Le creazioni dell'artista padovano Giampaolo Babetto dialogano con le opere esposte al Museo Diocesano di Padova, ne raccontano la prestigiosa attività ' rivolta principalmente al gioiello e all'oggetto di design ' e suggeriscono un approdo contemporaneo al significato spirituale e umano dei sette splendidi crocifissi esposti nella mostra 'L'uomo della croce'.
S'inaugura oggi, giovedì 3 ottobre, alle ore 18.30, al Museo diocesano di Padova la mostra istallazione GIAMPAOLO BABETTO. ISPIRAZIONI, con circa 200 creazioni dell'artista padovano. Opere e oggetti che abitano gli spazi museali, dialogano con i capolavori esposti e suggeriscono un approdo contemporaneo al significato spirituale e umano dei sette splendidi crocifissi esposti nella mostra 'L'uomo della croce'.
Giampaolo Babetto. Ispirazioni è realizzata da Museo Diocesano e Fondazione Antonveneta e sarà aperta al pubblico dal 4 ottobre al 22 dicembre 2013. Ingresso libero.
Eccezionalmente è presente in mostra anche il prezioso ostensorio in argento realizzato per la chiesa di St. Michael di Monaco.
«Ancora una volta l'arte contemporanea incontra e legge il Museo le sue stanze e le sue opere ' scrive nella presentazione al catalogo Andrea Nante, direttore del Museo diocesano di Padova ' La mostra installazione nasce da un'idea condivisa con Giampaolo Babetto che visitando questi spazi ha sentito il fascino di luoghi abitati dalla storia. Sono state le opere esposte ad aver 'ispirato' l'artista, uno dei maggiori interpreti e protagonisti della tradizione orafa padovana, che ha voluto così dar vita a forme e oggetti in dialogo con gli ambienti e le opere stesse, penetrando il loro significato profondo e spirituale».
Le 'ispirazioni' di Babetto prendono spunto principalmente dalle opere della collezione permanente del Museo diocesano. Sono queste infatti ad aver 'ispirato' l'artista, uno dei maggiori interpreti e protagonisti della tradizione orafa padovana, che in questa occasione dà vita a forme e oggetti in dialogo con gli ambienti e le opere esposte, coinvolgendo il visitatore nel loro significato profondo e spirituale.
Allestita nel monumentale Salone dei vescovi, nelle salette del Belvedere e nelle due cappelle attigue ' la cappella di Santa Maria degli Angeli e la cappella del Velarium ', la mostra si collega anche al progetto che il Museo dedica alla croce con protagonisti sette crocifissi lignei (L'uomo della croce. L'immagine scolpita prima e dopo Donatello, 14 settembre - 24 novembre 2013).
«È infatti la croce ' sottolinea Nante ' a suscitare nel maestro padovano le più immediate riflessioni, partendo da quello che agli occhi di tutti si porge come semplice segno: due braccia incrociate. Una ricerca geometrica, apparentemente di sintesi, ma intensa nel suo procedere. Un tema per altro già affrontato da Babetto nel percorso creativo degli ultimi anni, proprio in relazione all'arte antica, guardando ai grandi maestri che in pittura hanno meditato sulla passione e morte di Gesù».
Sul tema della croce, così centrale nelle due esposizioni che in questo periodo arricchiscono di bellezza e atmosfera meditativa gli spazi del Museo diocesano, si sofferma nel catalogo anche Friedhelm Mennekes, gesuita e critico d'arte: «L'approccio di Babetto è del tutto personale e si ispira all'aspetto di movimento e azione. Incontriamo inizialmente la croce nella Bibbia come un elemento nella storia della passione di Gesù. Egli la porta da solo, vi viene inchiodato sopra e lì muore di una morte atroce, come nelle esecuzioni pubbliche dell'Impero Romano. Dopo che era andata persa, secondo la leggenda, la Croce è stata rinvenuta dall'imperatrice Elena. In seguito diventa il segno e il simbolo centrale del Cristianesimo. Per Babetto sono solo storie. La sua primaria passione mira a relazionare questa forma all'interno del suo lavoro. Nei suoi disegni la croce si trasforma in un gesto sublime e quasi informale, liberato da storie e interpretazioni devote. Nelle sue forme manca la suggestione della figura umana. La base è piccola ma il braccio maggiore è estremamente allungato creando così un effetto estraniante»
La mostra istallazione entrare nei significati e nei particolari delle opere del Museo e le rilegge con gli occhi e la sensibilità pienamente umana e fisica di Giampaolo Babetto: «Davanti alla Trinità e alle storie di san Sebastiano realizzate da Nicoletto Semitecolo (1367 ) ' riprende Andrea Nante ' , Babetto cerca nei dettagli più incisivi le tracce della sua esperienza umana; le mani sovrapposte del Padre e del Figlio, la freccia del martirio del santo diventano segni parlanti di un corpo che si plasma nell'alterità, a contatto con quanto circonda l'essere umano, sia esso amore od offesa, torto subito. La palma trasposta nel metallo più prezioso, felice eco del fondo oro di tradizione veneziana, rafforza l'idea del trionfo della vita sulla morte. La si appunta al petto, proprio come le frecce che ogni giorno colpiscono il nostro corpo; sono i Martiri, superfici trafitte, sudari stesi su corpi oltraggiati».
