All'interno dell'anno che festeggia i dieci anni di attività del Museo Diocesano di Padova si colloca anche la 'restituzione' di un'opera di particolare pregio artistico.
Dopo l'accurato restauro, avviato la scorsa estate e realizzato grazie al finanziamento ministeriale, sotto la direzione di Anna Maria Spiazzi, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, torna 'a casa' la Madonna con il Bambino di Giusto de' Menabuoi. Un'opera di preziosa qualità e di particolare maestà che un tempo era collocata nella Cattedrale di Padova e successivamente, prima del trasferimento al Museo Diocesano, nella Sacrestia dei Canonici. Ora, dopo il restauro, potrà essere ammirata in tutto il suo splendore nella sala Barbarigo, al primo piano del Museo Diocesano, dove per questo primo periodo rimarrà a disposizione del pubblico.
L'intervento, realizzato dal restauratore Alfeo Michieletto, è stato preceduto da una serie di indagini conoscitive, coordinate dall'esperto scientifico della Soprintendenza Vasco Fassina e affidate a ditte specializzate: 'Diagnostica per l'Arte' di Davide Bussolari per le fotografie all'ultravioletto, radiografie e fluorescenza a raggi X; 'C.S.G. Palladio' di Paolo Cornale per l'analisi dei campioni prelevati dalla superficie pittorica del dipinto.
L'immagine della Madonna con Gesù Bambino, ormai unanimemente riferita dagli studiosi alla mano di Giusto de' Menabuoi, fu dipinta per la Cattedrale di Padova probabilmente negli anni in cui il pittore lavorava alla decorazione interna del Battistero, su incarico di Fina Buzzacarini moglie di Francesco il Vecchio da Carrara.
La tradizione vuole che Giusto abbia copiato un'antica immagine della Madonna dipinta da san Luca, esistente in Cattedrale e oggetto di grande venerazione. Un'immagine più antica, stando ai documenti, era effettivamente conservata in Cattedrale e portata in processione: alla fine del Quattrocento per esporla alla devozione il vescovo Pietro Barozzi fece costruire un altare e la fece impreziosire con una cornice d'argento, opera di Antonio Francesco Dalla Seta, ora al Museo Diocesano. Da questa antica icona, oggi perduta, discenderebbero l'immagine ritenuta miracolosa oggi esposta sull'altare della Madonna delle Grazie in Cattedrale, probabilmente seicentesca, e quella dipinta da Giusto, che viene ricordata nella Sacrestia maggiore ma che ha pure una lunga storia di devozione, come provano le tracce di corone, collane e pendenti che venivano fissati sulla tela per abbellirla e che spesso erano doni dei devoti.
I particolari iconografici della Madonna di Giusto, con la Vergine che sembra offrire all'adorazione il Bambino avvolto in fasce, richiamano i testi dei drammi liturgici legati alla festa del Natale che nel Medioevo si svolgevano di fronte a tutto il popolo riunito nella Cattedrale padovana: è suggestivo pensare che proprio in queste occasioni l'immagine venisse esposta alla venerazione dei fedeli.
CS 237/2010
Padova, 17 dicembre 2010