cs 24_APERTURA PORTA DELLA MISERICORDIA SANTUARIO BEATA VERGINE DI TERRASSA PADOVANA

Giovedì 11 febbraio, in coincidenza con la GIORNATA MONDIALE DEL MALATO, il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, alle ore 15.30, aprirà la Porta della Misericordia del Santuario di Terrassa Padovana, l’unico, nel territorio diocesano, a essere dedicato alla Beata Vergine della Misericordia.
 
Dopo l’apertura della Porta della Misericordia seguirà la celebrazione eucaristica. L’apertura della Porta della Misericordia sarà trasmessa, a partire dalle ore 15, in diretta da Telepace (canale 187), Telechiara (canale 14), BluRadioVeneto (frequenze 88.70 e 94.60 e per l’Altopiano di Asiago 91.90) e in diretta streaming sui siti www.diocesipadova.it, www.difesadelpopolo.it, www.bluradioveneto.it
 
 
Scheda sul Santuario di Terrassa Padovana
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LA STORIA
Sul finire del Quattrocento (1478 ca.), la pestilenza più letale del secolo si abbatté su una popolazione già prostrata da anni di carestia. Gli abitanti di Terrassa si affidarono all’intercessione della Madonna. Inizia a circolare la notizia di un’apparizione della Vergine, che si sarebbe manifestata a un povero ragazzo, muto dalla nascita, mentre pascolava i porci in una radura lungo la strada per Bovolenta. Dopo avergli donato la parola, la Madonna l’avrebbe invitato a comunicare al parroco il proprio desiderio di vedere innalzato in quel luogo un tempio per i suoi devoti, promettendo di ottenere per loro ogni grazia e misericordia.
Sul luogo dell’apparizione, indicato dal giovane miracolato, iniziarono ad accorrere numerosi fedeli anche dai paesi vicini; tra questi Giovanni Alvise Bragadin, nobile veneziano che con la famiglia si era rifugiato a Terrassa, per sfuggire alla pestilenza. Bragadin accolse con devozione la richiesta della Vergine di avere una chiesa a lei dedicata e chiese al parroco don Antonio Bruno e ai maggiorenti del paese di poterne parlare al vescovo di Padova Jacopo Zeno. Nel frattempo (1487) era diventato vescovo Pietro Barozzi, che il 12 ottobre 1489, giunse a Terrassa in visita pastorale. In quell’occasione Bragadin si propose di erigere a proprie spese una chiesa in onore della Madonna, con annesso un piccolo monastero per assicurarne l’officiatura. Probabilmente non riferì dell’apparizione, preferendo presentare l’iniziativa come un atto di pietà personale. Del prodigio non si fa menzione nemmeno nella bolla pontificia che, sia pure dopo dieci anni (fu firmata dal legato apostolico Giovanni Borgia solo il 22 settembre 1499), concesse a Bragadin l’autorizzazione a costruire la chiesa e il monastero e il diritto di giuspatronato sugli stessi.
Altre lungaggini burocratiche, unitamente ai saccheggi compiuti nei primi decenni del Cinquecento dagli eserciti della lega di Cambrai in guerra contro la Serenissima, ritardarono notevolmente l’edificazione del complesso monastico di Terrassa, tanto che nel 1524 la chiesa, intitolata a Santa Maria della Misericordia, era ancora priva della copertura.
La visita pastorale del 1572 trovò l’edificio abbastanza bello, a tre navate, con facciata a capanna e tre absidi semicircolari a occidente, ciascuno dotato di altare. Le misure corrispondevano all’incirca a quelle odierne: 30 metri di lunghezza per 12 di larghezza. La chiesa inglobava un modesto oratorio, eretto per volontà popolare subito dopo la miracolosa apparizione. Nel santuario si venerava un’immagine mariana, eseguita probabilmente da un importante pittore veneto, le cui tracce purtroppo si perdono alla fine del Settecento, quando venne forse trafugata dalle truppe napoleoniche.
Nell’adiacente convento presero alloggio tre canonici regolari agostiniani di San Marco di Mantova, dei quali però si ebbe presto a biasimare la condotta. In seguito, anche la casa generalizia mantovana dell’ordine fu denunciata alla Santa Sede, tanto che il 1° aprile 1584 papa Gregorio XIII ne decretò la soppressione. La custodia del monastero di Terrassa passò allora ai Camaldolesi di Santa Maria delle Carceri di Este.
Nel 17° secolo il santuario fu oggetto di importanti restauri che lo resero più bello e accogliente. Entro il 1605 era stato edificato il campanile, mentre tra il 1646 e 1664 si procedette all’innalzamento di una nuova facciata, ispirata a quella della chiesa veneziana di San Michele in Isola, e alla riduzione a volta, in luogo delle capriate, del soffitto della navata centrale. Nel 1688 un terribile terremoto provocò il crollo dell’abside, dei muri e della copertura del presbiterio. Gli interventi di ricostruzione portarono il complesso alle forme attuali e resero il santuario attraente e frequentato non solo dai fedeli di Terrassa e dintorni, ma anche da quelli del Ferrarese, del Modenese, del Parmense e della Romagna.
A metà del Settecento il culto della beata Vergine della Misericordia raggiunse il suo culmine. Era quello un periodo di grave crisi economica e demografica, caratterizzato da frequenti emergenze sanitarie. La “chiesa degli ammalati” di Santa Maria divenne per molte persone, segnate nel corpo e nello spirito, l’ultimo approdo in cui coltivare la speranza della guarigione.
Nel 1769 terminò la presenza dei Camaldolesi a Terrassa e il santuario venne da allora affidato alla cura di un presbitero diocesano. Importanti interventi conservativi sono stati eseguiti a partire dal 1999, che segna il 500° anniversario della bolla di fondazione del santuario.
 
