L’inventario informatizzato dei beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Padova. Dalla conoscenza alla tutela alla valorizzazione è il tema del convegno promosso dall’Ufficio Beni culturali e dal Museo diocesano di Padova, che si svolgerà giovedì 27 novembre, dalle 10 alla 17, nella sala Barbarigo di palazzo Vescovile, ingresso da piazza Duomo 12, a Padova.
Il convegno intende presentare al pubblico e alle istituzioni l’inventario informatizzato dei beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Padova, che ha visto un impegnativo lavoro di catalogazione di circa 110.000 oggetti, dal 2002 al 2012. L’inventario è oggi concluso ed è consultabile on line, con accesso riservato, da parte dei parroci e dei responsabili degli enti schedati. Lo scorso maggio, in occasione della consegna ufficiale alle parrocchie, è stato fornito un vademecum di utilizzo dell’inventario con opportune indicazioni pratiche anche per la tutela dei beni conservati nelle parrocchie, la sicurezza, le procedure per eventuali interventi conservativi.
Il convegno sarà l’occasione per sottolineare tre importanti aspetti di questo lavoro di catalogazione, nell’ambito della cura e della conservazione dei beni culturali di un ente e di un territorio: la conoscenza, la tutela e la valorizzazione.
La giornata di aprirà alle ore 10 con il saluto del vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, cui seguiranno gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni e degli enti pubblici e privati che hanno partecipato a vario titolo al progetto: Fabrizio Magani, soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso; Giovanna Damiani, soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare; Antonio Finotti, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Giulio Bodon, funzionario Sezione Beni culturali Regione del Veneto; Enoch Soranzo, presidente della Provincia di Padova.
Dopo il momento introduttivo, alle ore 11, si entrerà nel vivo della presentazione dell’inventario – conoscenza – che vede l’intervento di mons. Federico Pellegrini, membro del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici, sul tema Il progetto nazionale: dagli inventari diocesani alla scrivania virtuale e Beweb, cui seguirà l’illustrazione del progetto diocesano di Padova da parte di Andrea Nante, direttore del Museo diocesano e responsabile scientifico del progetto di inventariazione. Infine Luca Majoli, della Soprintendenza per i beni storici artistici ed entoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso si soffermerà sulla Catalogazione dello Stato: dal cartaceo ai sistemi informatici. Prospettive di sviluppo.
La mattinata si concluderà con due interventi riguardanti l’importanza della catalogazione nell’ambito della tutela dei beni artistici: don Bruno Cogo, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi e responsabile scientifico del progetto di inventariazione insieme ad Andrea Nante, illustrerà gli Interventi di restauro sul patrimonio diocesano: conoscenza e custodia, mentre il maggiore Giuseppe Marseglia, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, si soffermerà sul tema L’attività di tutela e recupero del patrimonio culturale del Comando dei Carabinieri.
I lavori riprenderanno nel pomeriggio, alle ore 15, nella prospettiva della valorizzazione con alcuni interventi esemplificativi di iniziative che hanno innescato dei processi virtuosi: Carlo Cavalli, conservatore del Museo diocesano di Padova parlerà delle Mostre al Museo diocesano tra recupero e valorizzazione; mentre Elisabetta Favaron, dell’Ufficio diocesano Beni culturali si soffermerà sul Progetto “Mi sta a cuore” per la salvaguardia del patrimonio diocesano. Infine la restauratrice Maria Chiara Ceriotti, del consorzio Arkè di Roma, illustrerà Il restauro della Madonna con Bambino di Antonio Vivarini, oggetto di un importante recupero da poco concluso e ora esposta in una mostra al Museo Diocesano, negli stessi spazi in cui si svolge il convegno.
Scheda
L’inventario informatizzato dei beni culturali è un progetto promosso e in parte finanziato dall’Ufficio nazionale dei Beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana e dall’Ufficio diocesano Beni Culturali; ha visto i contributi di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Regione Veneto e Provincia di Padova, oltre che della Diocesi di Padova e delle parrocchie. Il progetto di catalogazione, durato dieci anni (2002-2012) è stato diretto da Andrea Nante e coordinato da Carlo Cavalli e ha visto al lavoro una ventina di schedatori che hanno reso possibile la realizzazione di circa 110.000 schede.
L’inventario rappresenta uno strumento flessibile alle modifiche che si possono verificare nel tempo e riflette la situazione del patrimonio culturale di ciascuna parrocchia in un dato momento. È poi compito dei parroci comunicare variazioni o integrazioni all’Ufficio Beni culturali diocesano.
L’inventario è uno strumento prodotto con rigore scientifico e redatto in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, secondo i criteri stabiliti dall’ICCD, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del Ministero per i beni e le attività culturali, e tenendo conto delle integrazioni introdotte dalla CEI per le esigenze ecclesiastiche. Soprattutto è l’inventario più completo mai prodotto in ambito istituzionale per i beni ecclesiastici della diocesi e comprende anche tutte quelle opere che hanno meno di cinquant’anni e dunque non sono soggette al Codice dei beni culturali.
La Diocesi di Padova ha aderito al progetto nazionale (avviato nel 1996), nel 1997, ma solo nel 2002 sono partiti i lavori di schedatura che hanno comportato sopralluoghi, campagne fotografiche, realizzazione e revisione delle schede informatizzate.
