A 120 anni dalla nascita, PRIMA ANTOLOGICA dedicata a Antonio Menegazzo in arte AMEN (1892 ‘ 1974)

Venerdì 16 novembre, alle ore 18, nelle Gallerie del Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano di Padova, avrà luogo l'inaugurazione della mostra dedicata al pittore padovano Antonio Menegazzo, in arte AMEN che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 gennaio 2013.
Si tratta della PRIMA ANTOLOGICA dedicata al pittore padovano, a 120 anni dalla nascita (27 novembre 1892), che fu un grande illustratore e cartellonista tra le due guerre e poi divenne famoso come pittore in Venezuela e in California negli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Il pittore amato dai divi di Hollywood, ebbe tra i suoi amici e collezionistiJohn Wayne, Rod Taylor, Marilyn Maxwell, Rock Hudson, Cary Grant, Marcel Marceau, Abbe Lane, il regista Richard'
 
La mostra organizzata dalla Libreria 'Ai due Santi' con la collaborazione del Museo Diocesano di Padova e curata da Virginia Baradel, Massimo Magagnin e Vanni Negriolli, presenta circa novanta opere e una selezione accurata di illustrazioni tratte da giornali e riviste d'epoca, oltre a uno straordinario materiale documentario come le foto di Amen con i divi di Hollywood o nei set dei film arredati con i suoi quadri. La vocazione e il talento d'illustratore, declinato anche in chiave pittorica, di Amen, consente di inserire coerentemente la mostra nella tradizionale attenzione che la politica espositiva delle mostre temporanee del Museo Diocesano riserva al mondo dell'illustrazione.
 
Il catalogo presenta una ricostruzione dettagliata e documentata della vicenda umana e artistica di Amen. L'avvenimento è corredato anche da un video realizzato da Creative Planet, con la consulenza di Virginia Baradel, che narra l'incredibile avventura di Amen, uomo, illustratore e pittore che seppe trovare il modo di volare con la fantasia ben oltre i sogni e dando voce, con levità poetica e malinconica, a un popolo di creature minime e trasognate, attori eternamente principianti del circo della vita, figure esili e allampanate salite alla ribalta di spazi ombrosi come comparse di una scena perduta.
 
Antonio Menegazzo (Padova 27 novembre 1892 - 10 novembre 1974) trascorre l'infanzia nel quartiere popolare del Portello a Padova che ha parte determinante nel formare una personalità acuta, ironica, generosa e incessantemente creativa.
Studia disegno tecnico e, dopo la guerra passata sul Carso, diventa il più famoso illustratore e cartellonista padovano. È anima e fautore (con l'amico barista e poeta Bepi Missaglia) del Cenacolo degli artisti annesso al bar di via Gorizia e della Taverna dei poeti nel bar di via Santa Lucia, sulle cui pareti illustra la storia dei poeti dalla classicità al '700.
Nel 1947 decora il bar al Bo, baluardo della goliardia patavina, e nel 1951 il bar Bahia, vicino al cinema Altino.
All'inizio degli anni Quaranta decide di dedicarsi alla pittura, prima in silenzio chiuso nello studio-soffitta con vista sul Pedrocchi, poi pubblicamente partecipando alle Interprovinciali di Verona e di Venezia, alla IV Mostra d'arte contemporanea alla galleria-editrice 'Le Tre Venezie' e al Premio Favretto. Nel 1945 ha una personale alla galleria Bordin salutata con grande interesse dalla comunità artistica cittadina. Il genere prescelto è il paesaggio che mostra toni crepuscolari. Nel clima di ricostruzione del secondo dopoguerra, Amen partecipa alla nascita della Congrega del Coccodrillo, dal nome dell'anonimo bar dove si riunivano gli artisti che puntavano al rinnovamento della pittura a Padova. Nel 1951 partecipa al Premio Burano e alla I° Triveneta ancora con dipinti di paesaggio ma già in autunno la sua pittura cambia radicalmente registro. Alla fine del 1952 prima alla galleria Pedrocchi e poi alla Chiocciola presenta tavolette in gesso verniciato con figure infantili dal tratto 'graffiato', le forme schematiche e i colori accesi. Tono Zancanaro saluta con entusiasmo queste 'creature meravigliate' come Amen le definisce nell'autopresentazione alla Chiocciola. Tuttavia, invece di godersi i frutti di questa svolta inattesa, a sessant'anni Amen parte per Caracas invitato a realizzare un murale per un night. Parte alla ventura e quel che accadrà in seguito andrà ben oltre ogni previsione. Rimasto senza soldi e senza prospettive, un giorno disegna sul marciapiede l'eroe nazionale Simon Bolivar a cavallo. Viene arrestato per intralcio del traffico, finisce in carcere dove ridipinge Simon Bolivar per ingannare il tempo. Lo vede il direttore del carcere, lo libera e gli fa decorare la sua villa. Stessa cosa farà il dittatore Jimenez e i maggiorenti di Caracas. Nel giro di un anno Amen diventa il pittore ufficiale del Ministero del Turismo venezuelano. Decora palazzi pubblici, alberghi di stato, saloni di rappresentanza e si afferma con i quadri da cavalletto che evocano mondi infantili, fiabeschi, lirici e malinconici. Quando la sua fama è al culmine viene scoperto dal famoso gallerista di Los Angeles Silvan Simone che gli organizza una prima mostra nel dicembre 1960. Amen viene accolto con gli onori che si riservano ai grandi artisti. Per rendergli omaggio vengono date grandi feste e ben presto si afferma come il pittore amato dai divi. Si stabilisce in una villa che gli viene messa disposizione a Berverly Hill.
John Wayne, Rod Taylor, Marilyn Maxwell, Rock Hudson, Cary Grant, Marcel Marceau, Abbe Lane, il regista Richard Quine diventano collezionisti e amici. Si succedono le mostre: Los Angeles, Pasadena, San Francisco, San Diego, Parigi, Londra. L'archivio, conservato dall'erede di Renzo Menegazzo, figlio di Amen, Massimo Magagnin, contiene molti ritagli di giornale che raccontano questa favola vera che rimbalzava a Padova nella cerchia degli amici e veniva ripresa dai giornali locali. Amen, in verità, tornava spesso a Padova e si rituffava nelle vecchie abitudini, nel dialetto, nelle barzellette, nelle bisbocce e nella buona tavola che gli mancava moltissimo oltreoceano. Lasciò Hollywood malato di nostalgia al culmine della sua affermazione, all'indomani dell'acquisizione di un suo dipinto da parte del Museo di Los Angeles. Tornò a Padova nel 1969, Carlo Munari che l'aveva sempre seguito, gli organizzò una mostra alla Pancheri di Rovereto già nell'autunno di quell'anno e l'anno dopo un'importante antologica alla galleria Levi di Milano. Nel 1972 vinse il Premio Segantini. Ma le sue condizioni di salute si aggravarono (era stato operato di cancro ai polmoni in America nel 1965 per interessamento dell'amico fraterno John Wayne). Espose ancora alla galleria Padova10 e alla Cupola. Morì a novembre del 1974, prima di compiere 82 anni.
 
 
Sede: Gallerie di palazzo vescovile, Museo Diocesano
Periodo: 17 novembre 2012 -13 gennaio 2013
Orario: dal martedì al sabato 14.00-18.00; domenica e festivi 10.00-18.00
chiuso: i lunedì non festivi, 25/12 e 01/01
Ingresso libero
Per informazioni: Libreria 'Ai due santi', info@aiduesanti.it; Tel.049 656681

CS 222/2012
Padova, 14 novembre 2012
 

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