Pronti a tutto. Ma senza rifare la Dc

L'intervento, forte, del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, le parole del papa, la crisi del paese. E i cattolici? Non sono immobili: già in questo fine settimana i rappresentanti delle principali associazioni impegnate in campo economico e nel sociale, ma anche in ambito ecclesiale, si ritroveranno a Todi per avviare la riflessione su una nuova stagione di presenza nella società e nella politica nazionale.

Nel Nordest per il momento ci si limita a osservare, a essere attenti a quanto sta accadendo. Partendo da alcune convinzioni condivise: la povertà della politica nazionale, l'inadeguatezza dell'attuale classe dirigente, la necessità di una nuova fase del cattolicesimo responsabile. Sullo sfondo lo strascico di vissuti talora frustranti: le difficoltà del Partito democratico, il disagio di chi sta da cattolico nel centrodestra, la fatica di dare corpo al Terzo polo. E allora? Una domanda aperta. Anche perché la risposta non pare mutuabile dal passato, né tanto meno dalla riesumazione di esperienze ormai datate, come quella della Dc.

 

Sul numero di questa settimana della Difesa del popolo, settimanale cattolico della Diocesi di Padova, un lungo viaggio tra politici che ' pur in diversi schieramenti ' si rifanno alla tradizione del cattolicesimo popolare; tra le organizzazioni che in campo economico si richiamano alla Dottrina sociale della chiesa, dalla Coldiretti agli artigiani dell'Upa fino alla Cisl e alle Acli; tra le associazioni ecclesiali, dall'Azione cattolica a Sant'Egidio.

Per capire in cosa possa consistere il «soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica» evocato dal cardinale Bagnasco e quali spazi esistano per una forte testimonianza ispirata ai valori del cattolicesimo nell'attuale scenario.

 

«Non basta più ' sottolinea il direttore Guglielmo Frezza ' dichiarare ad alta voce che il mondo cattolico è oggi un giacimento ineguagliabile di valori, percorsi ed esperienze. Servono persone disposte a testimoniarli nello scenario politico, in maniera autorevole e forti di un autentico radicamento popolare, per evitare il rischio che altri continuino a intestarsi in maniera strumentale e opportunistica le battaglie che ci sono care. D'altronde, se imprenditori come Montezemolo e banchieri come Profumo offrono il loro 'disinteressato' contributo all'Italia, possono farlo con eguale legittimità anche i cattolici. Magari un governo tecnico salverà i conti pubblici, ma non saranno mai i tecnici o i tecnocrati a salvare la politica».

 

 

CS 205/2011

Padova, 13 ottobre 2011

 

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