È divenuto ormai un appuntamento atteso: pregare insieme al vescovo Antonio in zona industriale per il mondo del lavoro, nel mese di maggio. Un modo per sottolineare sempre più l'attenzione e la cura verso la dimensione del lavoro, dimensione esistenziale ma non esclusiva, come ha tenuto a sottolineare il vescovo: «Il lavoro è un diritto e una necessità, ma non è tutto».
La veglia svoltasi alla cappella San Giuseppe Lavoratore, in zona industriale a Padova, ha ricordato con i rintocchi della Campanella le morti sul lavoro. Divisa in tre tempi ha inteso sottolineare le difficoltà ma anche la speranza e la forza che viene dall'incontro con il Risorto.
Nella sua riflessione il vescovo Antonio ha ricordato la recente visita ad alcune aziende della ZIP, ringraziando per l'accoglienza ricevuta.
«Questa sera - ha detto il vescovo nella riflessione - abbiamo nel cuore le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti i lavoratori. Abbiamo pregato anche per i lavoratori defunti; abbiamo ascoltato la Parola del Vangelo. Come comunità cristiane e come Diocesi viviamo i drammi e le speranza ma soprattuto il dono solidale della partecipazione alla fase attuale che stiamo vivendo. Una fase che, da un lato appare illuminata da una tenue luce di ripresa e dall'altra vede la disoccupazione soprattutto delle fasce più giovani della popolazione».
Mons. Mattiazzo ha ricordato l'impegno concreto della Chiesa locale nelle sue diverse aritcolazioni, sia sul piano concreto per venire incontro alle difficoltà non solo economiche ma anche di mancanza di cibo, sia sul piano della vicinanza spirituale e della preghiera.
Ha ricordato l'esperienza positiva del Fondo straordinario di solidarietà che ora però necessita di un nuovo rifinanziamento per poter dare nuove occasioni di reinserimento lavorativo a quanti hanno perso il lavoro a causa della crisi.
In particolare il vescovo Antonio ha sottolineato poi l'importanza di non lasciare sole le persone, in particolare quante hanno perso il lavoro, in quanto «è fondamentale sostenere la tenuta spirituale della persona, per evitare di cadere nella disperazione».
Ai fedeli riuniti e alle comunità cristiane ha raccomandato l'aiuto fraterno e la preghiera che «infondono fiducia nell'animo, danno luce e forza per non essere inguaiati dalle tenebre» ma anche, ricordando la proposta che Pastorale sociale, Caritas e Pastorale familiare hanno rilanciato al convegno diocesano delle famiglie «la possibilità di tessere una rete di amicizia, solidarietà e mutuo aiuto fra famiglie vicine, per creare un tessuto davvero umano nei nostri ambienti di vita».
Infine il vescovo ha richiamato l'attenzione alle dinamiche perverse del sistema economico finanziario prevalente e alla responsabilità di ogni cittadino di fronte a un modello politico che dimentica la dimensione etica.
«C'è bisogno di una profonda educazione e questo è anche compito della Chiesa».
Infine una parola rivolta a un territorio, il Veneto, che «ha ispirato e coltivato il senso solidaristico valorizzando l'apporto della società civile nel bene comune». Oggi ha sollecitato mons. Mattiazzo «dovremmo valorizzare questo grande patrimonio solidaristico e e ciascuno di noi deve sentirsi impegnato in questo per promuovere la vicinanza a chi soffre e la finalità del bene comune».
“”