Sulla ‘Difesa del popolo’ un ampio forum su cattolici e politica verso le regionali di marzo

Tra un mese e mezzo si vota. In questa prospettiva sulle pagine della Difesa del popolo di domenica 21 febbraio viene proposto un approfondito contributo frutto del dialogo tra don Marco Cagol, delegato vescovile per la pastorale sociale; Francesca Schiano, direttrice della scuola di formazione socio-politica della diocesi, Stefano Bertin, vicepresidente del Consiglio pastorale diocesano, Eugenio Andreatta, presidente della Consulta delle aggregazioni laicali e il direttore Guglielmo Frezza.

Obiettivo del forum, interrogarsi sull'orizzonte culturale e pastorale entro cui si situa il contributo specifico che la chiesa può e deve offrire al dibattito politico del paese, e delineare al tempo stesso una serie di stimoli alle parrocchie perché sappiano accompagnare nel modo più adeguato la vita politica delle loro comunità.
Dai riferimenti teorici, si sviluppa così un dialogo che arriva ad affrontare temi delicati e spesso oggetto di polemica sui media: il senso autentico di una presenza cristianamente ispirata in politica; gli opportuni comportamenti in campagna elettorale di parrocchie e laici; il valore della formazione all'impegno politico; l'unità politica dei cattolici; la rivendicazione da parte dei candidati della propria cattolicità; le prese di posizione del magistero.
 
«Sempre più di frequente ' sottolinea il direttore del settimanale diocesano, Guglielmo Frezza ' ci sentiamo rivolgere dai nostri lettori una domanda precisa: perché la chiesa non parla? Non sarebbe opportuna una presa di posizione più netta di fronte allo scenario politico del nostro paese? È una domanda che trasmette il senso di smarrimento che attanaglia oggi molti italiani, con la ricerca di punti di riferimento chiari e autorevoli, di cui è difficile rifiutare di farsi carico. La strada giusta, però, non è quella di offrire indebite indicazioni di voto. Quel che serve oggi è piuttosto un rinnovato impegno formativo e uno sforzo di riflessione nell'alveo di quel discernimento comunitario che come diocesi riteniamo rappresentare la strada maestra lungo cui incamminarci. Consapevoli che da un unico vangelo possono discendere diverse opzioni pratiche, e che comunque esisterà sempre una distanza tra la concretezza del singolo progetto politico e quella dimensione trascendente che è lievito della nostra fede. Ma consapevoli al tempo stesso che i singoli candidati esprimono anche visioni del mondo diverse da quella cristiana, e che queste differenze sostanziali non possono essere trascurate al momento della scelta che ognuno è chiamato a fare in coscienza».
 
 
comunicato stampa 52/2010
Padova, 17 febbraio 2010
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