Perché la Via Crucis cittadina?

Il Crocifisso è il segno del dolore umano.

Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino.

Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che tutti gli uomini sono uguali e fratelli, ricchi e poveri, credenti e non credenti, neri e bianchi, e che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini.

Gesù, con la sua Croce, è dentro la sofferenza, le tante sofferenze.

L'ospedale e gli ammalati, il carcere e i detenuti, le case degli anziani e le loro solitudini, i poveri e i senza dimora, gli immigrati e le nostre paure, le proteste universitarie, i giovani e lo spritz, la ricchezza ostentata e la precarietà, le famiglie e il ritmo caotico e frenetico.

L'umanità intera e la nostra Città di Padova hanno bisogno del Crocifisso che propone la riconciliazione, il rispetto dell'altro, la legge dell'amore fino al dono della vita; e dà speranza a tantissime persone che sono ferite dalla vita e che subiscono il potere del male e del dolore.

Oggi 1 aprile, a metà del cammino quaresimale, la Pastorale cittadina propone alle ore 18.30, per il secondo anno consecutivo, la Via Crucis lungo le vie del centro storico in un percorso che si snoda dalla Cattedrale al Santo.

 

Questa 'Via della Croce', guidata dal nostro vescovo Antonio, ci invita a seguire le orme di Gesù che ha detto «Io sono la via» percorrendo simbolicamente le strade di Padova.

Le varie meditazioni ne evocano i luoghi più significativi (la Cattedrale, piazza dei Signori, l'Università e Palazzo Moroni, le vie centrali ' via Roma e Umberto I ', il Prato della Valle, il Santo), unitamente alle varie situazioni di disagio che vi si possono incontrare e che possono essere trasformate in occasioni di crescita e di incarnazione della fede.

 

La Via Crucis diventa così un cammino per meglio comprendere la vita di ogni giorno e di ogni persona e uno stimolo all'impegno e alla speranza.

Gesù porta la sua croce, c'è ed è presente: e dalla sua croce, con le sue braccia spalancate, abbraccia tutti nelle loro croci.

In mezzo alle case, alle strade, alle piazze, ci sono i discepoli di Gesù, i cristiani che nei secoli hanno innalzato luoghi di preghiera, chiese, crocifissi davanti ai quali pregare per trovare consolazione, pazienza, forza, tenerezza.

500 anni fa, in epoca non meno dura di quella presente, il Crocifisso della Chiesa di Santa Maria dei Servi ha sanguinato miracolosamente, attirando la popolazione di Padova all'amore di Gesù, che dona la sua vita per noi.

San Francesco, maestro della spiritualità del nostro 'Santo' Antonio, ne fa il baluardo della sua preghiera, a partire da San Damiano: e il Donatello ci ha donato la sua meravigliosa arte qui a Padova, scolpendo il famoso Crocifisso di bronzo.

È proprio vero: il Signore ci attende ai crocicchi delle nostre strade, ci precede e ci accompagna come guida esperta, vuole la nostra pace e conversione. È lì a ricordarci che dalla sua morte può venire la vita, che, in fondo, siamo tutti viandanti dietro a Lui, l'«uomo dei dolori», che redime e salva.

Mons. Daniele Prosdocimo

Vicario per la Pastorale Cittadina

 

CS 78/2011
Padova, 30 marzo 2011

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