GIORNATA DI PREGHIERA PER I CRISTIANI VITTIME DI PERSECUZIONI

Domani, domenica 19 aprile 2015, le comunità parrocchiali della Diocesi di Padova sono invitate a pregare per i cristiani vittime di persecuzioni durante le celebrazioni eucaristiche.
 
Il vescovo Antonio Mattiazzo, infatti, nei giorni scorsi ha inviato una lettera invito indicendo una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati. La giornata, per le parrocchie della città di Padova, è stata anticipata venerdì 17 aprile da una partecipata veglia di preghiera presieduta dal vescovo in Cattedrale.
 
Durante la veglia si è fatto memoria e pregato in particolare, accendendo di volta in volta un cero davanti al Crocifisso, per: i molti innocenti che furono uccisi in Armenia; i cristiani di Siria, i cristiani assiri e caldei, i cristiani in Israele e nei territori palestinesi, i cristiani di Minya e per tutta la chiesa libica, le comunità cristiane in Afghanistan, i cristiani della Nigeria, i cristiani del Kenya, i cristiani di Egitto, Niger, Sudan, Sud Sudan, Somalia, Congo e Burundi, i discepoli del Signore in Pakistan, i cristiani dell’Asia...
 
Il vescovo Mattiazzo nella sua riflessione ha ribadito, riprendendo le numerose sollecitazioni di papa Francesco, che «non possiamo essere indifferenti» e per questo ha chiesto e invitato le comunità a pregare insieme: un «atto di Chiesa, come Chiesa» che possa anche «risvegliare le coscienze». «Ci sentiamo partecipi delle inaudite sofferenze di tanti fratelli nella fede» ha detto il vescovo ricordando che la persecuzione ci interpella sia sul piano della fede in Dio, sia sul piano della coscienza civile. Ma se da un lato «la persecuzione è espressione del mistero della croce e costituisce uno stato normale del discepolo di Cristo» sul fronte civile e politico si registra «un silenzio complice». «Perché questo silenzio complice? – ha domandato il vescovo – Chi fornisce e chi fabbrica le armi di questi persecutori?».
E ha concluso: «Vogliamo pregare per le vittime, ma anche per i governanti, perché si assumano le loro responsabilità».


CS 124/2015
Padova, 18 aprile 2015

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