesana torna dopo sei anni (l’ultima venne celebrata nel 2019): gli anni della pandemia e l’avvio del Sinodo diocesano hanno infatti modificato i consueti calendari diocesani. Ora che il Sinodo si è concluso e che la Lettera post-sinodale del vescovo Claudio “Ripartire da Cana” ha delineato l’indirizzo pastorale per la Chiesa di Padova, ci si torna a riunire per dare avvio ufficiale alle Collaborazioni pastorali, nuovo “elemento” nella geografia pastorale della Diocesi di Padova.

Annunciate e abbozzate nella Lettera post-sinodale, le Collaborazioni pastorali, dopo una serie di valutazioni, sono arrivate ora a definizione, ciascuna con un suo nome, un coordinatore presbitero e uno laico eletti nelle scorse settimane, e verranno presentate ufficialmente durante l’Assemblea diocesana del 18 giugno, festa di san Gregorio Barbarigo di cui quest’anno ricorrono i 400 anni dalla nascita (1625-2025).

La Diocesi di Padova che è composta di 454 parrocchie sarà ora pensata attraverso 47 Collaborazioni pastorali e 16 Vicariati, che hanno precisi compiti e confini.

Le Collaborazioni pastorali sono dei gruppi di parrocchie, che vanno da un minimo di 5 a un massimo di 22 parrocchie, con una presenza abitativa al loro interno che varia dai circa 9mila della più piccola ai 45mila abitanti della più consistente. La geografia delle Collaborazioni pastorali segue principalmente tre criteri – l’omogeneità territoriale, l’amministrazione comunale di riferimento e la valorizzazione di percorsi e collegamenti pastorali già in atto – che sono stati però valutati con flessibilità proprio per facilitare il percorso di attuazione in base alle specificità delle zone.

Compiti delle Collaborazioni pastorali nel loro impegno a valorizzare e sostenere ogni parrocchia, hanno tre compiti specifici:

  • l’attenzione al territorio in cui sono inserite le parrocchie;
  • uno stile condiviso nell’assumere le scelte e i percorsi diocesani
  • la formazione unitaria degli operatori pastorali

Il vescovo Claudio nella Lettera post-sinodale, al n. 48 scrive «Individuo soprattutto due valori nelle Collaborazioni pastorali. Il primo riguarda il coinvolgimento di tutte le parrocchie della Diocesi. Tutte, con gradualità, entreranno in una forma di sinergia organica: nessuna parrocchia si penserà da sola, staccata dalle altre come se potesse bastare a se stessa. Il secondo: le Collaborazioni pastorali attiveranno maggiormente la corresponsabilità dei laici, evitando di delegare prevalentemente l’azione pastorale al solo parroco».

Ecco che alle Collaborazioni pastorali viene chiesto di valorizzare e di sostenere ogni singola parrocchia. La logica è quella della solidarietà. Esemplificando: nella parrocchia in cui non ci fossero determinati operatori pastorali e specifiche ministerialità battesimali si possono mettere a disposizione, operatori pastorali e membri dell’équipe battesimali che inneschino le forze presenti in ogni comunità. In futuro anche i ministeri istituiti potrebbero affiancare una parrocchia che ne avesse bisogno per far maturare forme di corresponsabilità pastorale. Nelle Collaborazioni pastorali si potrà identificare anche la figura di un amministratore, che in collegamento con le indicazioni degli organismi parrocchiali, si occupi delle strutture e degli immobili, della gestione e amministrazione ordinaria di tutte le parrocchie coinvolte nell’ambito territoriale della collaborazione. Non sarà un compito di indirizzo ma operativo, utile a sgravare i presbiteri dalle molte incombenze amministrativo-burocratiche.

Punto di riferimento delle Collaborazioni pastorali sarà il Coordinamento delle Collaborazioni pastorali costituito da: presbiteri e diaconi permanenti in servizio pastorale, rappresentanti delle comunità di vita consacrata, vicepresidenti del Consiglio pastorale parrocchiale e/o unitario; almeno i tre referenti degli ambiti Annuncio, Liturgia, Carità.

La nuova geografia pastorale porta delle novità anche nei confini, ruolo e consistenza dei vicariati, che vengono ridotti numericamente a 16, con una presenza abitativa che varia dai 42mila abitanti fino a una punta di 110mila abitanti.

Ai vicariati spettano alcuni compiti specifici: lo scambio e la formazione presbiterale; il collegamento tra il vescovo e il territorio attraverso la figura del vicario foraneo; alcuni momenti di formazione che passeranno dal livello diocesano a quello vicariale per favorire la partecipazione. Mentre sparisce la struttura del coordinamento vicariale.

Padova, 18 giugno 2025
CS 99/2025

99_collaborazioni parrocchiali_nuovivicariati_assemblea

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