OSSERVATORIO CARITAS DELLE POVERTÀ E DELLE RISORSE ‘ REPORT N. 0 RIFERITO AL 2012

Si chiama Report 0 ' Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse ' anno 2012 e rappresenta un primo risultato di un'operazione di raccolta e organizzazione sistematica dei dati relativi alle persone che si sono rivolte al Centro di ascolto diocesano di Caritas Padova, ossia il punto cittadino di Caritas, via Bonporti 8. Ed è stato presentato e valutato questa mattina, venerdì 11 aprile, a un corposo numero di volontari Caritas, rappresentativo degli oltre 400 che, adeguatamente formati, mettono a disposizione gratuitamente tempo e competenze nei Centri di ascolto vicariali, al Centro di ascolto diocesano e in numerose altre realtà di servizio a situazioni di povertà e bisogni. La mattinata, oltre ad avere valore conoscitivo e di confronto per migliorare lo strumento in vista del numero 1 del prossimo autunno, aveva un valore formativo.

 

Il Report 0 è un primo, significativo, step di un lavoro più ampio che prevede, entro l'anno, di presentare anche i dati 2013, corredati dalle registrazioni che arriveranno anche dai primi nove Centri di ascolto vicariali, avviati lo scorso anno. A seguire, l'Osservatorio prevede la verifica annuale della situazione, nell'obiettivo di implementare sempre più la geografia di riferimento e la lettura in prospettiva dell'evoluzione dei bisogni, delle povertà e delle risorse.

Il report rappresenta un utile strumento della Chiesa diocesana sia per conoscere la dinamica delle realtà delle situazioni di fragilità e difficoltà, sia per valorizzare le risorse disponibili nel territorio e coinvolgere le comunità parrocchiali. È inoltre un elemento di integrazione alla formazione per i numerosi volontari che operano nei Centri di ascolto e risponde al metodo Caritas che si muove su tre dimensioni essenziali e fondamentali: ascolto, osservazione, discernimento. Che tradotto nella pratica significa porsi in ascolto delle persone (Centri di ascolto), nell'osservare i dati e le situazioni (Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse), per arrivare a discernere, ossia a capire, in base alla realtà oggettiva cosa fare, quali sono le priorità, dove è opportuno e necessario investire, dove invece è utile modificare le prassi di intervento e come muoversi in prospettiva.

 

Ma veniamo ai dati di un anno ' il 2012 ' che registra chiaramente i segni della crisi avviatasi nel 2008. Come città Padova rappresenta un punto di convergenza di molte persone, più di quanti siano i residenti e questo dato si riscontra, in proporzione, anche nelle richieste di aiuto: al Centro di Ascolto di Padova confluiscono ' allo stato attuale ' molte persone provenienti da fuori città.

Nel solo 2012 si sono rivolte 1.644 persone, per un totale di oltre duemila problematiche affrontate (spesso i bisogni sono plurimi), con una media di 137 persone al mese. Oltre la metà (862) sono donne e un terzo (510) italiani. Un dato, quest'ultimo, fortemente significativo di una crisi che sta coinvolgendo anche 'nuove' fasce di popolazione.

Se i dati oggettivi sull'immigrazione registrano in città una forte presenza di immigrati dai paesi dell'Est, al Centro di Ascolto si rivolgono in particolare persone provenienti dall'Africa, che a differenza degli est europei arrivano in Italia senza avere dei riferimenti lavorativi, di alloggio e giungono da situazioni di indigenza estrema o di conflitto (di 1.134 stranieri: il 37% proviene dal Marocco, il 29% dalla Nigeria mentre il 18% dalla Romania).

 

Per quanto riguarda la situazione famigliare nel 39% dei casi si tratta di persone che vivono in coppia con o senza figli, un 31% sono individui singoli con o senza figli. Circa il 60% si attesta nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni; oltre la metà (54%) risulta disoccupato. Per quanto riguarda il livello di istruzione, il dato è relativo in quanto riferito solo a un terzo delle persone ascoltate: su circa 500 persone risulta che un individuo su quattro presenta un livello scolastico superiore a quello dell'obbligo, mentre un 5% ha conseguito la laurea.

 

Le richieste principali sono legate alla mancanza o perdita di lavoro (43%), ma anche all'impossibilità, pur avendo un reddito, di stare al passo con il costo della vita. Da qui le numerosissime domande per accedere ai buoni pasto delle Cucine economiche popolari o per trovare un alloggio, o ancora per il pagamento delle bollette delle utenze domestiche, di scadenze fiscali.

 

Tra le richieste relative alle problematiche lavorative un 65% è conseguente alla perdita del lavoro o al licenziamento e un 25% a uno stato di disoccupazione protratta nel tempo.

Nove richieste su dieci sono legate a questioni di reddito e in sei casi su dieci l'operatore Caritas si confronta con situazioni di conclamata povertà.

 

A queste richieste Caritas Padova risponde con modalità diversificate. Fatto salvo le risorse impiegate per i buoni pasto - che comprendono tra l'altro una rete di soggetti coinvolti e vengono conteggiate a parte rispetto alle quelle erogate dal Centro di Ascolto - nel 2012 il Centro di ascolto diocesano di Caritas Padova ha messo in campo circa 63 mila euro: di cui 41 mila (66% dell'intero ammontare) per il pagamento di bollette e oltre 11 mila (19%) in contributi per situazioni di emergenza; un 4% per farmaci (circa 2.500 euro) e a seguire un 9% per rimpatri o spostamenti per esigenze di lavoro e poco più di mille euro per altre esigenze. Il tutto secondo opportune valutazioni: c'è infatti un 7% delle richieste che riceve una risposta negativa.

 

CS 120/2014
Padova, 11 aprile 2014

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