ARTE
Il santuario di Maria Vergine della Misericordia si presenta con la facciata coronata dal frontone curvilineo e spartita da cornici orizzontali, innalzata verso la metà del Seicento sul modello della chiesa veneziana di San Michele in Isola (1569), considerata la prima chiesa rinascimentale della città lagunare. Ad angolo retto con il tempio sorge il monastero (attuale canonica) voluto dal fondatore Giovanni Alvise Bragadin e rifatto nel 1750.
Sul lato nord della chiesa si erge il campanile di stile romanico, coronato da un torricino ottagonale. Sulla parete del monastero sono visibili le poche tracce del chiostro che lo collegava al santuario: le arcate infatti sono state murate per ricavare la cappella invernale, mentre all’esterno vi è stato addossato un corpo di fabbrica largo circa quattro metri.
L’interno della chiesa è a tre navate: quella centrale con volta a botte, le laterali a crociera. Lo stile risente dei vari restauri compiuti nel corso dei secoli e si può classificare tra il rinascimentale e il barocco.
L’apparato decorativo è essenziale. L’unico altare laterale, che ospita una statua della Madonna, sorge lungo la navata destra; nell’abside della stessa navata trova posto l’altare di Sant’Antonio di Padova. La nicchia della cappella absidale di sinistra conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco, eseguito – almeno in parte – da Francesco Squarcione e collocato in origine nella parrocchiale di Terrassa. Restaurato nel 2001, colpisce per le dimensioni del corpo a grandezza d’uomo, che rendono la scultura assai realistica e di forte impatto emotivo.
Al termine della navata centrale un bell’arco conduce al presbiterio, sistemato all’inizio del 18° secolo con gli stucchi intorno agli affreschi, le cornici e le semi-colonne con capitelli corinzi. I dipinti, di autore ignoto, risalgono al 1862 e sono forse ripassati su precedenti pitture settecentesche. Sulla parete sinistra, entro una cornice mistilinea, è raffigurata la Natività di Maria, fronteggiata sulla parete opposta dalla Presentazione di Maria bambina al tempio. Nel catino absidale sono rappresentate le vicende che diedero origine al santuario: l’Apparizione della Vergine al bambino muto (al centro), Il colloquio con il parroco (a sinistra) e La posa della prima pietra della chiesa (a destra).
Al centro dell’abside c’è il quadro della Vergine della Misericordia, immagine ritenuta taumaturgica.
Nella cappella invernale c’è un’altra venerata immagine della Vergine. La tavoletta a olio, eseguita nel 1888 da Antonio Brillo, ricalca forse l’iconografia della tela trafugata alla fine del Settecento: vi è ritratta, come una maestosa regina, l’indice della destra rivolto al cielo, la Madonna che appare al pastorello muto. Sullo sfondo si nota l’inconfondibile sagoma della facciata del santuario.
 