L’accesso al catalogo è sottoposto ad apposite autorizzazioni.
CS 264/2014
Padova, 26 novembre 2014
Il convegno intende presentare al pubblico e alle istituzioni l’inventario informatizzato dei beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Padova, che ha visto un impegnativo lavoro di catalogazione di circa 110.000 oggetti, dal 2002 al 2012. L’inventario è oggi concluso ed è consultabile on line, con accesso riservato, da parte dei parroci e dei responsabili degli enti schedati. Lo scorso maggio, in occasione della consegna ufficiale alle parrocchie, è stato fornito un vademecum di utilizzo dell’inventario con opportune indicazioni pratiche anche per la tutela dei beni conservati nelle parrocchie, la sicurezza, le procedure per eventuali interventi conservativi.
Il convegno sarà l’occasione per sottolineare tre importanti aspetti di questo lavoro di catalogazione, nell’ambito della cura e della conservazione dei beni culturali di un ente e di un territorio: la conoscenza, la tutela e la valorizzazione.
La giornata di aprirà alle ore 10 con il saluto del vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, cui seguiranno gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni e degli enti pubblici e privati che hanno partecipato a vario titolo al progetto: Fabrizio Magani, soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso; Giovanna Damiani, soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare; Antonio Finotti, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Giulio Bodon, funzionario Sezione Beni culturali Regione del Veneto; Enoch Soranzo, presidente della Provincia di Padova.
Dopo il momento introduttivo, alle ore 11, si entrerà nel vivo della presentazione dell’inventario – conoscenza – che vede l’intervento di mons. Federico Pellegrini, membro del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici, sul tema Il progetto nazionale: dagli inventari diocesani alla scrivania virtuale e Beweb, cui seguirà l’illustrazione del progetto diocesano di Padova da parte di Andrea Nante, direttore del Museo diocesano e responsabile scientifico del progetto di inventariazione. Infine Luca Majoli, della Soprintendenza per i beni storici artistici ed entoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso si soffermerà sulla Catalogazione dello Stato: dal cartaceo ai sistemi informatici. Prospettive di sviluppo.
La mattinata si concluderà con due interventi riguardanti l’importanza della catalogazione nell’ambito della tutela dei beni artistici: don Bruno Cogo, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi e responsabile scientifico del progetto di inventariazione insieme ad Andrea Nante, illustrerà gli Interventi di restauro sul patrimonio diocesano: conoscenza e custodia, mentre il maggiore Giuseppe Marseglia, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia, si soffermerà sul tema L’attività di tutela e recupero del patrimonio culturale del Comando dei Carabinieri.
I lavori riprenderanno nel pomeriggio, alle ore 15, nella prospettiva della valorizzazione con alcuni interventi esemplificativi di iniziative che hanno innescato dei processi virtuosi: Carlo Cavalli, conservatore del Museo diocesano di Padova parlerà delle Mostre al Museo diocesano tra recupero e valorizzazione; mentre Elisabetta Favaron, dell’Ufficio diocesano Beni culturali si soffermerà sul Progetto “Mi sta a cuore” per la salvaguardia del patrimonio diocesano. Infine la restauratrice Maria Chiara Ceriotti, del consorzio Arkè di Roma, illustrerà Il restauro della Madonna con Bambino di Antonio Vivarini, oggetto di un importante recupero da poco concluso e ora esposta in una mostra al Museo Diocesano, negli stessi spazi in cui si svolge il convegno.
Scheda
L’inventario informatizzato dei beni culturali è un progetto promosso e in parte finanziato dall’Ufficio nazionale dei Beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana e dall’Ufficio diocesano Beni Culturali; ha visto i contributi di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Regione Veneto e Provincia di Padova, oltre che della Diocesi di Padova e delle parrocchie. Il progetto di catalogazione, durato dieci anni (2002-2012) è stato diretto da Andrea Nante e coordinato da Carlo Cavalli e ha visto al lavoro una ventina di schedatori che hanno reso possibile la realizzazione di circa 110.000 schede.
L’inventario rappresenta uno strumento flessibile alle modifiche che si possono verificare nel tempo e riflette la situazione del patrimonio culturale di ciascuna parrocchia in un dato momento. È poi compito dei parroci comunicare variazioni o integrazioni all’Ufficio Beni culturali diocesano.
L’inventario è uno strumento prodotto con rigore scientifico e redatto in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, secondo i criteri stabiliti dall’ICCD, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del Ministero per i beni e le attività culturali, e tenendo conto delle integrazioni introdotte dalla CEI per le esigenze ecclesiastiche. Soprattutto è l’inventario più completo mai prodotto in ambito istituzionale per i beni ecclesiastici della diocesi e comprende anche tutte quelle opere che hanno meno di cinquant’anni e dunque non sono soggette al Codice dei beni culturali.
La Diocesi di Padova ha aderito al progetto nazionale (avviato nel 1996), nel 1997, ma solo nel 2002 sono partiti i lavori di schedatura che hanno comportato sopralluoghi, campagne fotografiche, realizzazione e revisione delle schede informatizzate.
L’accesso al catalogo è sottoposto ad apposite autorizzazioni.
CS 264/2014
Padova, 26 novembre 2014
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