IL VESCOVO ANTONIO MATTIAZZO HA VISITATO ALCUNE AZIENDE DELLA ZONA INDUSTRIALE DI PADOVA

Il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, come di consueto, a ridosso della Festa del Lavoro – 1° maggio – visita, in forma privata, alcune aziende della Zona industriale di Padova. La visita si è svolta nella mattina di oggi, mercoledì 29 aprile, e ha interessato quattro diverse realtà della Zona industriale di Padova.
 
La prima tappa è stata la Vassilli Givas di via Canada, un’azienda nata nel 1967, subentrando a un’altra piccola impresa che produceva arredi per ospedali e carrozzine per infermi. La ditta si espande e nel 1977 si trasferisce nella sede di via Canada. Nel tempo si decide di far produrre alla Berto Vassilli gli ausili per disabili e viene creata una nuova azienda per la fabbricazione degli arredi ospedalieri. Nel 1980 dai fratelli Berto nasce Givas, con lo scopo di produrre e vendere arredo per ospedali e case di riposo. Questa seconda azienda si trova nella sede attuale dal 1983. Le due aziende sono a conduzione familiare, i figli lavorano in azienda, contano 160 dipendenti.
 
Seconda tappa della visita alla Zip di quest’anno è stata Stiferite, di viale Navigazione Interna 54. Negli anni ‘60 la società Stifer, che prende il nome dall’acronimo del fondatore Ferdinando Stimamiglio, introduce, per prima in Europa, i pannelli termoisolanti in poliuretano espanso rigido, da qui il nome Stiferite (STIFER-Isolanti-TErmici).
Nel 1968 l’attività produttiva viene trasferita dalla prima sede di Pomezia al nuovo stabilimento di Padova, dove si installa una nuova linea in continuo con potenziate capacità produttive. Il raddoppio della linea e l’ampliamento della gamma di prodotti avviene a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Nei laboratori e negli impianti Stiferite sono nati i primi pannelli con rivestimenti in fibra minerale, le prime schiume poliuretaniche con espandenti non lesivi della fascia di ozono, le nuove schiume polyiso, mirate per migliori performance applicative, i pannelli con rivestimenti gastight per garantire la stabilità nel tempo delle prestazioni isolanti, i pannelli per le applicazioni “a cappotto”, i sistemi sviluppati per le coperture ventilate, fino al nuovo pannello Fire B con eccellenti caratteristiche di reazione al fuoco. L’azienda conta una cinquantina di dipendenti.
 
Terza tappa la Revarc in via Nona Strada 12, azienda che dal 1979 commercializza ricambi per veicoli industriali, rimorchi e autobus prodotti e omologati dalle più importanti case costruttrici europee. Fondata da Silvano Rettore e Rita Garatto come società a contratto di deposito, Revarc ha iniziato la sua attività distribuendo quasi esclusivamente ricambi per impianti frenanti diventando un importante punto di riferimento per il mercato del Triveneto. In azienda lavorano i figli dei titolari e una quarantina di dipendenti. Revarc sostiene progetti di sviluppo in Africa.
 
Quarta e ultima tappa la Zanardi, di via Venezuela 3. L’azienda, che ha vissuto un momento difficile segnato dal fallimento e dal tragico evento della morte di uno dei due fratelli titolari, vive ora una fase di faticoso ridimensionamento, rimodulazione e ricostruzione. Una ventina dei 150 dipendenti del Gruppo Editoriale Zanardi ha deciso, dopo gli eventi dello scorso anno, di costituirsi in Cooperativa e proseguire il lavoro.
 
La visita alle aziende della Zona industriale precede solo di pochi giorni la Festa del Lavoro del Primo Maggio, che vedrà il vescovo Antonio intervenire alla manifestazione che si terrà a Padova in piazza dei Signori. A distanza di cinque anni dalla sua prima partecipazione (1 maggio 2010) il vescovo tornerà a segnalare la propria vicinanza e attenzione al mondo del lavoro.
 
Inoltre mercoledì 6 maggio, alle ore 18.45, nella Cappella di San Giuseppe Lavoratore della Zona industriale di Padova il vescovo presiederà una veglia di preghiera per il mondo del lavoro. La veglia spiega suor Francesca Fiorese, suora operaia della santa casa di Nazareth, che fa parte dell’équipe della Cappellania della Zip: sarà anche l’occasione per «ricordare, accanto ai morti sul lavoro, i migranti che hanno perso la vita sulle carrette del mare: troppo spesso si dimentica che anche loro sono morti per il lavoro, per la ricerca di una vita migliore. Un altro dramma dimenticato, di cui si sa e si parla pochissimo e a cui vogliamo dedicare una riflessione, è quello dei 1200 operai, per lo più migranti, che hanno già perso la vita lavorando in condizioni disumane e con temperature altissime nei cantieri per i mondiali in Qatar del 2022: un numero di vittime spaventoso che sta passando sotto silenzio». Ma nella riflessione ci sarà spazio anche per la preghiera per «i morti viventi», ovvero per «i tanti giovani che si sentono senza futuro e per le persone “espulse” dal mondo del lavoro», considerate “scarti” da un mercato sempre più competitivo e talvolta disumanizzante. 


CS 138/2015
Padova, 29 aprile 2015

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