Prorogata fino al 3 febbraio 2013 l’antologica dedicata a Antonio Menegazzo, in arte Amen

La mostra Antonio Menegazzo in arte Amen in corso nelle Gallerie del Museo Diocesano di Padova, viene prorogata fino al 3 febbraio 2013.
Il successo della mostra, salutata come 'ritorno' di Amen nella città che egli amò al punto da lasciare Hollywood nel 1969 al culmine della fama, ha varcato i confini di Padova.
A Los Angeles sia il direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea del Los Angeles Museum of Art, Franklin Sirmans, sia Michael Govan del Los Angeles Country Museum of Art, hanno manifestato interesse per la riscoperta dell'artista di cui a Los Angeles si conserva viva memoria e un gran numero di dipinti in collezioni private e al Wax Museum.

In particolare Michael Govan sta mettendo a punto l'ipotesi di realizzare una mostra di Amen recuperando le opere americane del pittore già collezionate da divi come Cary Grant, John Wayne, Rock Hudson, Frank Sinatra e inserendola nella programmazione dell'anno della cultura italiana negli States, dunque entro il 2013.
Inoltre, a partire dal 1° febbraio 2013 il DVD sulla vita e sull'arte di Amen, realizzato da DNAcultura per la regia di Diego Loreggian, sarà in vendita al book shop del Palazzo delle Esposizioni a Roma accompagnato da una presentazione pubblica.

La mostra è aperta al pubblico fino al 3 febbraio 2013 con il seguente orario: dal martedì al sabato 14.00-18.00; domenica e festivi 10.00-18.00. Ingresso libero.

Note biografiche
Antonio Menegazzo (Padova 27 novembre 1892 - 10 novembre 1974) trascorre l'infanzia nel quartiere popolare del Portello a Padova che ha parte determinante nel formare una personalità acuta, ironica, generosa e incessantemente creativa.
Studia disegno tecnico e, dopo la guerra passata sul Carso, diventa il più famoso illustratore e cartellonista padovano. È anima e fautore (con l'amico barista e poeta Bepi Missaglia) del Cenacolo degli artisti annesso al bar di via Gorizia e della Taverna dei poeti nel bar di via Santa Lucia, sulle cui pareti illustra la storia dei poeti dalla classicità al '700.
Nel 1947 decora il bar al Bo, baluardo della goliardia patavina, e nel 1951 il bar Bahia, vicino al cinema Altino.
All'inizio degli anni Quaranta decide di dedicarsi alla pittura, prima in silenzio chiuso nello studio-soffitta con vista sul Pedrocchi, poi pubblicamente partecipando alle Interprovinciali di Verona e di Venezia, alla IV Mostra d'arte contemporanea alla galleria-editrice 'Le Tre Venezie' e al Premio Favretto. Nel 1945 ha una personale alla galleria Bordin salutata con grande interesse dalla comunità artistica cittadina. Il genere prescelto è il paesaggio che mostra toni crepuscolari. Nel clima di ricostruzione del secondo dopoguerra, Amen partecipa alla nascita della Congrega del Coccodrillo, dal nome dell'anonimo bar dove si riunivano gli artisti che puntavano al rinnovamento della pittura a Padova. Nel 1951 partecipa al Premio Burano e alla I° Triveneta ancora con dipinti di paesaggio ma già in autunno la sua pittura cambia radicalmente registro. Alla fine del 1952 prima alla galleria Pedrocchi e poi alla Chiocciola presenta tavolette in gesso verniciato con figure infantili dal tratto 'graffiato', le forme schematiche e i colori accesi. Tono Zancanaro saluta con entusiasmo queste 'creature meravigliate' come Amen le definisce nell'autopresentazione alla Chiocciola. Tuttavia, invece di godersi i frutti di questa svolta inattesa, a sessant'anni Amen parte per Caracas invitato a realizzare un murale per un night. Parte alla ventura e quel che accadrà in seguito andrà ben oltre ogni previsione. Rimasto senza soldi e senza prospettive, un giorno disegna sul marciapiede l'eroe nazionale Simon Bolivar a cavallo. Viene arrestato per intralcio del traffico, finisce in carcere dove ridipinge Simon Bolivar per ingannare il tempo. Lo vede il direttore del carcere, lo libera e gli fa decorare la sua villa. Stessa cosa farà il dittatore Jimenez e i maggiorenti di Caracas. Nel giro di un anno Amen diventa il pittore ufficiale del Ministero del Turismo venezuelano. Decora palazzi pubblici, alberghi di stato, saloni di rappresentanza e si afferma con i quadri da cavalletto che evocano mondi infantili, fiabeschi, lirici e malinconici. Quando la sua fama è al culmine viene scoperto dal famoso gallerista di Los Angeles Silvan Simone che gli organizza una prima mostra nel dicembre 1960. Amen viene accolto con gli onori che si riservano ai grandi artisti. Per rendergli omaggio vengono date grandi feste e ben presto si afferma come il pittore amato dai divi. Si stabilisce in una villa che gli viene messa disposizione a Berverly Hill.
John Wayne, Rod Taylor, Marilyn Maxwell, Rock Hudson, Cary Grant, Marcel Marceau, Abbe Lane, il regista Richard Quine diventano collezionisti e amici. Si succedono le mostre: Los Angeles, Pasadena, San Francisco, San Diego, Parigi, Londra. L'archivio, conservato dall'erede di Renzo Menegazzo, figlio di Amen, Massimo Magagnin, contiene molti ritagli di giornale che raccontano questa favola vera che rimbalzava a Padova nella cerchia degli amici e veniva ripresa dai giornali locali. Amen, in verità, tornava spesso a Padova e si rituffava nelle vecchie abitudini, nel dialetto, nelle barzellette, nelle bisbocce e nella buona tavola che gli mancava moltissimo oltreoceano. Lasciò Hollywood malato di nostalgia al culmine della sua affermazione, all'indomani dell'acquisizione di un suo dipinto da parte del Museo di Los Angeles. Tornò a Padova nel 1969, Carlo Munari che l'aveva sempre seguito, gli organizzò una mostra alla Pancheri di Rovereto già nell'autunno di quell'anno e l'anno dopo un'importante antologica alla galleria Levi di Milano. Nel 1972 vinse il Premio Segantini. Ma le sue condizioni di salute si aggravarono (era stato operato di cancro ai polmoni in America nel 1965 per interessamento dell'amico fraterno John Wayne). Espose ancora alla galleria Padova10 e alla Cupola. Morì a novembre del 1974, prima di compiere 82 anni.

Per informazioni: Libreria 'Ai due santi', info@aiduesanti.it; Tel. 049 656681
Museo Diocesano: info@museodiocesanopadova.it; www.museodiocesanopadova.it Tel. 049 8761924

 
 
 
CS 03/2013
Padova, 5 gennaio 2013

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