Persone, non numeri! è il titolo del Report 2018 di Caritas Padova redatto dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse, che viene presentato oggi, giovedì 9 maggio, alla presenza del vescovo Claudio Cipolla. Giunto alla sesta edizione, il Report riporta i dati raccolti nel 2018 nei Centri di ascolto diocesano e vicariali e nei Servizi di Caritas Padova. È l’occasione, come ogni anno, per fotografare la situazione del disagio nel territorio diocesano, nelle sue diverse espressioni e monitorare una tendenza o un andamento per capire anche come orientare il servizio e i percorsi possibili di emancipazioni dalle situazioni di povertà.
Il Report di quest’anno propone inoltre il progetto di ricerca “Genitori di ‘seconda generazione’ e intercultura nella città” frutto della collaborazione tra Caritas, Migrantes, Ufficio per l’Annuncio e la Catechesi e Università di Padova (Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata). Ricerca che mira a dare continuità all’approfondimento sui dopo-scuola curato dall’Osservatorio nella scorsa edizione e a offrire un ulteriore contributo e un percorso formativo ai genitori nello stare accanto ai figli adolescenti.
Il titolo scelto per il Report 2018 indica alcune precisi intenti e sottolineature. È «un lavoro di numeri che riportano a volti» sottolinea il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, nella Prefazione, un titolo che «ci dice l’elemento fondamentale da cui parte e sui cui si indirizza la Carità: l’amore per l’altro e la persona, che non è una cifra, un codice, un numero, ma è un mondo da incontrare, conoscere, amare. Nell’incontro, nella conoscenza, nell’amore troviamo anche gli ingredienti per un aiuto concreto e strade di emancipazione possibile, affinché dai numeri che stringono e affaticano il quotidiano, possa sbocciare il volto della persona, le sia riconosciuta dignità e prospettiva di vita buona».
Persone, non numeri! Perché se i “numeri” – ed è il caso di quest’anno – da soli possono ingannare (a fronte di una diminuzione, che si attesta intorno all’8,5%, delle persone che si sono presentante agli sportelli di Caritas nel territorio non corrisponde, infatti, una verità di diminuzione di povertà), è guardando le storie, i volti e le persone che si coglie il senso di questa flessione da un lato e, come spiega don Luca Facco, direttore di Caritas Padova, la realtà profonda di chi si trova in certe situazioni: «il vissuto di ferite, di fatiche, di coraggio, di forza, di speranza, di fiducia, di ricerca, di ricchezza interiore che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare e condividere».
Un vissuto che porta a trasformare la dimensione dell’erogazione di un servizio/aiuto in criteri e percorsi di accompagnamento personalizzati e individualizzati. Persone appunto, non numeri.
Ma superare la dimensione numerica significa leggere la povertà nella sua verità di volti e sfumature, senza ridurla o identificarla solo alla povertà economica.
Che quadro emerge?
Il Report 2018 disegna una situazione che ricalca sostanzialmente quella degli anni precedenti, con modeste variazioni, sottolineando però, ancora una volta, che le conseguenze della grande crisi del 2008 sono tuttora palpabili, evidenti, “attive”. «Nel piccolo – si legge nel Report – la realtà relativa alla Diocesi padovana è una conferma della situazione complessiva; e sottolinea al tempo stesso con quanta superficialità venga affrontato il problema oggi in Italia, e più in generale nell’Unione Europea, privilegiando il ricorso a stereotipi, soluzioni muscolari, analisi che fanno leva sull’emotività, anziché cercare di elaborare una risposta unitaria e razionale per una questione che non solo rimane quanto più che attuale, ma che è destinata ad accentuarsi ancor più a breve-medio termine, rilevandosi “il” problema centrale con cui dovrà misurarsi l’intero Occidente.
Due evidenze.
– Si rivela una chiara tendenza alla diminuzione degli accessi agli sportelli, con un calo attribuibile soprattutto alla popolazione straniera.
