Leggo oggi sul Mattino di Padova, a pagina 23, articolo a firma di Felice Paduano dal titolo «Scrive a Papa Francesco: “Parroci anti risparmio” – La battaglia di un imprenditore nei confronti delle chiese di Arcella e Mortise che non vogliono i pannelli fotovoltaici. E lui chiede l’intervento del Pontefice». A fronte di quanto scritto mi sento di esprimere un disagio professionale e una necessità di precisazione nei confronti di quanti – consigli pastorali parrocchiali e consigli parrocchiali per la gestione economica – sono chiamati a collaborare con i parroci per l’amministrazione dei beni delle parrocchie oltre che per l’attività pastorale.
Il disagio professionale è la sensazione che l’articolo in oggetto risulti essere fondamentalmente una pubblicità gratuita a un’azienda. Ma su questo mi fermo alla riflessione e lascio, pur perplessa, a lei le valutazioni del caso.
Quanto mi preme maggiormente non è però rispondere alle dichiarazioni dell’autore della lettera a Papa Francesco, la cui modalità ritengo del tutto pretestuosa e interessata, ma è offrire – specie a quella parte di lettori meno avvezza alle dinamiche di una parrocchia – una chiarificazione in merito a compiti e procedure nelle nostre comunità.
I parroci condividono con i Consigli pastorali parrocchiali e con i Consigli parrocchiali per la gestione economica decisioni e valutazioni in merito a programmazione pastorale e gestione dei beni della parrocchia. Questi consigli sono composti da fedeli laici, spesso anche professionisti di diverse categorie che dedicano tempo e competenze alla propria comunità, da cui sono eletti e che rappresentano. Con questi consigli il parroco di volta in volta si confronta anche sulle opportunità o la necessità di avviare certi lavori, valutare preventivi, verificare i costi in prospettiva ecc. ecc. Un processo normale e del tutto legittimo di fronte a scelte che impegnano una comunità; processo che come è comprensibile può portare ad accogliere o meno determinate proposte. A volte, comprensibilmente, con il dispiacere di chi non può portare a casa un lavoro!
Senza contare che a fronte di impegni economici particolarmente consistenti la parrocchia è tenuta a relazionarsi, prima di assumere decisioni, con il Consiglio diocesano per la gestione economica e il Collegio dei consultori.
Entrando nello specifico del tema del risparmio energetico le comunità parrocchiali e la Diocesi stanno attuando delle riflessioni da anni e alcuni progetti pilota sono stati già avviati in alcune realtà e presentate dalla stampa locale in passato.
Spero che queste poche righe possano rendere il dovuto merito e rispetto a tutte le persone che nei Consigli pastorali parrocchiali e nei Consigli parrocchiali per la gestione economica, impegnano, per servizio alla propria Chiesa, tempo e competenze.
Cordialmente
Sara Melchiori, direttore Ufficio Stampa della Diocesi di Padova
CS 200/2014
Padova, 12 settembre 2014
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