Vi porto nel cuore (Fil 1,7)

'Vi porto nel cuore' (Fil 1,7) è il versetto della Lettera di Paolo ai Filippesi che accompagna l'anno pastorale della Diocesi di Padova 2013-2014, che è stato ufficialmente aperto con l'Assemblea diocesana, oggi, sabato 23 novembre a Padova, in una Cattedrale gremita di fedeli rappresentanti di tutte le 459 parrocchie che costituiscono la Diocesi.

 

Un appuntamento che di anno in anno segna l'avvio del nuovo anno pastorale e documenta il percorso di una Chiesa locale che nel tempo si è mossa sulla strada della sinodalità, della narrazione della fede, della formazione a tutti i gradi e che da alcuni anni sta ha avviato la sperimentazione di un nuovo cammino di Iniziazione cristiana, che ufficialmente prende il via in quest'anno pastorale 2013-2014, con 387 su 459 parrocchie che 'iniziano'.

La 'cura degli inizi' è una delle due attenzioni pastorali che caratterizzano l'anno pastorale. Cura degli inizi per chi si avvia a diventare cristiano, come i 24 catecumeni che sono stati ammessi al percorso di preparazione e formazione che nell'arco di due anni li porterà a ricevere i sacramenti dell'Iniziazione cristiana.

Cura degli inizi per i molti adulti chiamati a far parte, per il prossimo quinquennio, degli organismi di comunione (consigli pastorali parrocchiali, coordinamenti pastorali vicariali, coordinamenti vicariali di ambito, consigli parrocchiali per la gestione economica, consiglio pastorale diocesano); cura degli inizi per i genitori di quei fanciulli e ragazzi che iniziano il nuovo cammino di Iniziazione cristiana. Non più la classica e tradizionale forma di catechismo e dottrina cristiana, ma un percorso di esperienza di fede che vede coinvolta, attorno ai fanciulli, l'intera comunità.

Da qui la seconda attenzione: la cura degli adulti. Adulti catecumeni che iniziano un cammino, adulti della comunità e genitori che riverificano la loro fede nell'accompagnamento dei figli.

 

«Il rito di ammissione al Catecumenato» ha ricordato il vescovo Antonio Mattiazzo «è altamente significativo della nuova epoca in cui siamo entrati per quanto riguarda l'annuncio della fede, la sua trasmissione ed educazione nel contesto socio-culturale e religioso odierno. In questo contesto secolarizzato e pluralistico, che nelle sfere della vita statale e pubblica non fa riferimento alla fede e all'etica cristiana, la Chiesa è chiamata a riproporre a tutti, con linguaggio e forme nuove il primo annuncio di Cristo e ad essere grembo che genera alla fede. È quello che abbiamo scelto e intrapreso con il nuovo percorso dell'iniziazione cristiana. Si pone l'esigenza di passare con saggezza e coraggio da una pastorale di passiva conservazione ad un pastorale autenticamente missionaria».

 

Ospite e testimone dell'assemblea diocesana 2013 è stato mons. Giampiero Gloder, presbitero diocesano originario di Gallio (Vi), neoeletto e consacrato vescovo da papa Francesco lo scorso 24 ottobre e nominato presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica (la scuola diplomatica del clero). mons. Gloder ha portato la testimonianza della sua esperienza vicino a due papi: Benedetto XVI di cui ha ricordato la gioia della fede che nasce dalla consapevolezza della vicinanza di Dio; e papa Francesco che nella sua familiarità e nella quotidianità dei gesti esprime forme di accoglienza piena. Due papi che sottolineano come la fede non è un'idea o un progetto di vita, ma è il frutto di un incontro e dell'esperienza di essere amati da Dio.

Il vescovo Antonio nel suo discorso all'assemblea ha ripercorso il programma pastorale dell'anno, gli impegni che la Chiesa di Padova sta portando avanti con coraggio a partire dall'Iniziazione cristiana, ma anche le frontiere missionarie - quelle periferie esistenziali a cui richiama spesso papa Francesco - che rimangono ancora non sufficientemente praticate ed esplorate. Al termine il vescovo ha concluso osservando che: «Guardando al cammino percorso e a quello che ci viene proposto, possiamo dire che non siamo una chiesa statica e passiva, ma propositiva e dinamica, recettiva del vento dello Spirito che soffia forte. Siamo consapevoli dei doni di cui siamo portatori per noi e per gli altri, ma anche dei nostri limiti, delle nostre fragilità e delle difficoltà e ostacoli. Ma confidiamo nella forza del Signore che ci assicura che è sempre con noi».

 

CS 272/2013
Padova, 23 novembre 2013

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