Bilancio sociale di mandato

Al termine del mandato quinquennale (2006-2010) l'Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Padova, presieduto da mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, presenta il Bilancio sociale di mandato. Uno strumento di valutazione del lavoro svolto, ma anche della qualità delle attività, delle relazioni umane e del valore etico di alcune scelte, in nome della trasparenza del proprio agire, come già dimostra la pubblicazione e l'aggiornamento di molta documentazione nel sito stesso dell'Istituto, all'indirizzo: www.idscpadova.it

 

Nel quinquennio 2006-2010 l'impegno dell'Istituto - che ha come compito fondamentale la produzione di reddito per il sostentamento del clero e a tale scopo il recupero di un valore aggiunto dall'utilizzo del proprio patrimonio - ha esplicato questo mandato con un'attenzione ecclesiale (nel servizio ai sacerdoti) e sociale (con trasparenza fiscale, chiarezza su alienazione e acquisto di immobili, centralità delle persone).

 

L'Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Padova, che proprio in questi giorni (3 dicembre) celebrerà i sui 25 anni di vita, fin dal suo nascere ha impegnato, su direttive dell'Istituto Centrale, le sue energie e attività nell'indirizzo immobiliare finalizzato alla locazione, ristrutturando, acquistando o costruendo nuovi edifici, finanziando queste iniziative con i proventi derivanti da alienazioni di aree già appartenenti ai benefici ecclesiastici soppressi e confluiti nel patrimonio dell'Istituto con la legge istitutiva 222/1985. Quindi non operazioni immobiliari, ma investimenti all'unico scopo di produrre reddito che, dedotte le spese (costi amministrazione, personale, oneri finanziari e tributari) viene convogliato all'Istituto centrale per il sostentamento del clero di Roma che provvede a raccogliere i fondi da tutti gli Istituti diocesani e a ridistribuirli per il sostentamento del clero italiano. Il fondo di copertura del sostentamento del clero italiano si compone quindi di entrate che derivano da sacerdoti e parrocchie (remunerazioni proprie dei preti, parrocchie ed enti ecclesiastici), da redditi degli istituti diocesani e da cittadini (offerte libere e deducibili per il sostentamento del clero e quota dell'8 per mille).

 

Per quanto riguarda la Diocesi di Padova, le remunerazioni globali versate ai preti in attività sono così sostenute: remunerazione da parrocchie (8,42%), remunerazione da altri enti ecclesiastici (4,58%), stipendi da enti non ecclesiastici (5,39%), pensioni computabili (8,38%), sistema sostentamento del clero (73,23%).

 

L'intero utile d'esercizio 2010 (dati derivati da uno studio previsionale) dell'IDSC di Padova sarà pari a 684.063 euro; gli oneri tributari 610.000 euro, con una decrescita degli utili negli ultimi anni (1.004.725 del 2008 e 818.862 nel 2009) che risente della crisi economica in atto.

 

«Negli ultimi anni ' commenta infatti il presidente mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini ' anche l'Istituto ha risentito della crisi economica attuale: alcune aziende hanno chiuso l'attività produttiva e ci sono anche situazioni di privati in difficoltà. L'IDSC ha sempre valutato con attenzione le varie situazioni. Questo però ha comportato una riduzione dell'utile da inviare all'Istituto centrale. Incoraggianti sono invece le risposte che arrivano dall'aumento delle firme dell'8 per mille e dall'incremento del numero (che non sempre corrisponde all'ammontare) delle offerte deducibili da parte di privati».

 

 

CS 222/2010

Padova, 1 dicembre 2010

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