GIOCO D’AZZARDO, PIAGA SOCIALE

Parteciperà e interverrà anche il vescovo Antonio Mattiazzo alla serata-convegno pubblica promossa dalle comunità cristiane del vicariato di Abano Terme sul tema Gioco d’azzardo, piaga sociale in programma mercoledì 29 ottobre, alle ore 21, nel cinema teatro Marconi di Abano Terme. Argomento su cui il vescovo di Padova spesso è intervenuto e che ha visto anche un lavoro capillare di sensibilizzazione nel territorio da parte della Commissione Nuovi stili di vita dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Su questo tema il vicariato di Abano Terme (14 parrocchie) si è sentito sollecitato dal vescovo stesso in occasione visita pastorale vicariale e ha attivato un lavoro che è durato mesi e ha prodotto un documento che verrà presentato in occasione di questo appuntamento pubblico.
Alla serata interverranno: Monica Lazzaretto, responsabile del centro studi Coooperativa Giuseppe Olivotti di Mira (Ve) (Il gioco d’azzardo: emergenza nel panorama del disagio sociale); Carmelo Miola, medico, psichiatra e psicoterapeuta della famiglia dell’Ulss 16 Padova (Quando il gioco d’azzardo è vera patologia). Seguiranno poi la testimonianza di chi è riuscito a uscire da questo giro perverso; la proposta di buone pratiche per prevenire il disagio a cura di don Adriano Sella (Commissione nuovi stili di vita) e un intervento sul tema Istituzioni pubbliche e politiche di prevenzione a cura di Giovanni Ponchio, membro del coordinamento pastorale vicariale. Al termine verrà letto pubblicamente il documento redatto dal Coordinamento dei Consigli pastorali del vicariato di Abano Terme e chiuderà la serata l’intervento del vescovo Antonio Mattiazzo.
 
Il documento parte da una considerazione di fondo: «La gravità della crisi economica, culturale ed etica che attraversa i nostri paesi impone alle comunità cristiane del vicariato di Abano un profondo rinnovamento pastorale».
In questo panorama «Appare evidente a tutti il contrasto che esiste tra l’esibizione degli oggetti di consumo e la povertà sempre più diffusa che spesso in silenzio viene vissuta nelle nostre case. Da una parte si invita all’acquisto di merci, dall’altra uomini e donne “si vedono esclusi ed emarginati: senza lavoro, senza prospettive, senza vie d’uscita”. È una contraddizione stridente che ci interpella come cristiani e come cittadini. Come cristiani che esprimono l’amore di Dio attraverso la disponibilità, l’accoglienza, l’aiuto concreto verso i più poveri e bisognosi. Come cittadini, perché la comunità civile e politica non può accettare, in maniera indifferente, che uomini, donne, bambini vivano al di sotto della soglia della povertà, che le persone perdano tutto, anche la speranza, che esseri umani siano semplicemente degli scarti sociali da affidare all’elemosina privata».
 
Complice di questa situazione di «povertà morale e materiale» anche «la diffusione del gioco d’azzardo» per molte persone divenuta un «vero disturbo patologico».
 
«È riprovevole – prosegue il documento – che lo stato incoraggi e diffonda il gioco d’azzardo per incassare soldi e risanare le pubbliche finanze. In tal modo, anziché aiutare i più deboli e poveri, li si spinge al gioco con l’illusione di una vincita del tutto improbabile. È altresì grave che le nostre comunità civili e politiche nulla facciano per arginare questo fenomeno devastante per un numero sempre maggiore di persone, deleterio per il tessuto sociale e controproducente persino per la finanza pubblica…».
 
Da qui l’invito a promuovere azioni educative e stili di vita sobri e liberi da qualsiasi tipo di dipendenza, come verrà ampiamente sottolineato durante la serata di mercoledì 29 ottobre.


CS 235/2014
Padova, 27 ottobre 2014

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