CANTIERE APERTO. A TU PER TU CON LA MADONNA DI ANTONIO VIVARINI

Una serata tutta dedicata al restauro della Madonna in trono con Gesù Bambino di Antonio Vivarini, proveniente dalla chiesa di San Tomaso Becket in Padova, che in queste settimane è in corso presso il Museo Diocesano. L’appuntamento è per giovedì 24 luglio, alle ore 21: il Museo aprirà le sue porte e il pubblico potrà visitare il cantiere di restauro della tavola quattrocentesca, con la guida della restauratrice Chiara Ceriotti.

Una serata inserita nel progetto MI STA A CUORE, promosso da Museo diocesano di Padova e Ufficio diocesano Beni culturali, che si propone di sensibilizzare l’attenzione del pubblico, delle istituzioni, della città al recupero di preziose opere artistiche del territorio. Dopo l’esperienza positiva con il restauro dei tre crocifissi di San Gaetano, Polverara, Chiesanuova, ora il progetto MI STA A CUORE sostiene il restauro di questa tavola particolarmente preziosa per la sua qualità artistica e per il fatto di essere una delle poche opere di Antonio Vivarini presenti a Padova.

 

La serata di giovedì 24 maggio dal titolo “A tu per tu con la Madonna di Antonio Vivarini” rappresenta un’occasione unica per osservare da vicino i primi risultati dell'intervento, e di addentrarsi nei “segreti” del lavoro del restauratore.

L’intervento è ormai entrato nel vivo, dopo le indagini preliminari radiografiche e fotografiche (all’infrarosso e ultravioletto), necessarie per comprendere meglio lo stato del supporto ligneo, la stratificazione dei materiali e la tecnica pittorica.

I sollevamenti della superficie dipinta, che avevano messo a rischio la sopravvivenza stessa dei volti della Vergine e del Bambino, sono stati eliminati. Sono inoltre visibili i primi risultati della rimozione delle vernici date in passato e ora fortemente ingiallite: la pellicola pittorica, liberata dagli strati alterati, rivela già ora la straordinaria luminosità dei colori originali e alcuni particolari inediti. «Un lavoro emozionante» ha commentato la restauratrice Chiaria Ceriotti di fronte al riemergere del colore di Vivarini.

La visita al cantiere sarà preceduta da un momento musicale, offerto dagli Ottoni della Civica Orchestra di Fiati di Padova.

La serata all’insegna dell’arte, della musica e dello stare insieme, destinata al recupero di un prezioso frammento del nostro patrimonio culturale, si concluderà con un drink.

La prenotazione è obbligatoria. Si chiede di arrivare circa 15 minuti prima dell’inizio.

Ingresso a offerta libera (offerta minima: 10 euro). L’incasso sarà devoluto interamente al restauro dell’opera.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 652855,  info@museodiocesanopadova.it

 

SCHEDA

La tavola dipinta da Antonio Vivarini, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino (1443 ca.) ora in restauro al Museo diocesano, era custodita nella chiesa di San Tomaso Becket a Padova, ma originariamente fu realizzata per la chiesa di San Moisè a Venezia. In origine era completata da altre due tavole conservate attualmente alla National Gallery di Londra.

L’opera è impregnata dell’atmosfera sognante del gotico veneziano, con la Vergine seduta su un trono riccamente intagliato, la veste in velluto rosso broccato intessuto di fili d’oro, la corona sfavillante di perle e pietre preziose; ma che già rivela alcune novità rinascimentali, nel tentativo di costruire uno spazio prospettico, nella resa tridimensionale delle figure, nella tenerezza degli affetti che le legano.

Avventurosa, e per certi versi ancora oscura, la storia di questo dipinto.

Innanzitutto la Madonna non è stata dipinta per la chiesa di San Tomaso: vi giunge solo nella seconda metà del Settecento, quando un funzionario della Repubblica Serenissima, tale Giuseppe Picchi, la dona ai padri Filippini che lì risiedevano. Quando la tavola viene donata alla chiesa di San Tomaso aveva già perso gli elementi laterali con i quali in origine componeva un trittico. Si tratta dei due pannelli con i Santi Pietro e Girolamo, a sinistra, e i Santi Francesco e Marco a destra, finite in un momento imprecisato sul mercato antiquario e nella seconda metà dell’Ottocento acquisite dalla National Gallery di Londra, dove tuttora si trovano.

In origine le tre tavole erano unite da una ricca cornice in legno intagliato e dorato, come quelle che in alcuni casi ancora impreziosiscono le opere di Antonio e del suo socio Giovanni d’Alemagna. Il trittico, stando alle ricerche più recenti, sarebbe stato realizzato per l’altare del Corpus Domini adiacente alla cappella dedicata alla Beata Vergine nella chiesa di San Moisè a Venezia, per volere del nobiluomo Marco Dandolo.

Lì rimase almeno fino alla seconda metà del Seicento, quando il mutamento del gusto artistico e degli usi liturgici probabilmente causò, come spesso accadeva, l’allontanamento del trittico dalla chiesa, nel frattempo riedificata in forme barocche.

Tra i passaggi di mano della Madonna in trono con Gesù Bambino, in parte ancora da indagare, dobbiamo annoverare anche il furto del 1971 poi rapidamente recuperato.

Il restauro attualmente in corso sta cercando di recuperare il dipinto dalle deformazioni del supporto ligneo con relativo distacco di strati pittorici, frutto di variazioni di temperatura e umidità.

 

 

CS 180/2014

Padova 22 luglio 2014

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