MALATTIA DI ALZHEIMER: tra costi sociali ed efficacia

 
Si è svolto stamane, venerdì 14 febbraio, all'auditorium di 'Casa Madre Teresa di Calcutta', Centro Servizi dell'Opera della Provvidenza Sant'Antonio il convegno CENTRI DIURNI PER PERSONE AFFETTE DA MALATTIA DI ALZHEIMER: EFFICACIA CLINICA E SOSTENIBILITà ECONOMICA. Qualificata la partecipazione. Tra il pubblico numerosi responsabili e operatori di servizi pubblici e del privato sociale; familiari di persone malate di demenza e rappresentanti delle associazioni.
L'incontro ha visto i saluti del direttore di Casa Madre Teresa di Calcutta, mons. Mario Morellato, del dott. Alessandro Pigatto, direttore dei Servizi Sociali e della funzione territoriale dell'Ulss 16 di Padova e del dott. Stefano Bellon per la Fondazione Cariparo. Lo stesso presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dott. Antonio Finotti, impossibilitato a presenziare, ha inviato un messaggio di vicinanza e partecipazione: «Il sostegno alla realizzazione di questo studio nasce dalla consapevolezza di come stia crescendo l'incidenza dell'Alzheimer in Italia e in Europa. Di qui la necessità di trovare adeguati percorsi di cura e assistenza, così da concorrere a contrastare questa vera emergenza sociale. Un'emergenza, fra l'altro, dai costi sempre più alti per il sistema sanitario nazionale. Anche per questo nel 2009 abbiamo avviato nelle province di Padova e Rovigo un ampio e articolato progetto con l'obiettivo di offrire formazione e sostegno psicologico a tutti coloro che si prendono cura dei malati di Alzheimer'.
 
Il convegno è quindi entrato nel vivo dei lavori con l'intervento della dott.ssa Maria Chiara Corti della Direzione attuazione programmazione sanitaria della Regione Veneto, che ha presentato gli obiettivi del tavolo regionale per la rete Alzheimer sottolineando, in particolare, l'importanza di una rilevazione precisa delle dimensioni del fenomeno e degli attori che in qualche modo sono impegnati nell'ambito della cura delle demenze.
È seguita la presentazione dei risultati dello studio Analisi di costo-efficacia dell'assistenza in Centro diurno per pazienti con malattia di Alzheimer da parte della prof.ssa Daniela Mapelli, docente di neuropsicologia e riabilitazione neuropsicologica del dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova e del prof. Vincenzo Rebba docente di economia sanitaria del dipartimento di Scienze economiche dell'Università di Padova.
 
La ricerca, condotta dal Centro diurno riabilitativo 'Casa Madre Teresa di Calcutta' e dalla Fondazione Lanza è stata finanziata grazie ai contributi della Fondazione olandese Porticus e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Sono stati presi in esame 53 soggetti affetti da demenza, 27 dei quali seguiti dal Centro diurno di Casa Madre Teresa di Calcutta e 26 assistiti a domicilio. Il campione è stato studiato per un periodo di 18 mesi valutando sia il livello del deterioramento cognitivo e del disturbo comportamentale sia il costo sostenuto per garantire i due diversi modelli di assistenza. Tutti i soggetti al momento dell'avvio dello studio presentavano la stessa situazione di gravità.
La prof.ssa Daniela Mapelli, che ha illustrato i risultati clinici dello studio, ha sottolineato come, a distanza di 18 mesi dall'inizio della valutazione, i pazienti seguiti nel Centro diurno presentavano sotto tutti i profili, sia cognitivi che comportamentali, una situazione migliore di quelli assistiti esclusivamente a domicilio. La riabilitazione cognitivo-comportamentale favorisce quindi un maggiore controllo dei disturbi comportamentali e il rallentamento della perdita delle capacità cognitive.
In particolare:
Test del MMSE (test che misura le capacità cognitive): controllando per le caratteristiche individuali osservate di pazienti e caregiver, i pazienti in Centro diurno hanno mediamente un punteggio di circa 3,18 punti superiore (migliore) rispetto ai pazienti con assistenza a domicilio.
Test della fluenza fonemica: controllando per le caratteristiche individuali osservate di pazienti e caregiver, i pazienti in Centro diurno hanno mediamente un punteggio di circa 1,60 punti superiore (migliore) rispetto pazienti con assistenza a domicilio.
Test della fluenza semantica: controllando per le caratteristiche individuali osservate di pazienti e caregiver, i pazienti in Centro diurno hanno mediamente un punteggio di circa 6,75 punti superiore (migliore) rispetto ai pazienti con assistenza a domicilio.
Neuropsychiatric Inventory NPI (test che misura il disturbo comportamentale): controllando per le caratteristiche individuali osservate di pazienti e caregiver, i pazienti in Centro diurno hanno mediamente un punteggio di circa 14,42 punti inferiore (migliore) rispetto ai pazienti con assistenza a domicilio.
 
La parte economica dello studio e le considerazioni sul rapporto tra costo ed efficacia sono stati presentati dal prof. Vincenzo Rebba. Dei due gruppi di pazienti è stato calcolato il costo medio giornaliero ed è stato dimostrato che il costo giornaliero per i soggetti seguiti nel Centro diurno è stato, nel periodo preso in considerazione, tra i 21 e i 36' superiore a quello relativo ai pazienti seguiti solo a domicilio. Tale differenza di costi si riduce ulteriormente considerando il risparmio, in termini di costi pubblici, conseguente al rallentamento dell'evoluzione della malattia nei soggetti trattati presso il Centro diurno.
Infatti, se il costo diretto giornaliero per paziente è più elevato nel caso dell'assistenza con interventi riabilitativi, considerando i costi indiretti derivati dall'assistenza domiciliare tradizionale, la differenza del rapporto costo-efficacia si riduce sensibilmente fino quasi a diventare statisticamente non significativa.
 
Dopo la presentazione dei risultati dello studio, è intervenuta la senatrice Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato, la quale ha presentato i contenuti di una mozione approvata dalla Commissione stessa nella quale si impegna il Governo a promuovere un sistema che garantisca diagnosi e presa in carico tempestiva della malattia, appropriate terapie non farmacologiche e farmacologiche, educazione del paziente e degli erogatori primari di cura e di assistenza, affidamento a un team territoriale con specifiche competenze, disponibilità di strutture socio-sanitarie dedicate all'accoglienza temporanea, nuclei residenziali edificati secondo specifiche indicazioni architettoniche e organizzative e uno stabile monitoraggio epidemiologico.
 

Nell'intervento conclusivo il prof. Corrado Cannizzaro docente presso lo Studium Generale Marcianum di Venezia ha inserito i contenuti emersi nel convegno in un più ampio contesto etico di rispetto della persona e di appropriatezza dell'uso delle risorse.

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