L’8 MARZO … DALLO SPORTELLO DONNA

8 marzo, festa della donna. Caritas Padova in quest’occasione vuole proporre un focus di attenzione sulla realtà femminile osservando le situazioni e analizzando i dati delle molte persone che si rivolgono allo Sportello Donna. Un’occasione per cogliere la dimensione dei disagi, ma soprattutto le opportunità e le risorse che possono esserci o che già sono state individuate. E anche per raccontare che ci sono sogni che diventano realtà: piccoli grandi miracoli che vedono trasformare – con tempo, cura e pazienza – una situazione di difficoltà o sofferenza in una possibilità di vita nuova… anche contagiosa.
 
Lo Sportello Donna di Caritas Padova è da anni un centro di ascolto e riferimento per donne, italiane e straniere, senza distinzione di età e provenienza, in situazione di marginalità sociale. Osservando i dati raccolti negli ultimi due anni si registra un incremento del 15,8% nelle richieste di aiuto, passando da 244 del 2013 a 290 nel 2014.
Ricorrono allo sportello donne per la stragrande maggioranza adulte, di età compresa tra i 31 e i 60 anni, con un livello di scolarità prevalentemente medio (scuole medie inferiori o diplomi professionali). Nel 35% dei casi sono coniugate, mentre un terzo (33%) sono nubili. Per quanto riguarda la situazione familiare il 34% vive sola, mentre il 25% risulta ospitato – gratuitamente o in affitto – presso altre persone; un 31% vive in affitto, ma in molti casi con sfratti esecutivi per morosità in corso. L’11% delle donne che si rivolgono allo Sportello Donna vivono da sole con i figli.
Nel 93% dei casi sono donne che non lavorano o, se lo possiedono, il reddito è così basso da non consentire la sopravvivenza (lavorano qualche ora la settimana in cooperative o in famiglia). Per quanto riguarda la provenienza, sono prevalentemente e nell’ordine: romene, italiane e nigeriane.
Si rivolgono allo sportello per problematiche economiche (33%), lavorative (25%) e abitative (23%). Un dato chiaro è che la perdita di un reddito è immediatamente correlato alla perdita della casa e all’impossibilità di rispondere a bisogni primari (alimentazione e cura personale).
Il 70% dichiara di non avere un’abitazione e il 21% ha un tetto provvisorio che presto non avrà più. Infine la maggior parte delle donne che si presenta registra gravi problemi familiari sia per l’abbandono subito dal proprio partner (30%) sia per rilevanti conflittualità familiari (43%).
 
Negli ultimi mesi 2015 lo Sportello Donna ha visto affacciarsi anche una nuova forma di povertà in una fascia di donne, soprattutto italiane, che a causa delle conseguenze della crisi economica sono sulla soglia della marginalità, della solitudine e della depressione: dopo aver perso il lavoro, la casa, la famiglia, si trovano in difficoltà a cui non riescono più a far fronte. Sono profili “nuovi” rispetto all’utente consueto dello Sportello Donna, che evidenziano un fenomeno ulteriore a cui si sta cercando in questa fase di trovare soluzioni “tampone”, ma che evidenzia chiaramente un panorama nuovo del disagio.
 
Attualmente allo Sportello donna operano una coordinatrice e quattro volontarie, risorse preziose per tutta la comunità, questa è una vera ricchezza perché che consente di ascoltare, agire per facilitare l’aiuto e avere un osservatorio sulla situazione delle donne del nostro territorio soprattutto nell’attuale contesto di crescente crisi economica e sociale.
 
In Italia la condizione femminile è ancora critica, come dimostra la cronaca quotidiana, le problematiche delle donne che non riescono a trovare risposte istituzionali trovano un punto di accoglienza presso questo sportello che opera in modo integrato con il Progetto Donna: network che consente di mettere in comune le risorse tra diverse realtà presenti sul territorio, che uniscono le loro forze e risorse per dare risposte integrate ai bisogni delle donne in difficoltà Caritas, Comune, Gruppo R e Francescani dei poveri.
 
SEDE E ORARI DELLO SPORTELLO
Lo Sportello Promozione Donna si trova via Bonporti 8 a Padova ed è aperto nei giorni di martedì e venerdì dalle 9.30 alle 12, tel. 049 8771725.

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La storia di Anna
Anna (nome di fantasia) è una donna italiana di 44 anni. Ha sempre lavorato, si è sposata molto giovane, non ha avuto figli. La sua vita non è stata facile: il marito, alcoldipendente, l‘ha sempre picchiata e nell’estate del 2013 l’ha buttata fuori di casa.
Anna non ha visto altra soluzione che dormire su una panchina in un parco. Per sei mesi.
Con il freddo ha deciso di rivolgersi al comune di Padova e chiedere un posto letto per non morire. È stata accolta presso l’asilo notturno e poi segnalata alla Caritas Diocesana per una sistemazione durante tutto l’inverno.
Così Anna è entrata a Centro Mondo Amico, una struttura della Caritas gestita dalle Suore Comboniane. La donna è segnata dalle sofferenze: taciturna, ritrosa, solitaria, osserva e non parla, né di sé né delle altre ospiti. Lega con un’altra signora italiana con gravi problemi psichiatrici e dice “non è un problema, so come gestire queste cose”.
Con il passare dei giorni, grazie alla discreta presenza delle suore che con tenerezza le stanno vicino, seppur schiva, diviene una presenza positiva, non nega il suo aiuto a nessuno e dà il buon esempio, anche alle più giovani.
La Caritas le propone un inserimento lavorativo presso il laboratorio di “Progetto Miriam”, e lì, rifiorisce. È puntale, rispettosa, educata e volenterosa di imparare. Scherza e sorride. Trascorrono un paio di mesi e anche il suo aspetto esteriore migliora: diventa più femminile, si cura di più, si accetta e si piace di più. E conosce un uomo, con il quale comincia, con un po' di diffidenza un’amicizia.
Ma la comunità di accoglienza non è più adatta a lei, ha bisogno di maggiore autonomia per continuare il suo percorso e così le viene proposto di spostarsi in un appartamento della cooperativa Gruppo R Deve cominciare a “volare” da sola...
Anna, adesso, ha un piccolo lavoro e sta cercando una casa completamente sua. Il suo percorso non è stato facile, le sue ferite non sono rimarginate, ma ha acquisito maggiore fiducia in se stessa, e forse ha ricominciato a fidarsi anche degli altri.
In un colloquio recentemente ha detto: “La mia vita è stata difficile e mi sono sempre sentita sola e abbandonata. In questi mesi, però, ho sentito che Dio esiste anche per me”.
 

CS 55/2015
Padova, 2 marzo 2015

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