Il Volontariato Formativo d’Impresa delle Cucine economiche popolari, lanciato in occasione dei 140 anni delle Cep, nel settembre 2022, ha ottenuto, tramite il formatore Simone Tommasini, il terzo posto del Premio Eccellenze Formazione 2023 per la categoria Etica e Responsabilità sociale. Un riconoscimento conferito dall’Associazione Italiana Formatori – la principale nel settore in Italia.
A convalidare la positività della proposta è anche l’esito di una verifica con quanti hanno partecipato al percorso, dal settembre 2022 a dicembre 2023: in tutto 85 persone (tra i 30 e i 60 anni, con formazione superiore o universitaria) di otto società, per lo più impiegati, ma non sono mancati funzionari e figure apicali, per un totale di 22 giornate formative. Le aziende che hanno accolto la proposta sono le più diverse: si va dalla telefonia alla produzione elettronica, dal mondo finanziario all’impiantistica di vario genere, ad aziende di arredamento e design di livello internazionale…
Il Volontariato Formativo d’Impresa promosso dalle CEP è un’integrazione del Volontariato d’Impresa, pratica che vede le aziende concedere ai collaboratori tempo lavorativo a favore di attività in organizzazioni non profit, e un percorso formativo di tipo esperienziale rivolto al personale dipendente.
Le CEP offrono una vera e propria esperienza di volontariato e di formazione che accompagna e aiuta i partecipanti ad acquisire o migliorare capacità relazionali e nella gestione del conflitto, mettendosi a confronto con forme importanti di disagio, povertà e vulnerabilità. La proposta si struttura in quattro step vissuti in un’unica giornata o, preferibilmente, in quattro giornate così scandite: accoglienza e briefing; formazione e case study; servizio di volontariato; debriefing e condivisione (in cui si condividono le esperienze e si ragiona su come trasferire quanto appreso nei propri contesti lavorativi).
Le aziende che finora hanno aderito e proposto ai propri collaboratori l’esperienza di Volontariato Formativo d’Impresa hanno optato per lo più per la giornata unica di esperienza in cui si sono comunque attraversati tutti e quattro gli step del percorso.
Al termine di ogni esperienza è stato somministrato un questionario articolato su quattro aspetti: l’esperienza alle Cucine; il rapporto con il personale; il rapporto con l’ospite; la formazione e il servizio. Hanno risposto 83 su 85 partecipanti.
Unanime la positività dell’esperienza: solo una persona ha valutato “così così” l’esperienza nel suo insieme, mentre 66 l’hanno definita “molto positiva” e 16 “abbastanza positiva”.
La maggior parte di loro non aveva “mai messo piede alle Cucine” (94%) e poco più di un terzo (37%) ne conosceva l’esistenza. Per tutti l’esperienza è stata per lo più sollecitata dall’azienda, ma motivata e supportata da una disposizione personale a esperienze di aiuto e di servizio verso gli altri e anche con il desiderio di una crescita personale. Per tutti è stata una “scoperta” e un’occasione di crescita personale con naturali conseguenze professionali sul piano di quelle che in gergo si chiamano soft skills. In particolare è stato evidenziato un arricchimento su vari piani: comprensione dell’altro (61%); comunicazione assertiva (58%); gestione delle emozioni (38%); lavoro di squadra (38%); imparare a riflettere prima di agire (27%); saper far fronte a situazioni stressanti (25%); problem solving (19%); leadership (2%).
Quasi all’unanimità è stato espresso il desiderio di ritornare alle Cucine e anche di replicare l’esperienza.
Maggiormente positiva l’esperienza per chi ha potuto dedicarvi quattro giornate e non concentrare tutto in un’unica occasione.
La relazione con l’ospite delle Cucine, sebbene rapida e non approfondita, è stata comunque un’esperienza definita dai più interessante e abbastanza coinvolgente, mai scontata e non di rado “inattesa”.
Utile per tutti la fase di condivisione e debrifing finale, occasione per sedimentare l’esperienza vissuta e il valore sul piano personale e professionale.
Padova, 1 marzo 2024