Risvegliamo le energie spirituali e morali

«Il 9 marzo, mercoledì delle Ceneri, inizia il tempo della Quaresima, 40 giorni di preparazione alla Pasqua, festa centrale della fede cristiana. Che cosa c'è di più grande, di più decisivo della vittoria sulla morte con la risurrezione? Una vita senza Pasqua è una vita mancata. Quello che Cristo ha compiuto dobbiamo accoglierlo per farlo nostro con la forza dello Spirito».

 

Inizia con questa riflessione l'ampia Lettera pastorale per la Quaresima, dal titolo Risvegliamo le energie spirituali e morali, che il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo ha scritto ai fedeli della Diocesi di Padova per la Quaresima 2011, che viene proposta integralmente sul numero del settimanale La Difesa del popolo di domenica 6 marzo; sul sito diocesano all'indirizzo www.diocesipadova.it e che alleghiamo al presente comunicato.

 

«Nel cammino verso la Pasqua, in questa Quaresima ' prosegue mons. Mattiazzo nella parte introduttiva ' siamo chiamati, come comunità cristiana, a rinnovare l'impianto dell''Iniziazione cristiana', a rinnovare la stessa comunità nelle sue scelte fondamentali perché abbia ad essere realmente 'grembo che genera alla fede'.  All'inizio di questo tempo di grazia ci viene rivolto un accorato invito alla conversione, cioè ad una inversione di rotta della nostra vita, ad una revisione della nostra mentalità, dei nostri criteri di valutazione, dei nostri modelli e comportamenti di vita. L'invito è di Dio stesso per bocca del profeta: 'Ritornate a me con tutto il cuore ['] ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso' (Gl 2,12-13). Nell'imporre le ceneri sul capo dei fedeli, il sacerdote rivolge le parole stesse di Gesù: 'Convertitevi e credete nel Vangelo' (Mc 1,15)».

 

Il richiamo alla conversione e al risveglio delle energie spirituali e morali è il motivo centrale della Lettera che si sviluppa in cinque punti più una conclusione.

 

Nel primo paragrafo 'Discernere il nostro tempo per uscire dalla crisi' il vescovo osserva la situazione attuale, la grave e preoccupante realtà di crisi economica, morale e politica; analizza alcune questioni tra cui «un preoccupante degrado dei costumi». E sottolinea «Mi pare di vedere, inoltre un Paese ripiegato su se stesso, poco sensibile a livello governativo ai problemi della fame, del sottosviluppo, della cooperazione internazionale e di un nuovo ordine internazionale, dove invece sono attive delle élites e forze di volontariato». Non manca inoltre di far rifermento all'anniversario dell'Unità d'Italia del 17 marzo prossimo: «Penso ' scrive ' che l'Italia abbia un particolare bisogno in questo momento, dell'aiuto di Dio. Nel 1994 Giovanni Paolo II indisse una grande preghiera del popolo italiano in vista del Giubileo del 2000, in una situazione ' scriveva ' in cui urgeva 'la mobilitazione delle forze spirituali e morali dell'intera società'. Penso che quell'appello del Papa, che sarà proclamato Beato il prossimo I° maggio, sia di viva attualità. Invito, perciò, le comunità cristiane, a proporre, il 17 marzo, particolari preghiere per la nostra Patria, per chi ha responsabilità di guida, come pure per il popolo perché ritrovi le più genuine sorgenti spirituali e morali, uscendo dalle acque stagnanti in cui versa».

 

Un secondo punto ha come tema: 'La conversione è questione di fede e di accoglienza della grazia di Cristo'.

«La prima opera da compiere ' riprende il vescovo Mattiazzo ' è quella di credere in Gesù Cristo (Gv 6,29), Via, Verità, Vita (Gv 14,6), Salvatore che libera dalle tenebre dell'intelletto e del cuore per donarci la vera vita. San Paolo, nella Lettera ai Romani, ha descritto in maniera molto realistica, sulla base della sua esperienza personale e quella dell'umanità, la condizione dell'uomo senza la fede e la grazia di Gesù Cristo. Egli può fare del bene, perché la sua natura è fondamentalmente buona, ma non riesce a evitare il male, anche grave. Il peccato fondamentale è il non riconoscimento di Dio, il rifiuto di adorare Dio come Creatore e Padre, e quindi come Sorgente e Verità di tutto, in una relazione di fede, di obbedienza filiale, di amore. Il rifiuto di Dio corrompe la radice stessa dell'esistenza dell'uomo e del mondo; l'uomo non riesce più a percepire la realtà originaria della creazione e di se stesso nello splendore del Creatore. L'atteggiamento fondamentale che assume è quello ego-centrico, orgoglioso. Ma poiché è creatura limitata e peccatore, egli è incapace di dominare le passioni sregolate e finisce per soccombere al male».

