Esequie di mons. Giovanni Nervo fondatore e primo presidente di Caritas italiana

Si sono celebrate questa mattina, lunedì 25 marzo, in Cattedrale a Padova, le esequie di mons. Giovanni Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas Italiana. Dopo una vita lunga e intensa, mons. Nervo ci ha lasciati la sera del 21 marzo 2013, all'Opera della Provvidenza Sant'Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), dove era ospite a seguito della sua salute sempre più compromessa. Due giorni prima della sua morte l'aveva incontrato il vescovo mons. Antonio Mattiazzo a cui aveva Nervo aveva detto due parole: pregare e offrire. Era il suo stile di vita.

 

Alla celebrazione delle esequie, in una giornata di pioggia mista a neve, la Cattedrale di Padova si è riempita di amici, conoscenti, autorità civili ed ecclesiali, per rendere l'ultimo saluto a mons. Giovanni Nervo.

Tra i numerosi concelebranti era presente mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente di Caritas italiana; il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravito; i vescovi emeriti di Vittorio Veneto ' mons. Alfredo Magarotto ' e di Mantova ' mons. Egidio Caporello, che era segretario generale Cei quando mons. Nervo era presidente di Caritas Italiana. E ancora era presente il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu e molti altri direttori di Caritas diocesane.

Una delegazione, guidata dal sindaco Carlo Nervo e dal parroco don Francesco Lorenzin, è arrivata da Solagna paese d'origine della famiglia Nervo. Presente anche il parroco di Vittadone di Castelpusterlengo, don Pierluigi Leva (dove don Giovanni è nato, essendo la sua famiglia profuga in quel periodo).

Accanto al sindaco di Padova, Flavio Zanonato, numerosi esponenti della Giunta e del Consiglio Comunale, della Provincia di Padova, il Prefetto Ennio Maria Sodano e il Questore Vincenzo Montemagno, il colonnello Renato Chicoli, comandante provinciale dei Carabinieri; alcuni parlamentari ed ex parlamentari (Margherita Miotto, Paolo Giaretta, Giustina Destro, Carlo Fracanzani), i consiglieri regionali Claudio Sinigaglia e Piero Ruzzante, il segretario nazionale Cisl Giorgio Santini, il presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico e molti molti altri.

 

 

Un messaggio di vicinanza e cordoglio, firmata dal cardinale Angelo Bagnasco e da mons. Mariano Crociata è giunto dalla Conferenza Episcopale Italiana al vescovo di Padova, in cui si esprimeva il desiderio di «far grata memoria dell'opera generosa che il compianto mons. Giovanni ha svolto per la Chiesa in Italia nel servizio della carità, con l'esempio luminoso della sua dedizione evangelica ai più poveri».

 

Nell'omelia di commiato (che alleghiamo nella forma integrale) il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo ha espresso «sentimenti di vivissimo ringraziamento per il bene compiuto» da mons. Nervo, a cui verrà dedicato a breve una giornata di studio proprio per tracciarne l'ampiezza di pensiero, di vita, di attività e di testimonianza.

 

 

«Mons. Nervo ' ha ricordato il vescovo Mattiazzo ' si presentava con un fisico asciutto, in apparenza fragile; in realtà aveva una tempra robusta e tenace, pervasa e sorretta da un'anima pura e genuina, luminosa e ardente ['] Fin dai primi anni di sacerdote si viene delineando il profilo del suo ministero. Don Giovanni è un prete inserito nel tessuto vivo e drammatico delle vicende del suo tempo. Entra in contatto con gli ambienti della Resistenza, prodigandosi, non senza rischio, per offrire il suo aiuto spirituale e materiale. Cessata la tragica guerra, si trattava di ricostruire l'Italia dalle macerie, non solo materiali, ma ancor più morali e spirituali, perché una società per essere buona ed elevata, deve avere un'anima vera, educata a grandi valori e nobili ideali. In questo contesto don Giovanni brilla come un grande e solerte educatore di giovani e persone ai compiti di un nuovo ordine sociale».

 

 

 

Il vescovo ha poi tracciato le 'opere' di Nervo dall'istituzione della 'Scuola Superiore di Servizio Sociale' nel 1951 alla Fondazione Zancan nel 1964, per arrivare alla tappa 'miliare' del suo ministero, nel 1971, con la chiamata, da parte della Conferenza Episcopale Italiana a presiedere e organizzare Caritas italiana come indicato da papa Paolo VI. «E lo fa ricorda Mattiazzo - profondendovi le sue doti di intelligenza, il suo carattere adamantino, il suo cuore sacerdotale ardente di amore. Questo servizio lo proietta sul piano nazionale e internazionale della Chiesa e della società. Memorabile rimane lo spirito e le modalità con cui ha affrontato la distruzione provocata dal terremoto del Friuli nel 1976», evento questo che dà vita all'istituzione delle Caritas diocesane. Ma l'impegno di mons. Nervo si è prodigato anche nella pedagogia della carità e nell'opera formativa con interventi, conferenze, pubblicazioni: «Ha così contribuito a plasmare un volto e un cuore di Chiesa della carità, animata dalla giustizia, promotrice del volontariato a servizio dei poveri e degli ultimi».

Un servizio e un'opera che gli sono stati riconosciuti da due lauree honoris causa, la prima il 13 novembre 1996 in Economia e commercio dall'Università degli Studi di Udine; e la seconda il 1° dicembre 2003 in Scienze dell'Educazione dall'Università di Padova. Nel 2008 è stato insignito, dal Comune di Padova, del 'Premio speciale riservato a grandi personaggi che hanno speso i loro anni al servizio dell'umanità', nell'ambito della VI edizione del “”Premio internazionale Sant'Antonio””.

«Mons. Nervo ' ha concluso il vescovo Mattiazzo ' ci ha dato una splendida testimonianza. Nato povero, è vissuto povero è morto povero. Ha amato 'non a parole e con la bocca, ma nei fatti e nella verità' (Cfr.1 Gv 1,2-3). Non ci ha lasciato un testamento spirituale scritto a parole. Il testamento, l'eredità preziosa che ci lascia è la sua stessa vita, è il suo luminoso esempio».



CS 77/2013 - bis

Padova, 25 marzo 2013

 

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