– Le principali richieste di aiuto vengono da persone comprese tra i 31 e i 65 anni (8 su 10) e sono per lo più riferite a situazioni legate al mercato del lavoro e al reddito.
Che portano a due considerazioni.
– Si sta modificando il fenomeno migratorio diretto verso il nostro Paese, con una netta diminuzione degli arrivi e contestualmente con un flusso sia pur contenuto di esodo verso l’estero.
– L’incidenza della crisi sulla situazione occupazionale e sulla condizione di povertà delle persone continua a esercitare un peso preoccupante, solo in minima parte compensato dai deboli segni di ripresa dell’economia.
I numeri.
Nel 2018 si sono rivolte agli sportelli dei Centri di Ascolto diocesano e vicariali (presenti in 30 su 32 vicariati) 2.239 persone (1.143 donne, 1.096 uomini) con un calo dell’8,5% rispetto al 2017 (erano 2.447), e con una diminuzione del numero di stranieri pari all’11,3% (sono passati dai 1.478 nel 2017 ai 1.310 nel 2018) e delle donne (-11,3%, dalle 1.288 nel 2017 alle 1.143 nel 2018). Calano anche gli italiani (- 4,1%, passando da 969 a 929). Una diminuzione verosimilmente riconducibile a un maggior numero di stranieri che si spostano in altri Paesi in cerca di migliori e maggiori opportunità.
L’età maggiormente rappresentata riguarda la fascia 31-50 anni che rasenta il 53% del totale, e per il 41,5% si tratta di coppie con figli e subito dopo di persone sole (20.3%), che abitano sostanzialmente in affitto (61,4%).
Scorrendo le problematiche generali: quelle economiche (36%) e lavorative sono preponderanti (24%), a seguire quelle abitative (12%), di salute (11%), legate a questioni famigliari (8%).
La richieste sono conseguenti, per la maggioranza, alle pesanti difficoltà economiche e lavorative; includendo la richiesta di sussidi, aiuti economici, di beni o servizi materiali, raggiungono l’80% e sono riconducibili per lo più a questioni concreti di vita quotidiana: cibo, utenze e tasse. Ma non manca una forte richiesta di ascolto (rappresenta la terza voce di richiesta).
Guardando al territorio la situazione è abbastanza omogenea (diminuzione di persone straniere e aumento di italiani che si rivolgono ai Centri di Ascolto), prevalenza di coppie con figli e di persone sole con disagi relazionali. Le problematiche abitative sono più evidenti in città e si registra una crescente incapacità di far fronte alle spese per la salute.
I macrodati relativi invece allo Sportello Disagio Finanziario parla di 78 situazioni affrontante nel 2018, di cui sei hanno ottenuto il Prestito della speranza, dieci il sostegno sociale, nove hanno ottenuto aiuto attraverso i Centri di Ascolto Caritas.
Per l’84% dei casi si tratta di italiani, in maggioranza (72%) uomini e l’età si attesta tra i 41 e i 50 anni.
Per quanto riguarda, invece, il Poliambulatorio Caritas-Cuamm si è registrato un aumento del 22% delle prestazioni complessive erogate, rispetto al 2017, per un totale di 1.974 prestazioni e 515 persone (tra cui 179 minori) sostenuti, per la maggioranza stranieri (62,3%).
Le prestazioni hanno riguardato: interventi odontoiatrici (1.028), consulenze e segretariato (459), visite odontoiatriche (306), apparecchiature e materiale sanitario (103), prestazioni infermieristiche/igiene (78).
Per quanto riguarda poi il Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro (che tra i vari partner ha visto stanziati nel 2018 complessivamente 2 milioni e mezzo di euro), la Diocesi di Padova ha disposto inoltre di destinare ulteriori 100mila euro a sostegno di progetti a favore di disoccupati residenti nei comuni montani del territorio diocesano colpiti dalle calamità naturali di fine ottobre 2018.
Padova, 9 maggio 2019
CS 107/2019