E ancora:
«Nell'intimità della Cappella di Santa Maria degli Angeli una grande perla posa a terra in corrispondenza del centro della valva absidale, allusione esplicita al mistero dell'Incarnazione, letta dai Padri proprio in riferimento alla Vergine e al concepimento di Cristo (conchiglia-perla), tema per altro descritto nel Trittico con l'Annunciazione a Maria».
Nota biografica
Giampaolo Babetto nasce a Padova (Italia) nel 1947, attualmente vive e lavora ad Arquà Petrarca, sui colli Euganei, in provincia di Padova. Studia all'Istituto d'Arte Pietro Selvatico di Padova, dove sarà docente dal 1969 al 1983 e all'Accademia di Belle Arti a Venezia. Tra gli anni 1979-1993 insegna in numerose e prestigiose scuole e università europee ed americane: Rietveld Akademie di Amsterdam, Fachhochschule di Düsseldorf, San Diego University negli Stati Uniti, Royal College of Art di Londra, Sommer Akademie di Graz e di Salisburgo, Rhode Island School of Design di Providence (USA).
Dal 1967 espone in Italia, Germania, Olanda, Belgio, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, Giappone, USA in collettive e personali. Dagli anni 2000 la sua attenzione si orienta anche verso l'oreficeria liturgica con opere significative quali, tra le più recenti, il servizio liturgico in argento (2006) e l'ostensorio in argento (2008) per la chiesa di St. Michael di Monaco.
Le sue creazioni, che spaziano nel variegato e multiforme mondo della gioielleria e oreficeria (sacra e profana), sono conservate anche nelle collezioni pubbliche di: Schmuckmuseum di Pforzheim in Germania; Collezione Danner Stiftung della Pinakothek Der Moderne di Monaco; Danner Stiftung di Monaco; Victoria and Albert Museum di Londra; National Gallery of Western Australia di Perth; Musée des Arts Décoratifs di Parigi; Musée d'Art Contemporaine di Nizza; National Museum of Scotland di Edimburgo; Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo; Nordenfieldske Kunstindustrimuseum di Trondheim in Norvegia; Kunstgewerbemuseum di Berlino; Museum für Konkrete Kunst di Ingolstadt in Baviera; Museu Textil i d'Indumentària di Barcellona; Museum of Art di Rhode Island School of Design negli Stati Uniti; Museum für Angewandte Kunst di Francoforte; Grassi Museum di Lipsia; Musei Civici, complesso Museale Palazzo Zuckermann di Padova; National Gallery of Australia, Camberra; Museo degli Argenti di Firenze; Universalmuseum Joanneum di Graz.
Tra i riconoscimenti più significativi
2012 Andrea Palladio International Jewellery Awards, Vicenza; Sigillo della Città, Padova
2003 RISD New York Athena Awards for 'excellent carrier', Providence
1998 Ring of Honour 'Foundation of the Ring of Honour of the Association of Goldsmiths'Art', Hanau
1991 Goldmedaille des Freistaates Bayern (medaglia d'oro dello Stato di Baviera), München
1985 Herbert Hoffmann Preis, München
1983 Grand Prix, Japan Jewellery Design Association, Tokyo
1975 Herbert Hoffmann Preis, München
Dal 4 ottobre al 22 dicembre 2013
mercoledì - domenica: ore 10-13, 14-18
Ingresso libero
Info: museodiocesanopadova.it
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