LA DEVOZIONE
Durante l’anno si vivono con grande solennità e partecipazione tutte le feste mariane, soprattutto quelle della Natività di Maria, dell’Immacolata e della Divina Misericordia. Nella festa patronale dell’8 settembre le celebrazioni liturgiche si susseguono dalle 6 del mattino fino a sera, animate dalle corali delle parrocchie di Terrassa e dei paesi circostanti. A conclusione della messa serale si svolge una processione nell’area verde intorno al santuario. Durante la settimana che precede la ricorrenza, varie parrocchie si recano a turno in pellegrinaggio al santuario per la novena. Alle celebrazioni religiose si affianca la sagra, che si prolunga per alcuni giorni.
Se i festeggiamenti per la Natività sono antichi di secoli, da oltre un secolo è forte anche la speciale devozione dei terrassani nei confronti dell’Immacolata. Era infatti il 1886 quando il paese si trovò minacciato da un’epidemia di colera: per rimanere immune dal contagio, la popolazione si rivolse con fiducia all’intercessione della Vergine, recitando con costanza il rosario nel santuario. La grazie venne ottenuta e i fedeli organizzarono per il 25 ottobre una solenne celebrazione di ringraziamento alla Madonna, da ripetersi ogni anno. Da quel voto origina appunto la seconda solennità del santuario, poi fissata all’8 dicembre.
Non mancò di sottolineare la straordinaria devozione dei terrassani alla Vergine della Misericordia il vescovo Luigi Pellizzo, in visita pastorale nel maggio del 1912. Di lì a poco sarebbe scoppiata la grande guerra, tragico evento che insieme al successivo conflitto aumentò ulteriormente il ricorso alla Madre di Dio per invocare la sua protezione sui propri cari. “Regina” è l’appellativo che più di frequente si trova espresso nelle tavolette votive, testimoni di innumerevoli guarigioni fisiche e spirituali.
 
IL PROGRAMMA

  • giovedì 11 febbraio, ore 15.30: apertura della Porta della Misericordia
  • domenica 17 aprile: celebrazione giubilare per la riconciliazione in famiglia
  • domenica 15 maggio: celebrazione giubilare per la riconciliazione tra parenti e vicini
  • martedì 31 maggio, ore 21: processione all’interno dello spazio esterno del santuario per la chiusura dei fioretti di maggio e giubileo dei ragazzi
  • domenica 19 giugno: celebrazione giubilare delle realtà sociali: consigli comunali e associazioni presenti nel territorio
  • domenica 3 luglio, ore 16.30: vesperi e santa messa in diretta con Radio Maria
  • lunedì 15 agosto: solennità dell’Assunta: sante messe ore 9.30 - 11 - 17
  • dal 29 agosto al 7 settembre: pellegrinaggi parrocchiali in preparazione della festa del santuario
  • giovedì 8 settembre: festa della Natività della Beata Vergine e festa del santuario
  • domenica 16 ottobre: giubileo per movimenti ecclesiali e per i gruppi di preghiera
  • domenica 13 novembre: solenne chiusura della Porta della Misericordia

 
Inoltre:

  • ogni prima domenica del mese: preghiera e benedizione agli ammalati al termine delle messe;
  • ogni lunedì  a partire dal 7 marzo dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 21 sarà presente un sacerdote per celebrare il sacramento della Riconciliazione.

 
Per i pellegrinaggi di parrocchie o di gruppi telefonare: al Rettore del santuario, don Francesco Resini 049 5384521/328 070520 o al parroco di Terrassa don Romolo Morello 049 384283/377 4199730.
Il rettore o un altro sacerdote sarà disponibile per le confessioni e per guidare il cammino spirituale; un volontario, a richiesta, illustrerà la storia del santuario.
I pellegrini potranno usufruire delle strutture esistenti.
 
Per ulteriori informazioni:
www.vicariatodiconselve.it/santuario_-_beata_vergine_della_misericordia
www.beataverginedellamisericordia.it
 
cs 24/2016
Padova, 9 febbraio 2016

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