Si concludono in agosto e nella sua terra natale – Roana, sull’Altopiano di Asiago (VI) – le iniziative in ricordo della figura e del pensiero del teologo mons. Luigi Sartori, organizzate da Diocesi di Padova, Facoltà teologica del Triveneto, parrocchia di Roana, in collaborazione con Associazione Teologica Italiana e Istituto di Studi ecumenici San Bernardino di Venezia nel decennale della morte (2007-2017) e per gli appuntamenti finali arricchite dalla partecipazione del Vicariato di Asiago e Istituto di Cultura Cimbra di Roana.
Quattro gli appuntamenti in programma nella prima settimana di agosto.
Si inizia mercoledì 2 agosto, alle ore 20.45, nella chiesa di Santa Giustina di Roana (Vi), con un’elevazione musicale con il maestro Enrico Zanovello e la lettura di testi di Luigi Sartori.
Seguirà venerdì 4 agosto, alle ore 20.45, nella sala parrocchiale Joseph Ratzinger a Roana una conferenza dal titolo La fede lievito nella storia con l’intervento di Antonio Ricupero, autore del volume La fede lievito della storia. Il senso dell’itinerario teologico di Luigi Sartori.
Momento clou delle celebrazioni nel paese natale di mons. Sartori sarà domenica 6 agosto, con la messa alle ore 10.30 nella chiesa di Santa Giustina che sarà presieduta da mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di papa Benedetto XVI, che prima di giungere a Roana celebrerà anche a Boara Pisani, nel Padovano (sabato 5 agosto, alle ore 19, per la festa della patrona, Santa Maria della neve). Una presenza significativa quella del prefetto Gänswein, così vicino a Benedetto XVI: è noto, infatti, il dialogo che intercorreva tra mons. Sartori e Joseph Ratzinger. Il futuro papa, negli anni Settanta, quando era decano e vicerettore dell’università di Regensburg, fu anche presente a Roana, nel 1975 e 1976, in occasione degli incontri tra teologi organizzati da Sartori.
Dopo la celebrazione, alle ore 11.30, verrà scoperta una targa ricordo nella casa natale di mons. Luigi Sartori.
A chiudere le iniziative per il decennale della morte di “don Luigi”, come molti lo ricordano, sarà il concerto, inserito nel Festival concertistico internazionale sugli organi storici del Vicentino, in programma giovedì 17 agosto, alle ore 20.45, nella chiesa di Santa Giustina di Roana, con la presenza del maestro Alessandro Bianchi.
Profilo
Nato a Roana (Altopiano di Asiago), Diocesi di Padova e provincia di Vicenza il 1° gennaio 1924, mons. Luigi Sartori muore il 2 maggio 2007.
Rimasto orfano in giovanissima età entra nel Seminario di Padova e viene ordinato prete il 15 settembre 1946. Nel 1948 consegue la licenza in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e nel 1952 il dottorato in teologia con una tesi su “Blondel e il cristianesimo”. Dopo gli studi romani rientra in Diocesi per dedicarsi all’insegnamento filosofico e teologico in Seminario vescovile. Nel 1954 il vescovo Bortignon gli affida la segreteria della nascente rivista Studia Patavina, creata con l’obiettivo di essere un ponte di dialogo e di incontro tra i due Studia della città, l’Università e il Seminario (ora è la rivista scientifica della Facoltà teologica del Triveneto).
Nel 1964 don Luigi Sartori è chiamato come “perito” della Conferenza episcopale italiana nelle ultime due sessioni del Concilio Vaticano II (1962-1065); ed è proprio Sartori a “tradurre” i lavori del Concilio ai giornalisti riuniti in sala stampa. Del Concilio apprezza i documenti e il metodo di lavoro che vedeva l’impegno comune di pastori, teologi e storici. Anche da qui nasce la sua sensibilità a una teologia attenta alla pastorale e a un’ecclesiologia ecumenica.
Dopo quest’esperienza accetta l’insegnamento alla Facoltà teologica interregionale dell’Italia settentrionale di Milano, rimanendo titolare di ecclesiologia, escatologia, ecumenismo nel Seminario di Padova.
Nel 1969 viene eletto presidente dell’ATI, l’Associazione Teologica Italiana di cui è stato anche socio fondatore, ed era rimasto presidente emerito.
Come esperto in teologia ecumenica dal 1969 al 1980 è stato consultore del Segretariato romano per l’Unità dei cristiani (ora Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani); dal 1972 al 1988 membro di “Fede e costituzione” del Consiglio Mondiale delle Chiese di Ginevra, e dal 1967 al 1995 è stato consulente teologico nazionale per la parte cattolica del SAE (Segretariato attività ecumeniche) di Roma.
Ha scritto abitualmente per numerose riviste, periodici e quotidiani: Concilium, Credereoggi, Humanitas, Presenza Pastorale, Via Verità e Vita, Vita e Pensiero, Il Regno, Famiglia cristiana, Messaggero di Sant’Antonio, Avvenire, Il Giorno.
Come docente ha collaborato con l’Istituto di Liturgia pastorale di Santa Giustina in Padova, con l’Istituto di scienze religiose in Trento, con l’Istituto superiore di scienze religiose dell’Università di Urbino (1970-1990) e l’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Verona prima e di Venezia poi.
La sua impronta si ritrova anche in ambito catechistico e in particolare nella prima stesura dei catechismi nazionali, particolarmente nel catechismo degli adulti Signore, da chi andremo?
Amplissima la bibliografia che porta la firma di mons. Luigi Sartori, il cui genere preferito era l’articolo per riviste, mentre tra i libri si ricordano: Blondel e il cristianesimo, Gregoriana Padova, 1953; Teologia della storia, Gregoriana, Padova 1956; È Dio il regista della storia?, Nuova Accademia, Milano 1961; Teologia nel quotidiano, Borla 1977; Teologia ecumenica. Saggi, Gregoriana, Padova 1987; Per una teologia in Italia, scritti scelti, 3 voll. Edizioni Messaggero, Padova 1997 (a cura di Ermanno Roberto Tura); Il dito che annuncia il cielo. Una spiritualità della speranza, Gregoriana, Padova 2006; Una mentalità ecumenica. Luigi Sartori a colloquio con Giampietro Ziviani, Ancora, 2006.
I suoi scritti toccano il rapporto fede e cultura, il tema dell’evangelizzazione, il cammino ecumenico, l’ecclesiologia, la riflessione sul magistero, il pluralismo teologico e culturale nella chiesa, la cristologia, il mistero di Dio e dell’uomo.
Tre i grandi ideali che hanno illuminato il suo percorso: la spiritualità, la storicità, l’ecumenismo. Mons. Sartori è ricordato per la sua estrema vitalità e competenza, per la qualità del dialogo e la grande capacità relazionale, per l’insegnamento a “pensare in grande e in universale”, e a compiere i propri passi sulla “via del cuore”. Sapeva scoprire e valorizzare i talenti delle persone nonché creare ponti di amicizia e di dialogo tra cattolici e fratelli di altre confessioni, tra credenti e non credenti.
CS 105/2017
Padova, 28 luglio 2017