MESSAGGIO DEL VESCOVO ANTONIO ALLA CITTà DI PADOVA
PER LA FESTA DI SANT'ANTONIO
13 giugno 2009
Responsabilità e bene comune. Sono questi i due poli di riferimento del messaggio che il vescovo Antonio, riprendendo il tema dell'anno pastorale in corso (Cristiani per il bene comune) rivolge alla città di Padova in occasione della Festa di Sant'Antonio, sabato 13 giugno 2009.
«Da Sant'Antonio ' scrive il vescovo ' attingo l'ispirazione per intrattenervi sul tema che la Diocesi di Padova ha proposto quest'anno alla riflessione: il bene comune. Si tratta di un valore di particolare importanza per l'ordinato sviluppo della vita sociale nella nostra città, specialmente in questo tempo di profonde trasformazioni, che richiedono scelte e comportamenti di grande saggezza e responsabilità da parte di tutti».
Sviluppato in quattro punti il messaggio del vescovo Antonio, indica in primo luogo l'insegnamento di sant'Antonio nell'ottica del bene comune: «Venuto da fuori, come 'immigrato', il 'santo' ha avuto a cuore il bene di ciascuno e di tutti gli abitanti della città. Si è prodigato per promuovere il bene completo della persona: spirituale e materiale, con una particolare sensibilità verso i sofferenti, i poveri, gli oppressi, per favorire relazioni umane meno conflittuali, più rispettose e cordiali, promuovendo un clima di concordia e di pace, frutto della giustizia e della solidarietà».
Un secondo aspetto su cui si sofferma il vescovo è il significato e valore profondo del 'bene', che, specifica non corrisponde né si identifica con il proprio piacere o il proprio interesse, ma è «l'insieme di valori che 'perfezionano' la persona come tale, costituiscono la sua 'dignità' sul piano morale e spirituale (...) la verità, la lealtà, l'onestà, la giustizia, la solidarietà, il senso di responsabilità nel compimento del proprio dovere, il rispetto delle persone, della loro dignità e dei loro diritti, come pure dell'ambiente pubblico, la fiducia e la speranza'».
Terza attenzione segnalata la coscienza morale, come bussola per un vivere retto. «Come persone, abbiamo una particolare facoltà che ci fa discernere il bene e, per contrasto, il male. è la coscienza morale, come voce di Dio, presente nell'intimo di ciascuna persona. Essa ci fa scoprire una legge morale, che non siamo stati noi a darci, perché non si identifica con i nostri istinti e desideri e perché ciò che è in sé vero, buono, giusto non dipende da noi, dalla nostra libertà». Una coscienza che va educata, ricorda il vescovo. E, pur richiamando alla responsabilità educativa genitori, scuola, comunità cristiane, associazioni, mass media, invita anche a riprendere speranza e coraggio.
Nell'ultimo passaggio del suo messaggio alla città mons. Mattiazzo riprende e approfondisce il tema del bene comune, richiamando l'immagine della società ' così come della Chiesa ' come un corpo, di cui ciascuno è un membro e «se un membro soffre, tutto il corpo soffre, se un membro sta bene ed è onorato, tutto il corpo è onorato», per poi domandare: Nella nostra città quali sono i membri sofferenti o esposti a esserlo, e che avrebbero bisogno di particolare attenzione, sia pure di genere diverso?
L'elenco non si fa attendere: «i bambini, superprotetti e alimentati, ma anche poveri di affetto e di guida sicura; gli anziani soli che costituiscono una fascia consistente dei cittadini; le donne sfruttate ed esposte a violenza; adolescenti e giovani che, interiormente vuoti e senza bussola finiscono nell'alcoolismo e nella droga; i precari; gli immigrati...».
Di fronte a situazioni che chiedono attenzione, aiuto e intervento il vescovo richiama la responsabilità delle autorità pubbliche ma anche delle comunità cristiane a cui chiede «di essere ferventi nello Spirito, propositive e audaci per dare un 'supplemento d'anima' al corpo sociale».
COMUNICATO STAMPA 145/2009
Padova, 11 giugno 2009
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Padova, 11 giugno 2009