Mentre nel fare il bene, ricorda il pastore della Diocesi di Padova, «si trova la pace della coscienza e del cuore, la serenità della famiglia, lo sviluppo sociale, il rispetto del creato».

 

Nel terzo paragrafo il vescovo di Padova si rivolge alla comunità cristiana 'chiamata a conversione'.

«La conversione ' scrive ' oltre che personale di ciascuno di noi, dev'essere anche comunitaria, ecclesiale».

Nel richiamare all'educazione 'sacramentale' della Chiesa e alla vocazione alla santità di ciascuno, il vescovo invita ad aprire «il nostro spirito per accogliere il desiderio intenso del Signore. Egli stesso ci dona la forza di ravvivare il fervore. Come Chiesa locale abbiamo intrapreso il grande impegno dell'Iniziazione cristiana con la consapevolezza che la cosa che più importa è fare delle nostre parrocchie un 'grembo che genera alla fede'. Questo richiede, prioritariamente, di rinnovare il volto ed il cuore delle nostre comunità. È solo una Chiesa così rinnovata e fervente che può annunciare e attirare a Cristo».

E come programma di rinnovamento il vescovo segnala tre punti: ritornare al 'cuore' della vita ecclesiale (Gesù Cristo e il suo Vangelo); la conversione dei modelli e stili di vita perché siano conformi alla concezione cristiana della vita, alternativi alla logica edonistica-consumistica-egoistica; rinnovare lo spirito di missione delle comunità cristiane.

E invita alla celebrazione comunitaria della penitenza.

 

Un quarto capitoletto della Lettera pastorale del vescovo riguarda 'La Quaresima come palestra dello Spirito', in cui mons. Mattiazzo sottolinea e ricorda l'importanza del tempo di Quaresima come momento in cui ravvivare il dono del Battesimo, fonte della nostra dignità cristiana.

«Un buon numero di catecumeni ' ricorda il vescovo ' sta preparandosi a ricevere questo sacramento insieme con la Cresima e l'Eucaristia, entrando quindi a far parte della Chiesa. Rappresentano, in un tempo di torpore spirituale e di disaffezione dalla Chiesa, un segno vivo della potenza dello Spirito. Costituiscono per noi un esempio e uno stimolo a impegnarci con maggiore convinzione e vigore nella vita cristiana. Il tempo di Quaresima ci sollecita a rafforzarci nella fede e nel combattimento spirituale per vincere le seduzioni del maligno e vivere nella libertà dei figli di Dio. La Quaresima è come una palestra dello spirito per allenarlo e rafforzarlo. Siamo infatti deboli e vulnerabili, soggetti a tentazioni, immersi in un'atmosfera di permissivismo. In un tempo in cui si reclama tanto la libertà, sono aumentate le dipendenze, alle antiche (alcool, giochi di azzardo...) se ne sono aggiunte di nuove: droga, Tv, Internet. Sono aumentati anche i 'disagi dell'anima'. Nella storia e dentro di noi si svolge la lotta più drammatica: quella tra il bene ed il male».

«La spiritualità della Quaresima ' aggiunge ' ci propone la pratica del digiuno e dell'astinenza». In particolare del digiuno ricorda il valore antropologico-spirituale e di educazione del desiderio, ma anche di adorazidione di Dio, bene assoluto.

 

Un quinto aspetto: 'Riscopriamo il sacramento del perdono e della pace' è il richiamo al sacramento della riconciliazione, rimotivandone il suo valore.

 

Infine il vescovo invita a guardare alla Pasqua con fede e fiducia: «Intraprendiamo il cammino della Quaresima con l'animo pieno di fiducia in Dio che ci chiama a conversione ed è capace di rinnovare la nostra vita personale e sociale. Non ci è richiesto di fare cose straordinarie, ma anzitutto un cambiamento interiore, un cuore nuovo, uno spirito nuovo, per compiere quei gesti che la Quaresima ci suggerisce. È attraverso queste scelte che attingeremo l'ispirazione e l'energia di un autentico rinnovamento».

 

 

In allegato il testo integrale.

 

 

CS 51/2011

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